Il tema della digitalizzazione del Paese resta centrale nell’agenda politica ed economica italiana.
Negli ultimi anni un cambio di passo c’è stato ed è evidente: nondimeno, stando a quanto emerge dal Digital Economy and Society Index redatto dalla Commissione Europea, l’Italia non è ancora riuscita a scalare la classifica e si colloca quartultima tra i Paesi dell’Unione per quanto riguarda l’attuazione dell’Agenda Digitale.
Occorre dunque imprimere una ulteriore accelerazione e perché questo si realizzi è necessaria una partnership tra pubblico e privato, dalla quale si inneschi quel moto virtuoso che consenta alla Pubblica Amministrazione di creare valore per il Paese attraverso una governance collaborativa.
È questo il messaggio forte emerso a chiusura di Forum PA, l’appuntamento annuale dedicato ai temi dell’innovazione e della sostenibilità nella Pubblica Amministrazione organizzato da FPA, società del gruppo Digital360.
Quarta rivoluzione industriale: servono 15 miliardi di investimenti
Nell’ultima giornata della manifestazione, che ha visto anche la presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, il presidente di Forum PA, Carlo Mochi Sismondi, ha sottolineato come con il Piano triennale “sono stati fatti diversi passi avanti in progetti strategici che consentiranno alle PA di ogni livello di erogare servizi pubblici di qualità, prendere migliori decisioni basate sui dati, fare evolvere processi interni e modelli organizzativi”.
Ma, come accennato, perché la digitalizzazione della macchina pubblica possa aver luogo, c’è bisogno di una “governance collaborativa”, di una collaborazione fattiva tra tutti gli enti, di un’alleanza tra pubblico e privato che non può non passare anche da una rivisitazione delle modalità di procurement pubblico.
C’è un riferimento preciso al tema della quarta rivoluzione industriale: siamo a metà del percorso, riconosce Andrea Rangone, amministratore delegato di Gruppo Digital360, “ma mancano all’appello circa 15 miliardi di euro l’anno di investimenti nel digitale per recuperare il gap con la media di investimenti sul Pil dell’EU5, con Regno Unito, Germania, Francia, Spagna”.
Per questo serve non solo un’accelerazione ma anche uno “shock” – anche di tipo culturale – che inneschi la spinta e attivi azioni sistemiche che vedano la Pubblica Amministrazione protagonista.