Agrifood Tech

Digitalizzazione, Sostenibilità e Decarbonizzazione: i tre asset dello smart agrifood di Siemens

A colloquio con Giorgio Santandrea, Head of F&B Vertical Market in Siemens. Quello dell’agroalimentare è uno dei settori verticali presidiati dalla società, che gioca il ruolo di fornitore di soluzioni, tecnologie e servizi per rendere più efficienti le imprese del comparto.

Pubblicato il 11 Mar 2022

smart-agricolture

Da anni Siemens ha organizzato la propria struttura interna per seguire determinati settori verticali con attività specifiche e dedicate. Uno di questi di settori è rappresentato dall’agrifood.

“È stato definito come uno dei settori chiave e principali per l’intera organizzazione Siemens – ci racconta Giorgio Santandrea, Head of F&B Vertical Market in Siemens – e a maggior ragione in Italia dove il settore agroalimentare è molto importante, sia in termini di numerosità di aziende che vi operano, sia in termini di volumi e di peso rispetto al PIL. Per questo, sono state create strutture dedicate che seguono le aziende produttrici e gli attori della trasformazione. Partiamo quindi dagli allevatori, ai produttori di materie prime, fino ai mulini per la macinazione, agli impianti di produzione della pasta, del Bakery o di qualunque altro tipo di prodotto”.

Il ruolo di Siemens nello Smart Agrifood

Il ruolo che Siemens ha scelto di giocare in questo contesto – così come spiegherà in occasione della presentazione dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano (Iscriviti subito QUI) – è quello del fornitore di prodotti, soluzioni e servizi per poter aiutare le aziende di questo comparto a migliorare i propri processi produttivi, ridurre i consumi energetici, e monitorare il proprio carbon footprint.
Sostenibilità ambientale, decarbonizzazione, riduzione dei consumi energetici, ottimizzazione della produzione, flessibilità: questi sono i focus sui quali abbiamo scelto di concentrarci e in base a questi obiettivi proponiamo prodotti, tecnologie, soluzioni e servizi che aiutano le imprese a raggiungerli. Lo facciamo direttamente oppure attraverso l’aiuto di partner che ci aiutano nel realizzare determinati progetti. Il nostro obiettivo è essere considerati dalle aziende del settore alimentare come il loro partner tecnologico per la digitalizzazione, la decarbonizzazione e la sostenibilità”.

Al comparto servono decarbonizzazione, sostenibilità e digitalizzazione

Decarbonizzazione e sostenibilità rappresentano oggi di fatto, secondo Santandrea, le principali sfide per il comparto.
“Del resto basta aprire i giornali. Pensiamo al costo dell’energia e a tutto quanto sta accadendo nello scenario internazionale: la diretta conseguenza per chi opera nell’agroalimentare è un aumento esagerato dei costi”.
Accanto alla sostenibilità, per Siemens è fondamentale anche il tema della digitalizzazione, legato in qualche misura, a un certo livello di arretratezza tecnologica riscontrato in alcune aziende del comparto.
“Molte imprese – spiega Santandrea – negli anni si sono concentrate sulla capacità di aumentare i volumi produttivi, senza intervenire sui processi o sulle loro infrastrutture. Quando è arrivata la prima ondata legata al Piano Industria 4.0, queste imprese si sono trovate di fronte alla opportunità di fare investimenti che promuovessero la digitalizzazione. Devo dire che alcune realtà si sono mosse molto bene e hanno migliorato prodotti e processi. Altre sono rimaste un po’ indietro e in questo momento necessitano, dal mio punto di vista, di una accelerazione verso la digitalizzazione e verso l’adozione di tecnologie innovative nel mondo dell’automazione”.

Gestire incertezza ed emergenze grazie alla digitalizzazione

Siemens punta molto sulla digitalizzazione perché la considera come uno strumento che può consentire alle aziende – dalle più piccole alle più grandi – di rendersi più flessibili rispetto alle esigenze del mercato.
“Lo abbiamo visto con il COVID e rischiamo di vederlo anche adesso con il nuovo scenario geopolitico. Gli scenari possono cambiare rapidamente e bisogna saper reagire. Con il COVID sono cambiate le abitudini del consumatore, sono cambiati gli scenari operativi. In questo contesto, le aziende che sono state più rapide a modificare i propri processi e a reagire alla modifica del contesto, hanno gestito e affrontato meglio l’emergenza, con un impatto positivo sul profitto aziendale. Altre hanno avuto un po’ più di difficoltà”.

Perché servirebbe più blockchain

Una flessibilità che si rende necessaria sia a livello di linee di produzione, sia a livello di supply chain: “In un momento di incertezza le aziende devono poter gestire ad esempio il cambio di un fornitore garantendo lo stesso livello di qualità e con tutti i controlli qualitativi necessari. In questo c’è tutta una serie di tecnologie che possono aiutare, a partire dalla blockchain, che rappresenta un’opportunità molto interessante se pure ancora poco sfruttata, ma che potrebbe aiutare molto nella gestione di tutta la tracciabilità dei processi di trasformazione, lungo l’intero ecosistema, a monte e a valle della supply chain”.

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