Guardare video sul pc, sul tablet o sullo smartphone è ormai un’abitudine per la maggior parte degli utenti Internet. L’offerta è sconfinata: solo in Italia sono oltre 260 le Media company, fra editori, emittenti televisive e radio, ad avere un’offerta video sui propri siti Web: approfondimenti complementari alla carta stampata, trasmissioni on demand e in diretta, video musicali, programmi radiofonici e via dicendo.
Secondo la più recente indagine dell’Osservatorio New Media e New Internet della School of Management del Politecnico di Milano, l’audience italiana è di 25 milioni di utenti, pari all’80% degli utilizzatori di pc, e per molti di loro il device preferito è ormai il tablet. Sono anche nati programmi che vanno in onda solo sul Web, alcuni di grande successo, con milioni di accessi.
Pubblicità raddoppiata in un anno
Che il video online sia il futuro, dunque, è ormai chiaro a tutte le Media company, che stanno arricchendo l’offerta cercando di conquistare una quota del promettente mercato del video advertising. Meno chiaro, invece, in questo nuovo scenario che si va delineando, è come si riorganizzerà il mercato pubblicitario e quale sarà il ruolo della tv come la conosciamo oggi, in un contesto che vede gli investimenti in advertising in forte contrazione da ormai alcuni anni.
L’aumento degli utenti e del tempo dedicato da essi attrae sempre di più l’interesse degli investitori: in Italia nel 2012 la pubblicità sui video online è raddoppiata rispetto all’anno precedente e vale oggi il 2% del totale del mercato televisivo (sia advertising che pay). È ancora poco, ma si prevede che potrà arrivare fino al 10% nel 2017. Non si tratta certo di un trend che riguarda solo il nostro Paese. ComScore stima che negli Stati Uniti il 23% dei contenuti video visualizzati nello scorso mese di dicembre, pari a 39 miliardi, conteneva pubblicità, il 14% in più rispetto all’anno precedente. Ma mentre l’offerta cresce, le tariffe pubblicitarie scendono, mettendo in dubbio la sostenibilità nel lungo periodo di questo nuovo business.
L’online non esclude la tv, anzi
Anche il cambiamento delle abitudini rappresenta ancora un’incognita. L’utente non sta sacrificando l’offerta televisiva tradizionale a favore di quella online, anzi: a volte il successo di un programma o di un personaggio sul Web spinge al rialzo gli ascolti sulla tv. Si tratta piuttosto di un completamento, di un’estensione della fruizione in momenti della giornata o in luoghi in cui non si ha accesso allo schermo televisivo, oppure del desiderio di vedere un programma che si è perso in tv. E sempre di più si utilizzano due dispositivi in contemporanea, ovvero il pc, il tablet o lo smartphone mentre si guarda la tv.
Resta poi da comprendere quale sarà l’impatto delle ‘Smart TV’, le tv di nuova generazione connesse a Internet, che nei prossimi mesi potrebbero giocare un ruolo particolarmente significativo nel cambiare l’esperienza dell’utente sullo schermo televisivo ‘tradizionale’.