Droni, quel che serve per far volare il precision farming

Grazie ai droni, cambia radicalmente l’approccio all’agricoltura e cambia il modo di recuperare dati e informazioni e di gestirle e integrarle con altre fonti. Grazie a questi dati aumenta la precisione nella conoscenza del territorio e cambia il modo di gestire la distribuzione di concime e antiparassitari

Pubblicato il 21 Dic 2015

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Sono due gli elementi che rendono il precision farming, l’agricoltura di precisione, la prospettiva più interessante per quanto riguarda gli sviluppi futuri degli strumenti per il potenziamento della resa e della qualità delle coltivazioni: dati e droni. Con i primi, che possono essere raccolti e distribuiti tramite sensori, stazioni meteo e tecnologie satellitari, è possibile identificare in tempo reale lo stato dei campi e delle colture, pianificando le attività necessarie in funzione del clima, dell’umidità e della ricchezza minerale del terreno, attivando quelle che servono davvero, riducendo così al minimo gli sprechi e concentrando gli interventi solo nelle nelle aree che li esigono.

I droni, meglio ancora se automatici, sono il complemento perfetto per questo approccio all’agricoltura. Immagazzinano le informazioni e le coordinate degli spazi da trattare, partono, distribuiscono concime e antiparassitari, tornano alla base e si ricaricano mentre rimangono in fase di stand by. Non si tratta di sperimentazioni o di soluzioni futuribili: la norvegese Yara International, per esempio, è una multinazionale specializzata nella produzione di fertilizzanti che ha sviluppato in collaborazione con BT un sistema di sensori applicati direttamente alle piante, grazie ai quali i coltivatori possono attivare una flotta di droni che tratta risposta alle reali esigenze delle piantagioni e della Smart Agrifood.

Ma la stagione dei droni automatici prenderà definitivamente piede quando con l’inaugurazione delle reti 5G le macchine potranno essere controllate via wireless con latenze sufficientemente basse da garantire la corretta (e immediata) risposta del veicolo in qualsiasi circostanza oltre alla connessione e integrazione con apparati IoT. Oggi come oggi, la mano dell’uomo è ancora indispensabile per garantire un lavoro di precisione. E in una disciplina che per l’appunto si chiama precision farming, cominciare a utilizzare i cosiddetti APR (Aeromobili a Pilotaggio Remoto) significa prima di tutto entrare in possesso dell’autorizzazione per farli volare e dei requisiti per pilotarli al meglio.

Internet of things farming

Come spiega in una serie di interventi sul tema ospitati da CorCom Alessandro Pellegrinon di FlightTech, azienda specializzata nella produzione di droni e nella formazione per operatori,  «l’articolo 743 del Codice della Navigazione prevede, nella definizione di aeromobile, i mezzi aerei a pilotaggio remoto. Pertanto, per pilotare un APR servono requisiti specifici. Certo, esiste una distinzione dei droni (e dei requisiti richiesti) in base alla massa e ai fini di utilizzo. Su tutto, però, vale il regolamento Enac del 16 luglio 2015. Che all’articolo 20 dice chiaramente: Ai fini della conduzione di un APR è richiesto un pilota in possesso di appropriato riconoscimento di competenza, in corso di validità. Ai sensi del Codice della Navigazione, il pilota è responsabile della condotta in sicurezza del volo. Qualunque persona», continua Pelligrinon «che abbia una età minima di 18 anni ed una idoneità psicofisica adeguata alle funzioni da assicurare, può ottenere un riconoscimento di competenza se dimostra di possedere le conoscenze aeronautiche basiche e la capacità di condurre un APR». L’attestato o la licenza di pilota, della durata di cinque anni, sono rilasciati direttamente dall’Enac o tramite soggetti autorizzati.

FlightTech è insieme ad altre aziende del settore tra i fondatori del progetto Elicka, che dalla formazione di base alla manutenzione passando per l’approvvigionamento di pezzi di ricambio e aggiornamenti punta a posizionarsi come il riferimento per chiunque voglia ottenere la licenza e farla fruttare attraverso l’evoluzione tecnologica della filiera, specialmente negli ambiti del precision farming e nelle attività di prevenzione di rischi idrogeologici e protezione civile. Tutta le soluzioni e software e hardware messe a disposizione dal consorzio Elicka sono sviluppate in Italia da Kroda Innologies sulla base delle norme di sicurezza attualmente in vigore.

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