Se si guarda allo sviluppo che sta avendo il fenomeno Industry 4.0 in Germania e l’evoluzione della Smart Manufacturing o Digital Factory negli Stati Uniti o ancora se si assiste agli esempi di Smart City di eccellenza che arrivano da diverse parti del mondo, come ad esempio Barcellona, si può affermare che il ruolo del Government nello sviluppo di progetti e strategie Internet of Things è sempre più importante e rilevante. Certamente certi processi non si “mettono in moto” se non c’è una precisa volontà politica di spingere sul digitale e se non appare all’orizzonte una governance pubblica capace di dare risposte alla ricchezza e alla complessità che accompagnano l’IoT.
Nel caso poi dell’Italia, per ragioni diverse a quelle sopracitate, ma con effetti comunque molto importanti, non si può non osservare che buona parte del successo nella introduzione dell’IoT nel nostro paese e nella fattispecie nelle nostre case, arriva proprio da decisioni politiche. Pensiamo a quella che ha favorito la diffusione di apparati per lo Smart Metering nelle case e per lo Smart Asset Management nelle Utility che rappresentano qualcosa come 500 milioni di euro e sono state nel 2015 il principale segmento del mercato IoT che vale nel suo complesso, come rilevato dalla ricerca dell’Osservatorio IoT della School of Management del Politecnico di Milano, 2 miliardi Euro e che è cresciuto del 30% nel corso del 2015. La componente dei servizi legati alle Utility è cresciuta nel 2015 del 70% ed è stata certamente favorita dalla necessità di adempiere agli obblighi normativi relativi allo Smart Metering gas che hanno permesso la diffusione a fine 2015 di oltre 350.000 contatori gas nell’ambito delle utenze industriali e di qualcosa come 1,2 milioni per tutto il mondo residenziale. E se si pensa infine che entro il 2018 dalla normativa arriva l’indicazione di mettere in esercizio qualcosa come 11 milioni di contatori gas con un piano di installazione che si avvia quasi in contemporanea con il processo di sostituzione della prima generazione di Smart Meter elettrici appare evidente che il ruolo pubblico nella diffusione dell’Internet delle cose sul territorio è assolutamente primario.
Sicurezza, Illuminazione intelligente, Mobilità
Gli esempi potrebbero sprecarsi al riguardo, basterebbe pensare alle normative legate alla videosorveglianza negli edifici, alla illuminazione pubblica, alle connected car e alla Smart Mobility: gli spazi di intervento sono tanti e sono, soprattutto, necessari.
Nel caso della Industry 4.0 tedesca il peso della politica, e in particolare della Cancelliera Merkel che ha incaricato e costituito un gruppo di lavoro per dare vita al programma Industrie 4.o, è stato tale da mettere concretamente attorno a un tavolo gli attori della Operational Technology con quelli della Information Technology. Un risultato rilevante se si pensa prima di tutto che questi due mondi per tanto tempo non hanno sentito la necessità di avviarsi verso una convergenza anche perché sono separati da una visione culturalmente diversa dell’impresa. L’Industry 4.0 è prima di tutto questo: integrazione tra Operational Technology e Information Technology e dietro a questa convergenza c’è lo zampino della politica, in questo caso con la “P” maiuscola.
Negli Stati Uniti la politica ha contribuito fattivamente all’accelerazione che ha conquistato il mondo dell’automotive verso lo sviluppo di modelli di produzione già nativamente concepiti per portare sul mercato un numero crescente di veicoli connessi al punto da far considerare gli Stati Uniti il paese ideale per lo sviluppo di digital factory dedicate al mondo automotive. Affermazione che si ritrova nel report di Roland Berger: Digital factory, The renaissance of the U.S automotive industry.
Smart Mobility come piattaforma per Smart City e Smart Energy
Ragioni che attengono anche alla precisa volontà politica della gestione Obama di sostenere l’industria automobilistica non solo nel rilancio dopo la grave crisi che ha colpito il settore alla fine della prima decade del 2000, ma anche come baricentro di una innovazione che attiene al mondo dei consumatori, alle politiche legate alla mobilità, al senso stesso dei progetti di Smart City e naturalmente ai temi politicamente rilevanti dell’energia e della sicurezza. In questo senso il primato degli Stati Uniti è quello di permettere la realizzazione di un contesto che sempre il report di Roland Berger definisce come Digital Factory Ecosystem evidenziando che si tratta di un contesto che nasce dalla presenza dei cinque fattori chiave che stanno alla base della Smart Manufacturing Made in Usa: la presenza (peraltro come in Germania, anche se con un approccio meno dirigista) di una potente determinazione a livello governativo con forti incentivi fiscali e provvedimenti normativi; la presenza di produttori di auto e di componenti fortemente orientati a implementare nuove tecnologie di produzione digitale a livello di mass market; la straordinaria presenza di high tech companies digitali fortemente motivate a diversificare la loro presenza sui tradizionali mercati del digitale con ingenti investimenti in ricerca e sviluppo, in Proof of Concept e con coraggiose operazione che preludono allo sviluppo e alla implementazione di nuovi modelli di business. C’è poi una struttura di Venture Capital che oltre ad essere ricca di risorse è ricca di competenze e attentissima all’innovazione sin dal momento in cui si manifesta in forma di idee. E non ultimo tutto questo è circondato e sorretto da una cultura universitaria e formativa che è vicinissima all’industria e che sa gestire lo sviluppo e la creazione di nuove competenze con la flessibilità e velocità necessarie per alimentare il mercato delle risorse professionali richieste dall’industria nella prospettiva di sviluppo dei piani per l’Industria 4.0.
Un nuovo ruolo per il pubblico grazie all’IoT
Il ruolo del Government IoT nell’innovazione per lo sviluppo della nuova industria automobilistica negli Stati Uniti è un esempio, certamente non nuovo, di come il pubblico possa dare una bella spinta sia all’innovazione che l’industria traduce poi in prodotti e servizi. E il ruolo del Government è ancora più importante nel momento in cui l’innovazione attiene all’Internet of Things, proprio perché l’IoT è un fattore e un veicolo di innovazione che incide direttamente sulle regole e che ha nello stesso bisogno di un contesto normativo adeguato per potersi sviluppare.
L’esempio delle connected car è centrale proprio perché per potersi sviluppare ha bisogno di ridisegnare le regole legate al contesto dello stesso codice della strada e naturalmente ha bisogno di cospicui investimenti anche in infrastrutture stradali che peraltro sono necessarie anche per attuare i progetti di Smart Mobility che stanno prendendo forma in tante città. In altre parole serve visione e serve governance pubbliche.
La sfida del Government IoT (GIoT) è anche legata ai temi della sicurezza anche qui con un profilo normativo. I principi della sicurezza e della privacy per i cittadini in un contesto di Smart City vanno riscritti e vanno ridisegnati, sta cambiando il mondo nel quale sono collocati questi servizi e sono cambiati i principi, le fonti dei dati, la logica stessa che sottende la raccolta e all’analisi dei dati. Emerge l’esigenza di un nuovo equilibrio tra la quantità e qualità dei dati che servono per lo sviluppo di progetti e che l’IoT mette e disposizione e il tipo di attenzione, sensibilità, rispetto alle persone che costituiscono l’anima viva di questi dati. Lo sviluppo stesso di servizi utilissimi come il proximity marketing associato, ad esempio ai servizi pubblici, al museale, al turismo, alla sanità impone regole chiare e condivise e di sintesi per garantire l’erogazione dei servizi e nello stesso tempo la scelta delle persone in fatto di privacy, senza che ogni realtà sia costretta a procedere con una interpretazione delle “regole generali”.
GIoT: Government Internet of Things
Il Government IoT peraltro si esprime in forme diverse in funzione delle latitudini o longitudini, da una parte ci sono “Authorities” che hanno un approccio a legiferare qualsiasi aspetto e ce ne sono altri più liberiste o forse più attendiste che stanno a “guardare” cosa succede anche sotto il profilo dell’innovazione tecnologica. Certamente ogni giorno che passa emerge con forza la necessità di stabilire degli standard, di condividere una visione comune, non necessariamente basata sulle stesse regole, ma legata a una visione comune e condivisa. In altre parole, per rimanere all’esempio degli autoveicoli, così come nel passato si è configurato un mondo del quale convive la guida a sinistra e la guida a destra e questa differenza sostanziale è normata da regole precise che sono state fatte proprie anche dal mondo dell’industria, è necessario che lo stesso possa avvenire anche per le tante questioni aperte a livello di innovazione IoT relativa al Pubblico e relativa alla vita dei cittadini. Non è affatto detto e non è nemmeno necessario che culture diverse siano costrette a rinunciare alla propria visione dei rapporti con i cittadini in nome dell’uniformità, ma è altresì necessario che queste diverse visioni, che si traducono poi in comportamenti diversi per gli utenti e in specifiche di produzione diverse per l’industria, siano condivise e normate. Il Government IoT ha un ruolo sempre più rilevante nella definizione di quello che sarà il profilo dello Smart Citizen del futuro, che però si sta costruendo oggi nella sintesi tra la spinta innovativa dell’industria e la sensibilità e la capacità di incoraggiamento di questi processi che arriva dalle istituzioni. Un ruolo altrettanto importante è poi svolto nell’ambito dell’Industry 4.0 o Industria 4.0 che dir si voglia.
Nell’ambito della sicurezza poi e della prevenzione contro il cyber-crime, più aumentano gli standard IoT più cresce la necessità di risorse che permettano di gestire tutti i possibili veicoli e i fattori di rischio per ogni standard. Gli standard non devono naturalmente dipendere direttamente dalle valutazioni e dalle decisioni dei Governi, che hanno invece il ruolo di spingere allo sviluppo di un contesto nel quale la definizione degli standard di riferimento corrisponda anche a un profilo di sostenibilità complessiva.
Il Government IoT è forse il vero centro di un ecosistema IoT con un ruolo sempre più attivo. Non si può attendere che l’industria arrivi necessariamente agli standard de facto, sia per una questione di tempi, sia per una questione di necessità di sviluppo. Se ad esempio si guarda all’intelligenza artificiale si può facilmente intuire che la necessità di stabilire degli standard che siano al tempo stesso dei presupposti alla normativa è più che mai necessario. Ma è più che mai necessario fare in fretta. Peraltro il mondo dell’industria esprime provocatoriamente la necessità di fare presto sostenendo che: “dobbiamo “creare” (l’AI) prima che sia lei a “creare” noi”.
In concreto che compiti dovrebbe assumere e che obiettivi dovrebbe darsi una Government IoT sempre più importante e rilevante?
Dovrebbe favorire lo sviluppo degli standard, rispettare e far rispettare le specificità ma seguendo il principio che punta a unificare gli standard a livello internazionale e arrivare a stabilire delle regole condivise sul modo e sulla forma in cui “si parlano le cose” a tutti i livelli. Dovrebbe, in definitiva favorire la semplicità, l’interoperabilità, la collaborazione e la sicurezza.
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