Secondo le stime della società di ricerca Arieso, società che
lavora per conto di carrier europei e americani nonché aziende
di networking, l’1% degli utenti mobile genera più
del 50% del traffico dati globale. Nel 2009, il 3% degli
Heavy Users generava il 40% del traffico dati mobile, mentre oggi
la medesima percentuale di utenti produce il 70% del traffico
complessivo.
Lo studio “Cisco Visual Networking Index”, invece,
prevede che il traffico dati generato su reti mobili alla fine
del 2016 – quando i dispositivi connessi a Internet
supereranno addirittura la popolazione mondiale –
sarà aumentato di 18 volte rispetto a quello attuale.
Dall’analisi condotta emerge che l’incidenza del
Cloud sarà rilevante: i servizi nella nuvola cresceranno
addirittura di 28 volte dal 2011 al 2016, registrando un
CAGR del 95%.
La motivazione di questa forte impennata di traffico deriva da
una parte dalla proliferazione di dispositivi predisposti per
navigare tramite reti mobili, dall’altra dall’aumento
delle attività di streaming per la fruizione dei contenuti
digitali. L’aumento del traffico deriva anche dal sempre
maggior uso del VoIP, in particolare di Skype. Questo a discapito
del traffico telefonico internazionale, che registra segnali di
rallentamento.
Secondo i dati di TeleGeography, infatti, il traffico
telefonico internazionale è cresciuto nel 2011 del 4%
(arrivando a 438 miliardi di minuti), ben al di sotto della
crescita annua media del settore pari al 13%. Dati opposti sono
quelli di Skype: secondo la società, le chiamate
internazionali Skype-to-Skype – comprese le chiamate video
– sono cresciute del 48% nel 2011, raggiungendo i
145 miliardi di minuti.
«Considerato l’enorme volume di traffico generato da
Skype è difficile non concludere che almeno parte della crescita
di Skype non avvenga ai danni dei carrier tradizionali –
commenta Stephan Beckert, analista di Tele- Geography –. Se
tutto il traffico generato in rete da Skype fosse stato veicolato
dalle compagnie telefoniche, il traffico globale a lunga distanza
sarebbe cresciuto del 13% nel 2011, in linea con gli incrementi
del passato».