EBoard: nell’era della collaboration anche la lavagna diventa smart

In una sala riunioni o in un’aula, in un laboratorio o in un area meeting le lavagne interattive sono diventate uno strumento strategico della comunicazione. Più coinvolgenti e attrattive, consentono di condividere i contenuti digitali in modalità bidirezionale e multicanale

Pubblicato il 27 Gen 2017

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Eboard a scuola come nelle sale riunioni: a seconda degli ambiti applicativi, lo smart signage ha varie declinazioni tecnologiche. Grazie a un’intelligenza software che va a equipaggiare questo tipo di superfici capacitive, le IWB (Interactive WhiteBoard) sono strumenti che permettono di scrivere ma anche di scambiare più informazioni secondo un approccio bidirezionale e multicanale. 

I contenuti trascritti sulle lavagne interattive, infatti, possono essere condivisi tra il relatore e i partecipanti in un’unica soluzione di continuità digitale tra eBoard e pc, tablet o smartphone.

E anche la lavagna diventa bimodale

Architects looking at wall of ideas

Nell’era del file sharing e della collaboration, capitalizzare il work in progress di mappe concettuali, tabelle e appunti, progetti e programmi è diventato un must.

Parte integrante di un approccio all’insegna dello smart working, le eBoard di nuova generazione favoriscono la produttività personale e aziendale assicurando velocità, efficienza e precisione. Rendere smart la lavagna significa integrare una modalità di scambio bidirezionale che, in tempo reale, permette di condividere informazioni: da un lato si evita alla platea di dover fotografare con il telefonino o con il tablet le schermate (che in un secondo tempo vanno rieditate in maniera più funzionale ed organizzata con operazioni di data entry spesso laboriose). Dall’altro si accresce il livello di interazione: la qualità operativa delle eBoard di ultima generazione è estremamente funzionale, supportando più modalità di tocco e più persone che, contemporaneamente, possono scrivere, disegnare, cancellare e lavorare insieme alla costruzione dei contenuti, che si tratti di progetti, business plan, programmi o lezioni.

Il capitale umano e digitale della Internet of Things

La chiave dello sviluppo parte da un elemento fondamentale: il potere della vista che a livello percettivo rimane il nostro organo di senso più importante a supporto della memoria. Basti pensare che il nervo ottico può contare su oltre 1 milione di fibre, rispetto al nervo acustico che ne ha “solo” 50mila. L’obiettivo? Coniugare l’efficacia della visualizzazione per ingaggiare l’attenzione ma anche per potenziare uno scambio digitale che aiuta a capitalizzare contenuti ed esperienze di contesto attraverso un’intelligenza di nuova generazione. In ufficio come a scuola, la lavagna intelligente, connessa e comunicante, diventa così un altro tassello importante della Internet of Things e delle smart city.

«La società sta vivendo un’epoca di innovazione continua e di sovraccarico di informazioni – ha spiegato Daniele Patisso, Visual Display BU manager di Samsung Italia -. La comunicazione deve necessariamente accompagnare questo sviluppo ed essere un punto di riferimento a supporto dell’attenzione, che si tratti di chiudere con successo una relazione negoziale in ambito business o di entrare in una connessione più proficua con gli studenti. I nostri laboratori di ricerca e sviluppo hanno lavorato moltissimo sull’hardware, sul software e sull’interaction design delle e-board, basandosi sull’esperienza d’uso degli utenti, in modo da ottenere i risultati desiderati dagli utilizzatori stessi. Un esempio? La possibilità di cancellare anche usando il palmo della mano, con un gesto semplice quanto efficace».

eBoard: più Intelligenti, interattivi e connessi

Dai meeting aziendali alle lezioni in classe, gli ultimi display Samsung DM65E-BC (touch capacitivo) permettono di interagire e scambiare contenuti in maniera bidirezionale tra chi sta alla lavagna e chi in platea utilizza dispositivi fissi o mobili. Il plus? Poter salvare lavoro su un’ampia gamma di supporti: memoria interna, chiavetta USB, dispositivi mobile, cartelle condivise, in cloud o in rete. Grazie alla possibilità di tracciare qualsiasi tipo di disegno o segno grafico sullo schermo (e di salvarlo), il risultato visivo è ad alto effetto e ad alto ingaggio.

«Questi display – ha concluso Patisso – sono stati progettati all’insegna della massima semplificazione: non solo non necessitano di alcun pc dedicato, ma garantiscono i tempi di installazione e avvio estremamente ridotti rispetto ad altre soluzioni analoghe. Che si tratti di uffici, business center, aule magne o classi interattive, le eBoard sono diventate uno strumento ambito perché riescono a rendere le sessioni più coinvolgenti e interessanti, favorendo al contempo l’attenzione e la concentrazione grazie alla possibilità di condividere contenuti digitali a valore aggiunto come immagini, schemi, mappe concettuali, video e tutto l’universo mondo della multimedialità».

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