Ecco come IoT e digitale cambiano la vita di Elliot

Stefano Bossi, amministratore delegato di VEM sistemi e Marco Bubani, Responsabile Design & Delivery progetti IoT spiegano l’operazione “IoT Stories” e l’importanza di diffondere cultura sui temi dell’internet delle cose

Pubblicato il 04 Feb 2016

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Stefano Bossi, amministratore delegato di Vem Sistemi
Stefano Bossi, amministratore delegato di Vem Sistemi

Che l’IoT sia una grande opportunità per le aziende e per i fornitori di soluzioni è un fatto assodato. Ma come tutte le opportunità per diventare realtà deve conquistare la fiducia degli utenti. E nel caso dell’Internet delle cose l’ostacolo più importante oggi non è nella tecnologia o nella mancanza di soluzioni, quanto nella capacità di trasmettere correttamente e compiutamente il valore di queste scelte e di questi progetti alle imprese. In altre parole, per lo sviluppo dell’IoT è necessario dare alle aziende e alle persone una idea chiara di cosa vuol dire rivedere i processi, la produzione, la logica del business grazie all’Internet of Things.

E’ con questo obiettivo che nascono le IoT stories di Elliot, il personaggio inventato da VEM sistemi per rappresentare con la simpatia e l’immediatezza di un cartoon come l’Internet delle cose può cambiare in meglio il nostro modo di vivere, di lavorare, di sentirci in sicurezza, ma anche di viaggiare, di curarci, di divertirci e tanto tanto altro ancora.

«Abbiamo sentito l’esigenza di sperimentare un nuovo linguaggio – spiega l’amministratore delegato di VEM sistemi, Stefano Bossi – perché una novità così radicale e importante come l’IoT necessità di una comunicazione nuova, di un timbro appropriato che sappia mettere a confronto, in modo speculare, com’è la nostra esperienza di vita e di lavoro senza l’IoT e come invece cambia con l’Internet delle cose. Un format che vuole nel contempo mostrare concretamente e visivamente come possiamo risolvere tanti problemi e come possiamo migliorare la qualità del lavoro e della vita».
Di fatto la bella idea di VEM sistemi, che opera sul mondo Iot con un partner di riferimento come Cisco, sta nella invenzione di un “doppio” Elliot che vive in due mondi paralleli; uno tradizionale, consueto e uno dove si vive e si lavora in ambienti che si appoggiano all’Internet delle cose, mostrando chiaramente come cambiano le “cose”. Guarda il primo video della IoT Stories

Un nuovo concetto di networking

E con questa iniziativa si entra in un ambito che attiene alla sensibilizzazione, alla formazione e alla cultura delle imprese. «IoT implica un nuovo concetto di networking – prosegue Bossi -, un concetto in grado di dare una visione completa di tutte le componenti di un insieme, che si tratti di una impresa, di un edificio o di una città, l’approccio deve essere quello di considerare tutte le componenti che possono “parlare” perché hanno qualcosa da “dire” ad esempio sulla produzione, sulla sicurezza, sull’efficienza degli ambienti».

«Sappiamo che la sensoristica è in grado di far parlare tutte le cose – interviene Marco Bubani, Responsabile Design & Delivery progetti IoT di VEM sistemi – e il vero tema, anche culturale, è quello di governare la enorme mole di dati che tutte queste “cose” mettono a disposizione. Una domanda che trova la sua risposta nel layer software, nel middleware e nelle applicazioni che devono agganciare il tema IoT con il tema Big Data e con gli analytics». Tutto questo significa grandi competenze a livello di integrazione, che vuol anche dire gestione dei tre diversi livelli che compongono oggi i progetti IoT: «a partire dall’Internet delle cose di “campo” spiega Bubani – , ovvero apparati e sensoristica, per proseguire con l’infrastruttura e le reti per arrivare alla gestione del dato, nella sua intelligibilità e rappresentazione. Il tutto con garanzie di sicurezza ad ogni livello».

Campo d’azione

Accanto alla lodevole operazione di sensibilizzazione e di formazione all’IoT di Elliot, VEM sistemi accompagna una strategia basata sull’offerta di soluzioni e di servizi che corrispondono alle risposte che hanno permesso all’Elliot “innovativo” di risolvere tanti problemi e di vivere meglio.
In particolare Bossi tiene a precisare il campo d’azione e sottolinea che le priorità di VEM sistemi sono: «nell’Industry 4.0, nell’ambito del building automation, nei data center e nella sicurezza». In questi settori VEM sistemi è in grado di dare alle aziende una prospettiva come quella che possono vedere efficacemente esemplificata in Elliot.

Elliot, il protagonista delle IoT stories di Vem Sistemi

«L’altro spirito di questa serie web – prosegue Bossi – è quello di rappresentare in modo non convenzionale il concetto di digital transformation», in coerenza con la cultura di VEM sistemi che è sempre stata quella di accompagnare i clienti verso la trasformazione vera e completa della loro impresa in una impresa digitale. «Noi vogliamo essere degli abilitatori – prosegue -, non ci limitiamo alla evangelizzazione, ma abbiamo, come rappresenta Elliot, il gusto per passare dalle parole ai fatti con una profonda conoscenza dei settori di riferimento».

Nel caso dell’Industry 4.0 Vem Sistemi mette a disposizione un ricchissimo portfolio di competenze. «Siamo convinti – osserva Bossi – che nel mondo dello Smart Manufacturing i processi IoT focalizzano tre tipi di vantaggi che difficilmente si riesce a far coesistere: efficienza, efficacia e velocità. Le nostre soluzioni riescono a raggiungere questi obiettivi proprio grazie alla visione di insieme che caratterizzano i nostri progetti e al layer software che serva da collante». Così come serve da collante anche il tema della sicurezza che attraversa tutti settori e che di fatto è a tutti gli effetti un fattore abilitante anche a livello culturale, perché nel momento in cui si danno risposte convincenti sulla sicurezza si abilitano tutti i successivi processi decisionali e «proprio per questo lavoriamo a 360 gradi, sia con competenze dirette, sia con competenze di aziende controllate come Certego, una start up modenese che fornisce servizi di sicurezza IT gestita e di protezione contro il Cybercrime». Stesso discorso nell’ambito analytics dove VEM sistemi conta anche su myDev la società specializzata nella customizzazione di soluzioni di analytics acquisita nel 2015.

Questo portfolio di competenze va a comporre il profilo di VEM sistemi che, come conclude Bossi si sviluppa su quattro linee: delivery company, che fa leva sulle competenze di integrazione e di implementazione; service company, che dispone di asset come il Network Operation Center (Noc) e l’area my.vem; la consulting company, che propone i servizi di di advisory e la software company, che si appoggia sulle capacità di sviluppo interne e delle società controllate».

Focalizzazione professionale

Marco Bubani, precisa a sua volta gli obiettivi del progetto “Elliot” che corrispondono naturalmente anche al perimetro di business di VEM sistemi: «L’IoT apre un mondo vastissimo che comprende tutta una componente consumer, che si rifà ad esempio ai wearable, per arrivare a tutte le applicazioni e le soluzioni del mondo professionale. VEM sistemi si colloca chiaramente nel mondo business che nel caso dell’Industry 4.0 significa portare connettività digitale nei processi industriali e nella capacità di sviluppare soluzioni in grado di vincere la tradizionale e ben radicata ritrosia del mondo industriale ad aprire i propri processi». Il tema della sicurezza è ricorrente proprio perché accompagna in modo indissolubile il tema dell’apertura dei processi. E con l’IoT necessità di nuove risposte e nuove soluzioni.

Marco Bubani, Responsabile Design & Delivery progetti IoT
Marco Bubani, Responsabile Design & Delivery progetti IoT di VEM sistemi

Per vincere queste perplessità è necessario trasferire correttamente una idea chiara dei vantaggi che si possono ottenere, «ad esempio – osserva Bubani – se rimaniamo nel mondo dell’automazione industriale è necessario valorizzare in modo chiaro i vantaggi in termini di manutenzione predittiva, di flessibilità degli impianti, di efficienza generale, di risparmio energetico. E per chi si spaventa all’idea di mettere in rete il proprio processo industriale è necessario dare visibilità ai layer di security che già oggi sono disponibili e che permettono di disporre di un presidio di garanzia a livello di gestione dei dati».

In questo senso è importante parlare anche dell’IoT applicata ai data center. Ed è utile ricordare che nei corsi e ricorsi dell’Ict si è prima abbandonata la visione centralizzata dei vecchi mainframe per passare all’It distribuita, per ritornare adesso a una nuova forma di concentrazione sul Cloud. Ora che questo passaggio si salda con l’IoT è necessario disporre di una nuova visione del data center che «può essere interpretato come un processo industriale vero e proprio cui viene richiesto di produrre costantemente dati e servizi appunto con una logica di tipo industriale. E se consideriamo che il data center è spesso parte integrante dell’azienda si deve parlare di una gestione integrata degli edifici sulla base di criteri di building automation anche in questo caso con tutto quello che ne consegue a livello di impiantistica, centrali termiche, illuminazione, climatizzazione, impianti elettrici e sicurezza nella prospettiva di associare la visione di insieme e la gestione di tutte le componenti dell’impresa alla concretezza di restituire al management dei chiari e concreti risultati di business.

E nel rispetto dello spirito che ha portato alla realizzazione delle Iot stories di Elliot è Stefano Bossi che conclude tracciando il profilo di VEM sistemi in una battuta: «rendiamo possibili le “cose”», con un percorso di comunicazione basato sul “lead by example”, ovvero che parla attraverso le esperienze concrete realizzate nelle aziende.

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