Si è tenuto pochi giorni fa a Londra l’Enterprise Apps World, una delle più importanti manifestazioni al mondo dedicate ad analizzare gli impatti e le implicazioni della diffusione dei dispositivi mobili nelle aziende, che ha coinvolto in questa edizione 2014 oltre 8.000 iscritti e più di 200 espositori. Diversi sono stati i temi trattati durante i due giorni, tra tavole rotonde, brief di operatori del settore, “Enterprise Apps Hackathon” e molto altro, e uno dei più importanti riguarda ovviamente i Mobile Device.
Nel passato il mercato dei Sistemi Operativi per dispositivi mobili all’interno delle aziende è stato dominato da BlackBerry e da Windows (nelle versioni Mobile o CE). A livello consumer, attualmente le piattaforme predominanti sono Android (che a livello mondiale ha il 70/75% della quota di mercato) e Apple iOS (con un 20/25%). Questo spostamento ha un impatto anche sulle aziende, dal momento che, sempre più, c’è la volontà di introdurre dispositivi mobili che dipendenti e collaboratori sono capaci di utilizzare, spesso proprio perché li usano già nella loro vita quotidiana come dispositivi personali, in modo da ridurre le barriere all’adozione e le attività necessarie per la formazione dei collaboratori.
Mobile Device, schermi più ampi e più portabilità (in attesa dei wearable)
Ecco che quindi la prospettiva consumer diventa particolarmente interessante anche per le aziende che devono introdurre mobile device a supporto dei propri processi di business. Secondo Jesse Beaumont, CEO di ShinobiControls, l’Enterprise Mobility è spinta proprio dal mercato consumer e proprio per questo le aspettative degli utenti sono molto elevate. L’offerta di dispositivi mobili enterprise si sta modificando, passando da un’offerta “full-rugged” (dispositivi molto resistenti agli urti, dotati di tastiera fisica e schermo di dimensioni ridotte) a una “semi-rugged”, combinando le richieste di affidabilità e robustezza con schermi più ampi e maggior portabilità (contenendo il peso dei dispositivi e le loro dimensioni).
Grazie all’adozione di schermi multi-touch (e alla rimozione della tastiera fisica) anche per il mercato enterprise le App possono beneficiare di un layout “landscape” (ovvero in orizzontale), fornendo maggiori informazioni all’utente e, allo stesso tempo, ottimizzando le attività di data entry grazie all’adozione della tastiera (software, in questo caso) migliore per lo specifico inserimento. Infine, sempre più interesse è rivolto verso i dispositivi wearable, che potranno giocare un ruolo molto importante nel supportare gli operatori nello svolgere le loro attività lavorative in vari settori.
Attualmente il segmento “business oriented” pesa per il 20% circa del mercato delle tecnologie wearable. Secondo Saverio Romeo, Principal Analyst di Beecham Research, è necessario che, nello sviluppo dei nuovi prodotti, il mercato adotti un approccio “user-centric” piuttosto che orientato alla mera introduzione di nuove tecnologie.
Mobile App, le sviluppa l’IT o il business?
Oltre ai dispositivi, grande attenzione all’evento è stata posta ovviamente sulle Mobile App, fondamentali per rendere “mobile” i processi di business e offrire un supporto puntuale e completo allo svolgimento di attività lavorative da parte di dipendenti e collaboratori. Secondo Vincent Geake, Enterprise Security Adviser Vodafone, la funzione IT deve continuare a presidiare l’infrastruttura e la sicurezza, ma il dominio dei dati di business è una conoscenza che spetta alle singole Business Unit. Dello stesso avviso è anche Mark Troester, Senior Director of Pacific Product Management and Solution Marketing di Progress, secondo cui le Line of Business devono essere messe in grado di costruirsi (e svilupparsi) le loro applicazioni in autonomia, dal momento che sono le principali conoscitrici dei processi e, di conseguenza, del dominio dei dati.
Per raggiungere questo livello di “self-service” diventeranno sempre più importanti le piattaforme di sviluppo. Tuttavia, come evidenziato da Laurence Trifon, Director of Business Development di SendGrid, l’IT dovrà presidiare questo nuovo processo di sviluppo, valutando gli specifici casi d’uso e i requisiti tecnologici e funzionali della specifica App.
Sicurezza: classificare dati e utenti
La diffusione di soluzioni mobile pone l’attenzione anche al tema della sicurezza dei dati: le aziende devono predisporre una “security strategy” che consenta loro di garantire la sicurezza dei dati aziendali che possono essere immagazzinati direttamente sui device (all’interno delle app) oppure essere accessibili da remoto con credenziali di accesso contenute nei dispositivi stessi. Il tutto si complica considerando anche che, oggigiorno, ognuno ha a disposizione almeno due o tre dispositivi mobili.
Secondo Don Crabtree, Principal and Infrastructure Architect di Delta Air Lines, le aziende non possono gestire puntualmente tutti i dispositivi: è necessario spostare l’attenzione verso gli utenti, classificandoli e fornendo a ciascuno il diritto di accedere alle specifiche informazioni di cui ha bisogno. E questo è ancora più importante se consideriamo il tema del Bring Your Own Device (BYOD).
Per Dragan Pendic, Chief Security Architect di Diageo, è necessario un cambiamento culturale nel modo di lavorare delle persone: ad esempio spingendo i collaboratori a cambiare l’utilizzo delle email, inviando link a file memorizzati su server sicuri piuttosto che allegarli a un messaggio. Oltre a questo, è molto importante identificare il proprietario dei dati e stabilire quanto questi siano sensibili oppure no.
Un tema, questo, particolarmente sentito nella Sanità, come evidenziato anche da Subir Mondal, Deputy Director IS di NHS – Royal Free London NHS Foundation Trust, che ha sottolineato la necessità di identificare chi utilizzerà i dati presenti nei sistemi informativi (infermiere, medico, paziente), in modo da fornirgli solo le informazioni cui ha accesso. Secondo Simon Body, CTO di Camwood, è necessario classificare i dati, distinguendo quelli che sono “estremamente sensibili” (cioè quelli che non potranno mai lasciare il perimetro aziendale, né tramite mobile né tramite altri mezzi) da quelli che, al contrario, possono essere fruiti fuori dai confini aziendali e, quindi, dovranno essere “sicurizzati” secondo un particolare metodo.
Unificare tutto in una vera “Mobile Strategy”
In questo contesto è fondamentale che le aziende abbiano una “mobile strategy”: investendo nelle tecnologie mobile, identificando nuovi casi d’uso mobile e introducendo specifici indicatori di performance per attivare un processo di miglioramento continuo. Secondo Matt Johnston, Chief Marketing & Strategy Officer di Applause, la Mobility è, sempre più, sinonimo di “user-centricity”, centralità dell’utente: porre l’utente al centro dello sviluppo di applicazioni digitali consente di decidere se, come e quanto le specifiche soluzioni debbano essere accessibili da remoto e da mobile, identificando puntualmente i modi di utilizzo migliore per fruire delle specifiche informazioni in mobilità.