Scenari

Entro 4 anni il vostro smartphone sarà più intelligente di voi

Il device potrà proporre acquisti di sicuro nostro gradimento, o anticipare la sveglia se c’è molto traffico. Il tutto non grazie a processori particolarmente potenti, ma grazie all’analisi di enormi quantità di dati nelle nostre “personal cloud”

Pubblicato il 29 Nov 2013

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Nel giro di quattro anni il vostro smartphone sarà più intelligente di voi, e potrà fare molte cose al posto vostro, ma solo se lo vorrete. Questa la previsione di Gartner, secondo cui questa straordinaria evoluzione si dovrà al “cognizant computing” e cioè all’elaborazione di enormi quantità di dati individuali delle persone, archiviati nelle loro personal cloud. Lo smartphone potrà proporvi acquisti di sicuro vostro gradimento, o anticipare la sveglia se un ingorgo rischia di farvi arrivare in ritardo a un importante appuntamento, il tutto grazie all’analisi delle informazioni provenienti dal calendario dello smartphone, dai suoi sensori, dai dati personali e così via.

«Gli smartphone stanno diventando più intelligenti, e saranno più intelligenti di voi nel 2017 – spiega Carolina Milanesi, research vice president di Gartner -. La tecnologia li ha dotati di fotocamere, GPS e sensori, mentre le App li ha arricchiti con funzioni che migliorano la nostra vita quotidiana dal punto di vista sociale, delle conoscenze, dell’intrattenimento e della produttività, ampliando e migliorando la loro gamma di potenzialità soprattutto grazie al personal cloud». Il cognizant computing proseguirà quest’evoluzione, permettendo allo smartphone di predire cosa vuole l’utente e di cosa ha bisogno, e di rispondere in tempo reale.

Le prime attività che saranno interessate da questo trend saranno quelle poco importanti ma che richiedono tempo, per esempio prenotazioni dal medico o dal meccanico, definizione della lista delle cose da fare nella settimana, invio degli auguri di compleanno agli amici. Dopodiché gradualmente, spiega Gartner, man mano che la fiducia nel nostro smartphone aumenterà, gli affideremo compiti e attività meno banali.

Quattro fasi: dal “sincronizzati” al “sostituiscimi”

Nel 2017 lo smartphone sarà più intelligente dell’uomo non per l’eccezionale potenza del suo processore, sottolinea Gartner, ma per il volume di dati su cui potrà lavorare, che saranno appunto archiviati in cloud. «Sarà il nostro “agente segreto digitale”, ma solo se gli metteremo a disposizione i dati e le informazioni su cui lavorare», spiega Milanesi. «Ci saranno situazioni molto diverse in funzione di normative, privacy, fasce d’età e regioni geografiche».

Il cognizant computing si compone di quattro fasi, di cui le prime due – Sync Me, e See Me – sono già in corso, mentre Know Me e Be Me si realizzeranno nei prossimi anni. Più in dettaglio, Gartner definisce così le quattro fasi:

Sync Me: le copie dei “beni” digitali di ciascuno sono sincronizzabili tra tutti i suoi device mobili e fissi;

See Me: lo smartphone sa dov’è (e dov’è stato) l’utente su internet e nel mondo fisico, ed è in grado di adattare i servizi offerti a queste informazioni.

Know Me: lo smartphone capisce cosa vuole l’utente e cosa gli piace, e gli presenta proattivamente questi beni e servizi.

Be Me: lo smartphone agisce per conto dell’utente, in funzione di regole da questo esplicitamente definite, o dedotte dalle informazioni raccolte nel tempo.

Nel report, Gartner si sofferma anche sugli impatti del “cognizant computing” sugli operatori del mercato mobile. Il vantaggio competitivo sarà di chi controlla i dati nelle personal cloud, e quindi detiene il rapporto diretto con il consumatore, conoscendolo sempre meglio e riuscendo a capitalizzare nel miglior modo offerte sempre più personalizzate e ritagliate sui suoi gusti ed esigenze del momento.

Privacy: per molti sarà solo una questione di cosa ottenere in cambio

Le opportunità di mobile commerce aumenteranno di conseguenza man mano che si diffonderà l’uso di “mobile wallet”, di App per l’acquisto via carta di credito, e delle tecnologie NFC per il “mobile proximity payment” ma, come sottolinea Milanesi, «l’utente dovrà configurare regole e permessi sullo smartphone in modo che questo faccia solo cose pre-approvate alle condizioni stabilite, in modo da evitare che il device prenda decisioni d’acquisto sbagliate».

Per quanto riguarda la privacy, continuerà a essere un problema importante per diversi consumatori, ma per molti altri sarà solo una questione di ottenere abbastanza valore in cambio dei propri dati. I benefici percepiti da certe App, spiega Gartner, potrebbero facilitare comportamenti che solo pochi anni fa sarebbero stati considerati inaccettabili per la propria privacy.

«Gli smartphone veicolano la naturale esigenza di comunicare ed esprimere se stessi – osserva Milanesi -, e l’era del personal cloud permette ad utenti e ai device di accedere e condividere sempre più dati. Nei prossimi cinque anni le informazioni su di noi, sui nostri gusti, sul nostro contesto quotidiano e sulle nostre relazioni con gli altri saranno usate dai nostri device per aumentare la loro importanza, e alla fine per migliorare le nostre vite».

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