Entro sette anni gli oggetti “intelligenti” connessi saranno 26 miliardi

È attesa una vera e propria esplosione di dispositivi in molti settori, dal medicale all’industria, dalle assicurazioni all’agricoltura, ma a livello consumer c’è il rischio che le capacità “intelligenti” degli oggetti non vengano utilizzate. Le previsioni di Gartner

Pubblicato il 21 Gen 2014

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Nel 2020 l’Internet of Things (IoT) potrà contare su 26 miliardi di oggetti connessi, un numero superiore di quasi 30 volte rispetto al 2009 quando gli oggetti “smart” erano appena 0,9 miliardi. La loro vendita e utilizzo genererà ricavi addizionali di oltre 300 miliardi di dollari, da attribuire soprattutto ai servizi a supporto, e un valore aggiunto complessivo nei diversi segmenti di mercato di 1.900 miliardi di dollari a livello mondiale.

A darne evidenza è Gartner, che mette l’accento sul fatto che la crescita degli oggetti “smart” sarà di gran lunga superiore a quella di tutti gli altri dispositivi connessi (pc, tablet e smartphone), che nel 2020 raggiungeranno circa 7,3 miliardi di unità.

Nel mondo consumer, secondo la società di ricerca, questo enorme numero di oggetti connessi produrrà anche degli sprechi. Il basso costo di rendere “intelligenti” i prodotti di uso quotidiano renderà diffusa la presenza di dispositivi “fantasma”, caratterizzati da connettività inutilizzata. Da una parte infatti ci saranno prodotti la cui “intelligenza” richiederà un software specifico per essere attivata, e dall’altro prodotti di cui semplicemente il consumatore non utilizzerà la connettività.

Oggetti Intelligenti

Quanto al mondo enterprise, aumenterà la gamma di prodotti IoT offerti: si spazierà da dispositivi medici avanzati, che beneficieranno dei dati raccolti dai sensori e dei progressi della medicina, a sensori di automazione in fabbrica, da applicazioni di robotica industriali a sensori che aumenteranno il rendimento delle coltivazioni agricole. Inoltre prolifereranno soluzioni anche per l’automotive, il trasporto stradale e ferroviario, la distribuzione e trasmissione elettrica. E ancora, nel settore assicurativo l’IoT permetterà nuovi modelli di tariffazione pay-per-use basati su dati di guida in tempo reale, che aiuteranno a valutare i reali rischi. Il settore bancario e dei titoli continuerà investire sulla tecnologia mobile e sui micropagamenti basati sull’utilizzo dei POS, ma punterà anche a sperimentare nuove strade per il miglioramento dei sistemi di sicurezza.

«Entro il 2020 i costi dei componenti scenderanno a tal punto che la connettività diventerà una caratteristica standard, anche per i processori che costano meno di un dollaro. A questo punto diventerà conveniente collegare qualsiasi cosa e offrire il controllo remoto, il monitoraggio e la rilevazione dei dati», afferma Peter Middleton, research director di Gartner. «Il fatto è che oggi non esistono ancora fisicamente molte categorie di cose che saranno collegate nel 2020. Ci aspettiamo una vera e propria esplosione di dispositivi offerti, man mano che i designer troveranno modi sempre diversi di sfruttare l’intelligenza dei prodotti quotidiani».

L’IoT a valore aggiunto sarà quindi composto dalla combinazione di una componente più matura, che già oggi sta dando benefici, e di una emergente a cui è associato un alto tasso di crescita di benefici e opportunità, legata a un’integrazione tra tecnologie settoriali e generiche, di ampia diffusione, come ad esempio le tecnologie di “Smart Building” di illuminazione LED e di condizionamento HVAC (Heating, Ventilation and Air Conditioning).

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