Mobile

Ericsson: largo a LTE e all’Agenda Digitale

“La diffusione delle reti mobile a banda ultra-larga è fondamentale anche a livello enterprise, ma in Italia occorre un piano congiunto che favorisca l’evoluzione del mercato”, spiega in questa intervista Nunzio Mirtillo, Amministratore Delegato Ericsson Italia

Pubblicato il 10 Apr 2013

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Le nuove reti mobile a banda ultra-larga 4G/LTE non saranno fondamentali solo nel mondo Telco per abilitare servizi di connessione più performanti, ma giocheranno un ruolo chiave anche a livello Enterprise per migliorare il livello dei servizi erogati ai clienti. E’ uno dei concetti principali emersi da una nostra intervista a Nunzio Mirtillo, Amministratore Delegato Ericsson Italia e Presidente e General Manager Regione Mediterranea di Ericsson, nella cornice dello stand Ericsson al Mobile World Congress 2013 di Barcellona.

Può spiegare con qualche dato l’attività di Ericsson?

Nel 2012 Ericsson ha fatturato 34 miliardi di dollari, con un quarto trimestre molto positivo, in cui il valore dell’azione è aumentato del 25%. Investe 4 miliardi di dollari l’anno in ricerca e sviluppo, e detiene 30.000 brevetti, incassando 700 milioni di euro l’anno dalla vendita di licenze d’uso di questi brevetti. E’ presente in 180 Paesi e ha 110.000 dipendenti in tutto il mondo. Il 40% del traffico Mobile nel mondo scorre su reti Ericsson, con 950 milioni di utenti serviti.

Su quali innovazioni sta lavorando la vostra ricerca e sviluppo?

Nunzio Mirtillo, Amministratore Delegato Ericsson Italia

Prima di tutto stiamo lavorando per favorire l’introduzione e abilitazione della rete LTE, che ha già 65 milioni di utenti, che diventeranno 1,6 miliardi nel 2016. Grazie alle sue specifiche tecniche (stabilità, latency ridotta, capacità di trasmissione) è un paradigma altamente performante la cui diffusione cresce a ritmi vertiginosi, superiori a qualsiasi altra tecnologia di telecomunicazione finora introdotta. Una delle principali esigenze è per esempio è l’erogazione di contenuti video ad alta qualità: ogni utente trascorre circa 4 ore alla settimana nel vedere video streaming, e questo dato continua a crescere. Nel futuro sarà importante garantire la possibilità che moltissime persone possano guardare lo stesso video simultaneamente: ad esempio in uno stadio, nel momento in cui viene fatto un gol. Ad oggi ciò non è possibile per le limitazioni di prestazione della rete, ma in futuro lo sarà, grazie a tecnologie come LTE Broadcast. Oltre a LTE Broadcast poi stiamo lavorando a diverse altre innovazioni legate al mondo video, e a strumenti che facilitano le telco sia nell’abilitazione delle tecnologie, sia nella gestione delle reti, nonché su Ericsson Cloud, con cui porteremo tutta la rete sul Cloud, al fine di rendere disponibili tutte le informazioni e applicazioni di gestione della rete in un’unica repository virtuale con evidenti risparmi in termini di costi operativi di gestione.

Quali sono i principali ostacoli alla diffusione dei servizi LTE?

Oggi non tutti gli smartphone attuali sono abilitati all’uso di reti LTE, ma questo si risolverà presto con il ricambio tecnologico. Poi c’è la questione delle frequenze. Non esiste ancora uno standard diffuso, gli smartphone operano su frequenze diverse: è un problema che va affrontato, bisogna ovviare a questa frammentazione. La frequenza a 1800 Mhz è uno standard comunque diffuso a livello internazionale. Gli operatori si devono concentrare su frequenze standard delle reti per consentire la diffusione dell’LTE in tutta Europa. Dal lato utente, invece, il 4G ancora non esiste: il problema attuale è quello della rete, ma di sicuro ci sarà una nuova frontiera di servizi abilitati che coinvolgeranno molto di più l’utente. Le infrastrutture delle reti, che hanno ormai oltre 30 anni di vita, devono comunque essere ammodernate. I nuovi server che stanno prendendo piede sul mercato garantiranno una capacità elaborativa superiore consentendo comunque un notevole risparmio in termini di costi operativi. Ericsson si sta concentrando su questi temi, abbracciando progetti internazionali che faciliteranno l’evoluzione di queste tendenze.

Qual è il suo punto di vista sulla situazione in Italia?

Il mercato italiano deve evolvere: c’è bisogno di un piano congiunto che sia focalizzato sull’IT e che supporti l’evoluzione del mercato e risponda al fabbisogno dei consumatori. L’Agenda Digitale può giocare questo ruolo, ma deve andare avanti. Serve una strategia concreta e condivisa in grado di anticipare i problemi, non un continuo rincorrere per affrontare i problemi che si presentano volta per volta. Quanto al cosiddetto ‘Digital Divide’, è vero che la copertura attuale delle reti di mobile broadband è limitata principalmente ai grandi centri: occorre diffondere il servizio in maniera più massiva, per cui è necessario continuare a innovare per far fronte alle maggiori richieste di banda e connessioni.

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