Esoscheletro: la tecnologia che trasforma lo smart manufacturing e spiana la strada al cobot

Secondo il gruppo Visionary Innovation di Frost & Sullivan, l’automazione e l’intelligenza artificiale abilitano una nuova collaborazione uomo-robot, che sarà sempre più diffusa all’interno delle fabbriche intelligenti

Pubblicato il 22 Dic 2016

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L’esoscheletro è un apparato meccatronico in grado di potenziare le capacità fisiche (forza, agilità, velocità, potenza, ecc.) dell’utilizzatore che ne viene rivestito. Si tratta di una sorta di “muscolatura artificiale” che trova impiego nel campo dell’ingegneria biomedica, per aiutare ad esempio i disabili che hanno perso le funzionalità di alcune parti del corpo, così come nell’industria militare, come armatura potenziata per i soldati. Secondo le evidenze di uno studio, intitolato “Analysis of Exoskeleton Technology Implementation in Future Factories”, redatto dal gruppo per l’innovazione visionaria di Frost & Sullivan, gli esoscheletri (sia passivi che attivi) saranno oggetto di un’ampia diffusione in tutti i settori, tra cui l’automobilistico, il manifatturiero, la manutenzione, la sanità e la difesa. Nell’industria 4.0, gli esoscheletri possono favorire l’operato dei lavoratori, migliorare l’ergonomia e offrire maggior sicurezza sul lavoro, aumentando l’automazione dei compiti e migliorando così la qualità dell’output, riducendo gli sprechi e diminuendo i livelli di assenteismo dovuto a infortuni. Comprendere i costi, i benefici e il ritorno sull’investimento (ROI) dell’integrazione degli esoscheletri nelle catene di montaggio potrebbe inoltre essere il primo passo verso la più ampia collaborazione uomo-robot (cobot).

ROI rapido

«Gli esoscheletri rivestiranno un ruolo critico nel futuro delle fabbriche intelligenti – osserva Vijay Natarajan, analista del gruppo per l’Innovazione Visionaria di Frost & SullivanEntro il 2020, le aziende nella maggior parte dei settori utilizzeranno una qualche forma di tecnologia dell’esoscheletro ed è probabile che entro il 2025 concetti come la collaborazione uomo-robot, o cobot, sostituiranno gli esoscheletri, portando a una maggiore efficienza nell’industria del futuro». Lo studio fa parte del programma Visionary Innovation (Mega Trends) Growth Partnership Service di Frost & Sullivan, che esamina le macro tendenze che plasmano il mondo evidenziando le implicazioni macroeconomiche (a livello di economia Paese) e microeconomiche (sulle aziende) delle tecnologie di prossima generazione.

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Il potenziale per una perfetta integrazione all’interno delle fabbriche, i costi di manutenzione inferiori e un ROI interessante con un periodo di ammortamento inferiore a un anno indicano un’enorme promessa per la tecnologia dell’esoscheletro, anche se alcune sfide rimangono. Attualmente, infatti, non ci sono normative che limitino l’utilizzo degli esoscheletri negli stabilimenti industriali. È necessaria la definizione di un quadro normativo adeguato per garantire che i requisiti di sicurezza relativi all’utilizzo della tecnologia siano soddisfatti. In seconda battuta, poi, resta la percezione negativa del fatto che le macchine siano in grado di sostituirsi agli esseri umani, invece di aiutarli. Inoltre, il dibattito su chi abbia il controllo – se la macchina o l’utente – rappresenta una preoccupazione per la maggior parte degli utenti.

Poiché i notevoli vantaggi economici, in termini di produttività e assicurazione per i lavoratori, spingono avanti la tecnologia dell’esoscheletro, diversi operatori stanno offrendo soluzioni innovative. «L’evoluzione dell’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico alla lunga porteranno a robot intelligenti autonomi, che percepiscono l’ambiente circostante e lavorano efficacemente con gli esseri umani per portare le tecnologie produttive a nuovi livelli di efficienza – afferma Natarajan -. In questo senso, gli esoscheletri hanno un ruolo decisamente unico nel futuro delle fabbriche che sfruttano la collaborazione uomo-robot».

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