Approfondimenti

Fare cultura per spingere l’innovazione – Intervista a Federico Barilli

Federico Barilli, Direttore di Assinform, l’Associazione nazionale delle aziende del settore ICT, risponde alle domande di Alessandro Perego, responsabile scientifico dell’Osservatorio Mobile & Wireless Business della School of Management del Politecnico di Milano  

Pubblicato il 01 Ott 2008

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La collaborazione tra la School of Management del
Politecnico di Milano e Assinform, l’Associazione
nazionale, aderente a Confindustria, delle Aziende di
Information Technology operanti sul mercato italiano, ha ormai
diversi anni di storia: data infatti al 2003 il primo evento
organizzato insieme sul tema delle applicazioni Mobile &
Wireless.

L’attività congiunta riguarda numerose aree
tematiche tra quelle presidiate dagli Osservatori ICT &
Management – dalle soluzioni Mobile a supporto del
Business alla gestione digitale dell’informazione
aziendale, dall’eCommerce B2c alle tecnologie a sostegno
del Made in Italy. Alla base della collaborazione sta una
profonda convergenza del progetto “culturale” che
queste due realtà stanno portando avanti: il tentativo di far
crescere, nel management aziendale e nei decisori pubblici, la
consapevolezza del ruolo che le tecnologie
dell’informazione e della comunicazione possono avere nel
favorire l’innovazione e la competitività delle imprese
italiane, della Pubblica Amministrazione e del “Sistema
Paese”.

Proprio in questa prospettiva, abbiamo voluto
intervistare Federico Barilli, dal 1994 Direttore di Assinform,
che, in tale incarico, si occupa della gestione operativa
dell’Associazione, coordinando le attività, le
iniziative e i programmi indicati dall’Assemblea, dalla
Giunta e dal Consiglio Direttivo di Assinform. In questo lungo
arco di tempo, l’Associazione si è profondamente
rinnovata. Se nel 1994, infatti, contava circa 20 aziende
associate, oggi, anche a seguito di alcune importanti fusioni
associative in Confindustria, raggruppa quasi 500 imprese del
comparto, tra dirette (circa 200 soci effettivi) e indirette
(circa 300 soci aggregati), queste ultime aderenti tramite le
sezioni IT di alcune Unioni Industriali del sistema
confederale. A Federico Barilli abbiamo chiesto di illustrare
l’ambito di intervento dell’Associazione nel
contesto attuale dell’ICT italiana, il suo punto di vista
sullo scenario che attende le aziende nel prossimo futuro e le
prospettive, in particolare, del settore Mobile & Wireless
in Italia.

Quali sono la mission, gli obiettivi e le
attività di Assinform?

La mission associativa si gioca su due piani tra loro
strettamente connessi e complementari. In primo luogo,
rappresentare una struttura produttiva, quella dell’IT,
che ha un ruolo strategico per il nostro Sistema Paese, come
per tutte le economie mondiali, ma che non trova adeguata
attenzione e ascolto da parte del mondo politico e
istituzionale italiano e anche da una parte dello stesso
mercato. In secondo luogo, favorire la diffusione
dell’innovazione ICT in Italia, grazie alla competenza e
all’impegno delle aziende associate e dei servizi/delle
tecnologie che esse offrono ai propri clienti.

Con una base associativa di quasi 500 imprese, Assinform
si pone come interlocutore di riferimento non solo per il
mercato, ma anche, e sempre di più, per tutte le realtà –
dalle istituzioni alle rappresentanza di altri settori – che
hanno interesse alle problematiche connesse con la
competitività e con l’innovazione. In sostanza Assinform
è la rappresentanza più autorevole di un settore che conta
oggi 400.000 addetti e oltre 25.000 società di capitali, per
un giro d’affari di 20 miliardi di euro, pari al 2% del
PIL.

Le molte attività che l’Associazione svolge, con
il contributo fondamentale dei suoi Associati, sono strutturate
sostanzialmente su due filoni prioritari: iniziative di
supporto e confronto con le rappresentanze dei grandi mondi
della domanda “business” di nuove tecnologie, quali
Banche, Industria, Pubblica Amministrazione, Sanità, Utility,
ecc.; definizione di attività/progetti volti a sviluppare
ambiti applicativi e tecnologici, trasversali, a sostegno della
loro diffusione presso gli utenti industriali, dei settori di
cui sopra: conservazione dei documenti informatici/memoria
digitale, formazione agli addetti, tecnologie Wireless in
azienda, ecc. Filoni che sono sostenuti da un’attività
solida e continuativa di lobby, di analisi di mercato e di
comunicazione ai media e al mercato.

Quale scenario sull’ICT in Italia emerge
dal più recente Rapporto Assinform?

Uno scenario a luci e ombre. Le luci possono
sintetizzarsi in due macro aree. Le medie imprese, le
cosiddette “multinazionali tascabili”, molte delle
quali operano nei settori del Made in Italy, più esposti alla
concorrenza mondiale e che continuano a crescere come
investimento in IT, sostenendo un comparto – quello
industriale – nel quale le grandi imprese e, soprattutto,
le piccole imprese fanno invece più fatica ad investire. Le
famiglie, che, nonostante la crisi economica incalzante, non
sembrano recedere dalla spesa in nuove tecnologie, per uso
personale, ma anche sempre più per uso professionale o
comunque a scopo di aggiornamento e di acculturamento.

Le ombre sono invece evidenti nel ritardo internazionale.
In Italia, nel 2007, la dinamica dell’ICT (+0,9%) è
risultata ancora una volta al di sotto di quella rilevata su
scala mondiale (+5,5%), nonostante un ritorno di interesse
diffuso – se pur ancora troppo limitato – all’Information
Technology (+1,6%), da parte delle imprese. Inoltre, si assiste
a un calo degli investimenti in TLC, a conferma di una certa
“saturazione” del mercato, particolarmente sentita
nel mondo della telefonia mobile, con impatti anche
sull’IT, sia perché il settore delle TLC è
“grande cliente” dell’informatica, sia
perché una riduzione degli investimenti nelle reti di nuova
generazione significa un uso più limitato dei servizi
informatici a valore aggiunto, presso le imprese, ma anche
presso le famiglie.

Qual è il rapporto tra Assinform e le altre
associazioni del mondo industriale? Riesce Assinform a giocare
il ruolo di “ponte” tra i fornitori ICT e le
aziende utenti?

Il rapporto con le altre associazioni imprenditoriali – a
partire da quelle, come noi, aderenti a Confindustria – si è
avviato da poco, ma è molto promettente e presenta prospettive
di grande interesse. Di fondamentale importanza si è rivelata
l’attività che Confindustria ha avviato lo scorso anno
in relazione al progetto governativo “Industria
2015”, con particolare riferimento all’area
progettuale denominata “Tecnologie per il Made in
Italy”. Iniziativa a cui Assinform ha aderito sin dal
primo momento, proprio perché ha colto il valore strategico,
ma anche “culturale” del progetto, in quanto si
apre un’opportunità forse irripetibile di condividere
iniziative di innovazione attraverso l’ICT, con alcune
componenti del sistema confederale (il legno-arredo, la moda e
il tessile, le macchine utensili), in grado di coinvolgere
attivamente l’importante fronte imprenditoriale da esse
rappresentato, in una logica di filiera.

Rimanendo in tema, ha ancora valore, e quale, un
momento di incontro domanda-offerta, localizzato in Italia,
quale Smau?

La scelta che Smau ha fatto, con l’attuale nuova
gestione, di andare da un modello ibrido Businessto- Consumer
misto a Businessto- Business, a un modello nel quale il
rapporto è solo tra impresa fornitrice e impresa utente, in
una logica di dialogo e di “education”, va
certamente nella direzione giusta. Non posso negare il fatto
che il settore delle fiere – soprattutto in un comparto così
evoluto e così orientato al Web, come quello dell’ICT
– sia quanto mai complesso e difficile. Ritengo però che
l’unica strada percorribile per vincere questa sfida sia
quella intrapresa dalla nuova Smau: uscire da una logica
solamente espositiva, inevitabilmente perdente in un mondo che
propone – tramite tanti canali, anche virtuali – i suoi nuovi
prodotti e le sue nuove soluzioni e adottare una strategia di
dialogo domanda-offerta, attraverso momenti informativi e
formativi, che consenta agli imprenditori italiani, soprattutto
di piccole e medie dimensioni, di toccare con mano i vantaggi
che l’ICT può dare loro. Faccio molti auguri al nuovo
management, perché so che la sfida è molto complessa, ma
anche appassionante e che loro sono in grado di poterla gestire
con intelligenza imprenditoriale.

Entrando più nello specifico, quale invece lo
stato di salute delle applicazioni basate su tecnologie Mobile
& Wireless, anche alla luce dei risultati
dell’Osservatorio congiunto Assinform- School of
Management del Politecnico di Milano?

L’Osservatorio Mobile & Business, ormai alla
sua quarta edizione, è oggi l’unica ricerca italiana (e
probabilmente anche europea) sull’impatto crescente che
le tecnologie Wireless giocano sul business delle imprese, sia
pubbliche che private. Nell’edizione 2008, alla quale si
sta già lavorando, emergeranno con maggiore evidenza i driver
di questo particolare mercato. Già l’ultima Ricerca
pubblicata ha comunque dato indicazioni di grande interesse. Il
mercato M&W – che ha raggiunto nel 2007 un ragguardevole
giro di affari, pari a oltre 2,5 miliardi di Euro – si avvia ad
essere un mercato strutturato, sia in termini di offerta, più
consapevole dei bisogni degli utenti, sia in termini di
domanda, più informata sulle applicazioni disponibili e sui
relativi impatti nei processi aziendali. Inoltre, i vantaggi
delle applicazioni M&W sono sempre più rilevanti in
termini di efficienza, per le aziende che le utilizzano e le
molte best practice pubblicate nel Rapporto, ne sono
un’evidenza tangibile. Le tecnologie Mobile &Wireless
impattano molto sui processi organizzativi e dunque il loro
successo è condizionato dal coinvolgimento di tutti gli attori
coinvolti, ai diversi livelli. Assinform e la School of
Management del Politecnico di Milano sono convinti che questa
attività di ricerca sia molto importante. Essa infatti
favorisce lo sviluppo di un mercato innovativo quale il Mobile
& Wireless nel nostro Paese, all’interno del quale
operano, oltre a molte aziende multinazionali, numerosi
operatori italiani, alcuni dei quali molto specializzati e in
grande crescita, oltre che con giuste ambizioni di proporre le
proprie soluzioni evolute, al di fuori dei confini
nazionali.

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