Fca sceglie il Polo Meccatronica: nasce il centro italiano della smart mobility

Il team R&S del gruppo automobilistico e l’hub di Trentino Sviluppo realizzeranno un circuito stradale ultra-tecnologico per mettere in pista le nuove frontiere dell’auto connessa. Priorità ai contesti urbani, per natura più esposti ai pericoli

Pubblicato il 02 Ott 2017

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Fca punta sul Polo Meccatronica di Rovereto per creare, insieme a partner locali, pubblici e privati, un circuito stradale ultratecnologico dove testare il futuro della mobilità intelligente. L’annuncio della partnership fra il gruppo automobilistico e l’hub tecnologico di Trentino Sviluppo è stato dato da Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles, arrivato a Rovereto per ricevere la laurea honoris causa in Ingegneria meccatronica, conferitagli dall’Università degli studi di Trento.

Il centro per i sistemi intelligenti di trasporto, primo nel suo genere in Italia, farà leva su un’asse di ricerca e sviluppo che vedrà coinvolti il Centro Ricerche Fiat e il Polo Meccatronica. Il progetto, che si inserisce nell’accordo firmato lo scorso maggio dal ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, con il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, Alessandro Olivi, prevede una pista chiusa al traffico e adattabile a tutte le esigenze simulative, su cui studiare e sperimentare sistemi avanzati per la sicurezza preventiva, basati sulle applicazioni di sistemi connessi e cooperativi che permettono di vedere “oltre il campo di vista” dei sensori ad oggi presenti sui veicoli.

Ingegneria made in Italy per l’auto connessa

Sarà simulato un contesto urbano, perché presenta un maggior numero di variabili capaci di influenzare lo scorrimento viario rispetto a quello autostradale: la presenza di ostacoli, pedoni, animali, incroci, rotatorie, piste ciclabili, semafori, segnaletica stradale, richiede infatti un’adeguata validazione delle tecnologie coinvolte.

Attraverso le tecnologie di connettività di nuova generazione, su tutte il 5G, le auto e i centri di controllo del traffico potranno presto, spiega una nota, “scambiarsi informazioni, aumentando il margine di sicurezza dei veicoli, con l’obiettivo di estendere la capacità dei mezzi di interpretare gli scenari che si presentano di continuo sulla strada, attraverso un miglioramento delle funzioni rese disponibili dagli attuali sistemi di ausilio alla guida”.

Il veicolo del futuro “sarà sempre più connesso e cooperativo fino a diventare autonomo e si andrà verso una mobilità molto diversa da quella attuale – sottolinea il direttore del Centro Ricerche Fiat di Trento Antonio Fuganti . Dovremmo costruire automobili sempre più intelligenti ma anche ‘smart road’ per migliorare la sicurezza di chi sta al volante. Per farlo bisogna ‘sensorizzare ed infrastrutturare’ autostrade e strade urbane, ovvero permettere loro di comunicare con il veicolo, e creare nuovi servizi, al fine di sfruttare in maniera ottimale il tempo che il conducente e le persone a bordo del mezzo utilizzano per i loro spostamenti”.

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