La tradizione della carrozzeria artigianale fondata da Dino Focaccia a Imola 68 anni fa e la lungimiranza di suo figlio Licio rispetto agli allestimenti speciali, sono le basi su cui si è evoluto il Gruppo Focaccia, oggi uno dei player di riferimento nel campo degli allestimenti speciali per veicoli, con clienti in ogni parte del mondo.
Quella che nel 1954 nacque a Imola come carrozzeria di riparazione e costruzione, oggi è attore di riferimento nel campo della realizzazione di allestimenti speciali per autoveicoli, arrivando a produrre mezzi da fornire direttamente a case automobilistiche di grandi marchi.
Il Gruppo Focaccia – che allestisce veicoli per persone con disabilità, mezzi delle Forze dell’ordine, ambulanze e veicoli speciali – ha investito sempre più in ricerca e sviluppo e, col tempo, la modalità di lavoro artigianale ha lasciato il posto alle linee di assemblaggio, capaci di intervenire sugli allestimenti con qualità e ripetibilità rimanendo, però, flessibili. L’ideale per produrre più modelli ed affrontare settori differenti.
Un percorso di modernizzazione con focus sulla tecnologia
Per Maurizio Zoffoli, vicepresidente di Focaccia Group, “la vera forza è stata quella di essere riusciti a fare proprie alcune tecniche che hanno permesso di superare la fase di semplici assemblatori, internalizzando l’intero sistema di produzione”. L’idea è quella di un cerchio che si chiude, un po’ come quello rosso disegnato intorno alla Effe del logo che contraddistingue, da sempre, la realtà cervese. Ed è proprio dall’incontro tra Licio, il figlio Riccardo e l’attuale vicepresidente che si è avviato l’intero processo di modernizzazione: oggi è un’azienda che conta
160 dipendenti ed una rete distributiva che si estende in 50 Paesi nel mondo.
“Ho conosciuto Licio Focaccia nei primi anni ’80 – racconta Zoffoli -: era un uomo lungimirante, in grado di utilizzare tecniche all’avanguardia per quegli anni. Era un artigiano con un’ottima manualità ed un eccellente senso estetico, capace di utilizzare materiali inusuali per quei i tempi. Era sempre alla ricerca di nuove soluzioni per rendere più accattivante e sicuro il design dei propri mezzi. Prima che io entrassi in azienda abbiamo anche collaborato quando gli chiesi di curare la linea di due scooter a trazione elettrica che avevo ideato. Erano i primi anni ’90 e realizzò un progetto utilizzando solamente le mani e materiali da modellazione. Io sfruttavo la sua capacità nel ‘vedere design’, lui le mie competenze ingegneristiche. Diventai direttore tecnico e direttore di stabilimento nell’azienda in cui lavoravo, raggiungendo il massimo della carriera in quella realtà e dopo alcuni anni lui e Riccardo mi chiesero di entrare in quello che oggi è il Focaccia Group per dare slancio all’azienda”.
Dinamiche industriali, flessibilità artigianale
“Era il 2009 – prosegue Zoffoli -. Fu allora che iniziò il rapporto con Riccardo Focaccia, che mi illustrò la sua visione aziendale per gli anni a venire: organizzazione industrializzata, flessibilità estrema. Un’Idea che condividevo, così cominciammo ad impostare l’azienda su dinamiche industriali, ma con flessibilità artigianale. Lo sviluppo di prodotto e la progettazione di linee erano le mie specialità, oltre a quella di gestire i gruppi di lavoro. Come prima cosa selezionammo una squadra di persone capaci e determinate, reclutandole anche dall’esterno. In quel periodo il Gruppo aveva una trentina di dipendenti. Ero consapevole di essere entrato in un’azienda artigianale, ma con Riccardo iniziammo un percorso di vera e propria rivoluzione, sia sul lato tecnico che su quello commerciale. Cominciammo dal sollevatore Fiorella, fiore all’occhiello del Gruppo, che allora non aveva una produzione metodica. Come prima cosa introdussi una linea di produzione affinché venisse realizzato in serie, con stazioni dedicate. Uno dei problemi di allora era infatti quello di dare una risposta ai volumi richiesti dal mercato estero. Fiorella era nata per gli allestimenti prodotti da Focaccia, ma l’interesse che aveva suscitato nelle esibizioni internazionali fu talmente alto che dovemmo potenziarne la produzione. Iniziammo a commercializzarlo anche in America, superando i test omologativi severissimi di qualità e sicurezza di quel mercato”. Poi vennero gli allestimenti. “Focaccia, a differenza di altri allestitori più impegnati sul commercio ed assemblaggio, mirava a progettare e a realizzare i propri componenti: decidemmo quindi di potenziare quella logica, ci fu la volontà di investire sullo stampaggio dell’ABS per produrre rivestimenti plastici, che permettevano un ottimo risultato di finitura e forma, tanto da non percepire differenze rispetto ai rivestimenti originali delle case costruttrici”. Il passaggio successivo fu quello di internalizzare la costruzione degli stampi mediante frese a 5 assi, capaci di caricare file direttamente dai software di designer. Un percorso, questo, che ha avuto un punto di svolta nel 2014 con l’acquisto di uno scanner digitale al fine di ottenere le matematiche in autonomia.
L’innovazione parte dal progetto
“Pian piano – prosegue Zoffoli – abbiamo creato una nostra banca dati e abbiamo messo a punto una nostra tecnica che prevedeva: scansione, creazione nuovo design, rendering, elaborazione e produzione stampo, stampaggio componente. In questo modo siamo stati in grado di chiudere un progetto dall’idea al prodotto finito totalmente nei nostri stabilimenti”. Una procedura che ha permesso a Focaccia Group di attirare l’interesse di case automobilistiche creando partnership e commesse importanti. “Grazie a quel percorso avevamo un vantaggio competitivo che ci ha fatto diventare un’azienda trainante nel settore. Sul mercato siamo conosciuti come quelli che risolvono i problemi: abbiamo la nomea di un’azienda che è in grado di dare rapidamente risposte tecnologiche e di design, ma non solo”.
Verso l’Industria 4.0, investendo per innovare
Negli anni il Gruppo ha investito molto sul reparto elettronica. “Oggi le vetture – osserva Zoffoli – hanno un’elettronica molto avanzata, quindi abbiamo creato un reparto sia progettuale che produttivo, arrivando a costruire schede che dialogano con la centralina dell’auto”. A questo si è aggiunto l’investimento sulle parti ingegneristiche e meccaniche. “Fino ai primi anni Duemila i pianali ribassati per il trasporto disabili erano importati dall’estero, così, anche in questo caso, decidemmo di investire per produrli al nostro interno”.
Un percorso non facile, dato che i veicoli sono sottoposti ad una radicale trasformazione, ma devono rispettare i medesimi standard di sicurezza ed omologazione delle vetture di serie. “In pratica – precisa il vicepresidente – ci siamo qualificati come costruttori di seconda fase, ovvero completiamo i veicoli di serie con i nostri allestimenti, rispettando gli stessi standard qualitativi. Oggi continuiamo il percorso di miglioramento, puntiamo sull’industria 4.0 e sulla sicurezza informatica dei nostri veicoli. Negli ultimi anni abbiamo trasferito tutte le produzioni in uno stabilimento di oltre 25.000 mq coperti nella zona industriale di Montaletto di Cervia, a pochi chilometri dalla sede centrale dove ci si continua ad occupare di commercializzazione ed assistenza. Il continuo lavoro di innovazione tecnologica e la spinta di penetrazione sul mercato della parte commerciale permettono a Focaccia Group di affrontare le sfide dei nostri giorni e quelle future”.