Oltre all’analisi puntuale dello sviluppo del mercato dei dispositivi IoT, suddivisi in base ai loro mercati di destinazione, consumer oppure business, c’è un’ulteriore analisi che Gartner propone in relazione al mercato dell’Internet delle Cose e che ripropone in questi giorni, in occasione dell’edizione 2017 di IFA, per evidenziare il motivo per cui alcune tecnologie trovano così ampio spazio nella manifestazione di Berlino: le smart city.
Nel periodo 2016-2020 anche questo settore conoscerà una crescita esponenziale della base installata, destinata a passare da 1,7 miliardi di oggetti connessi a 7,2 miliardi a fine 2020.
Una crescita importante, evidentemente non omogenea tra tutti gli ambiti di applicazione in cui questo comparto si ripartisce.
Tre sono i segmenti che trainano lo sviluppo dell’IoT nelle smart city: la Smart Home, gli Smart Building e le utility.
Analizzando le tendenze tracciate da Gartner, appare evidente la crescita della curva di adozione probabilmente spinta da un lato dal downpricing, dall’altro da una maggiore confidenza con la tecnologia stessa.
Smart City: 7,2 miliardi di oggetti connessi entro il 2020
Così, se nel 2016 ancora si parlava di 350 milioni di oggetti connessi in ambito smart home, già quest’anno le attese parlano di quasi 632 milioni e via a salire per superare il miliardo il prossimo anno e sfiorare i tre miliardi a fine 2020.
Similmente, il fronte smart building aveva un buon vantaggio, in termini di adozione, nel 2016, con 530 milioni di oggetti connessi. Cosa non strana, se si pensa ad applicazioni quali i sensori di presenza, i sistemi di rilevamento fumi o quelli di regolazione automatica di illuminazione o riscaldamento. La curca è comunque in importante ascesa, tanto che a fine 2017 per gli smart building si parla di 730 milioni di oggetti connessi, destinati a superare i 2,2 miliardi tra tre anni.
E veniamo alle utility. Lo smart metering non è una novità, giusto per parlare di una delle applicazioni più diffuse, dunque non c’è da stupirsi che lo scorso anno si parlasse di 426 milioni di oggetti connessi in questo ambito. La rampa, qui, è però più gradle: si passa a 542 milioni a fine 2017, mentre il passaggio del miliardo di oggetti è da attendersi per il 2020.
Il quarto settore, in termini di adozione, è quello dei trasporti, che lo scorso anno partiva da una base comunque interessante di 304 milioni di oggetti, destinati a diventare 665 milioni a fine 2020.
Più modeste le cifre in termini assoluti, sebbene interessanti i tassi di crescita per gli altri comparti: l’healthcare, che passa a 44,8 a 33,4 milioni di oggetti nel quadriennio in esame e i servizi pubblici (da 112 a 266 milioni).
Il totale vede comunque il passaggio da 1,7 a 7,2 miliardi di oggetti connessi nelle smart city nel periodo 2016-2020.