Gentili lettori,
prosegue con un nuovo tema la rubrica ESPERTO RISPONDE dedicata alle tecnologie che più stanno impattando sia sul mondo industriale che su quello consumer: la Stampa 3D o stampa additiva.
Rispondono i nostri esperti:
ANDREA BACCHETTI (@andreabacchetti) e MASSIMO ZANARDINI, membri del laboratorio di ricerca RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia e della spin-off universitaria IQ Consulting
Per capire come affrontare il tema del 3D Printing leggi il servizio Stampa 3D: il check-up online di IQC per capire e orientarsi l’additive manufacturing
Gli ambiti applicativi della stampa 3D
L’evoluzione delle tecnologie, in primis in termini di velocità di deposizione degli strati, gamma di materiali impiegabili e dimensioni raggiungibili, sta rendendo la stampa 3D sempre più interessante per l’industria. Non solo a supporto della prototipazione di oggetti fisici, ambito in cui la tecnologia è nata, bensì, sempre più frequentemente, anche per la produzione di oggetti finiti. Infatti, sebbene la tecnologia sia nota da qualche decennio (anni 80 del secolo scorso), i principali utilizzi a oggi sono ancora riconducibili alla realizzazione di prototipi, estetici (in cui l’obiettivo è facilitare le valutazioni qualitative su forma, geometria ed ergonomia del pezzo) o funzionali (in cui il pezzo realizzato deve soddisfare alcune caratteristiche e proprietà meccanico/fisiche).
Da qualche anno a questa parte si sta, però, assistendo a una forte crescita dell’utilizzo anche in produzione. In virtù della crescente gamma di materiali lavorabili (anche metallici), l’aumento della velocità del processo di stampa e delle dimensioni degli oggetti realizzabili, nel 2016 l’utilizzo di stampanti 3D per la realizzazione di componenti e prodotti finiti direttamente commercializzabili ha assorbito circa il 50% del totale delle applicazioni industriali della tecnologia.
Volendo fare un po’ di ordine, è possibile individuare 4 differenti ambiti applicativi della stampa 3D:
- Prototipazione
La produzione di prototipi tramite tecniche additive (Rapid Prototyping) permette di testare differenti modelli e versioni di un componente, ottenendo feedback (estetici e/o funzionali) immediati per migliorare il progetto.
- Produzione indiretta
La produzione indiretta o Rapid Tooling si riferisce alla realizzazione tramite tecniche additive di strumentazione necessaria per la produzione dei prodotti, quale ad esempio stampi, posaggi e centraggi.
- Produzione diretta
La produzione diretta o Rapid Manufacturing prevede l’utilizzo di tecniche additive per la realizzazione diretta di prodotti (o parti di essi) finiti. Tale processo produttivo può portare a realizzare oggetti con caratteristiche meccaniche superiori rispetto agli “originali”, grazie a materiali differenti e forme/geometrie complesse (complexity is for free).
- Produzione di parti di ricambio
Trattasi di una naturale evoluzione del Rapid Manufacturing di cui sopra, in cui le tecniche additive sono impiegate per realizzare componenti destinati al post-vendita delle macchine/impianti. Il vantaggio principale risiede nell’opportunità di stampare al bisogno e in loco il componente richiesto, senza necessità di stoccarlo lungo la filiera.
Nelle prossime puntate discuteremo singolarmente tali ambiti applicativi, esplicitando i benefici raggiunti da alcune aziende, italiane e non.
23 Novembre 2016
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