Strategie

Gucci, l’ICT che va di moda nel mondo

Dietro l’eleganza e la raffinatezza delle vetrine Gucci c’è il supporto dei Sistemi Informativi, che sempre più contribuiscono ad abilitare le strategie di business. Ne parliamo con Gianni Leone, CIO del Gruppo  

Pubblicato il 01 Ott 2008

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Il Mobile è il paradigma del futuro per l’accesso a informazioni e contenuti e, per le aziende della moda e del lusso, una grande opportunità anche e soprattutto per poter dialogare con i clienti. Non ha dubbi Gianni Leone, CIO del Gruppo Gucci, brand del Fashion fra i più noti e prestigiosi a livello mondiale e da poco trasformata in azienda multibrand. Fondata a Firenze nel 1921 da Guccio Gucci, infatti, la maison ha oggi il volto di una multinazionale del lusso, un modello di “azienda estesa” con crescenti esigenze di innovazione e supporto del business attraverso le tecnologie ICT. Gucci Group crea, produce e distribuisce in tutto il mondo, attraverso oltre 490 negozi, pelletteria, scarpe, abbigliamento, orologi, gioielli, profumi, cosmetici e prodotti di bellezza. I marchi di punta sono Gucci, Bottega Veneta and Yves Saint Laurent, cui si aggiungono Balenciaga, Alexander McQueen and Stella McCartney, Sergio Rossi e Boucheron.

A Gianni Leone, in azienda dal 2000, abbiamo chiesto di illustrare il ruolo che le ICT e il Mobile in particolare svolgono a supporto della crescita, in questo contesto di rapida trasformazione.

Da quanto tempo ha l’incarico di CIO di Gucci? Qual è stato il suo percorso professionale precedente?

Sono entrato in Gucci nel 2000, quando l’azienda stava iniziando la propria trasformazione da azienda mono-brand a Gruppo multi-brand. Ho iniziato il mio percorso all’interno di Gucci Group con il ruolo di WW MIS Integration and Innovation Manager con l’obiettivo di definire – in collaborazione con il CIO di Gruppo – le strategie dell’IT a livello di Gruppo e di facilitare le relazioni di integrazione delle diverse unità divisionali e regionali dei Sistemi Informativi a livello worldwide. Verso la fine del 2003, ho assunto la responsabilità di CIO di Gruppo a cui, nel 2006, si è aggiunta la responsabilità operativa della gestione dei Sistemi Informativi della divisione principale del Gruppo: Gucci. Prima di approdare a Firenze, ho svolto i primi anni della mia carriera nel Gruppo Ferrero, sia in Italia che all’estero, sempre in ruoli di ideazione e gestione di progetti di innovazione, nonché di supporto allo sviluppo delle strategie e dei modelli di Governance a livello globale.

Come è cambiato (e sta ancora cambiando) il ruolo dell’ICT all’interno di un’azienda del settore Fashion come Gucci?

Fatta salva la ovvia considerazione che la tecnologia non è “core” al modello di business nello stesso modo in cui può esserlo in altre industry, quali finance & telco, il ruolo giocato dai Sistemi Informativi sta evolvendo sempre più da semplice supporto al business a quello di abilitatore delle strategie del business stesso. A scopo esemplificativo, concetti quali “l’azienda estesa” o “l’azienda rete” e quindi il supporto alla relazione tra l’azienda stessa e tutti i suoi interlocutori, è resa sempre più reale e performante attraverso il corretto uso delle tecnologie dell’informazione e di comunicazione. Senza menzionare lo sviluppo delle opportunità e-business ed e-commerce, che stanno diventando sempre più significative anche per aziende del settore moda/ lusso di alta gamma. Al nostro interno, stiamo investendo molto per migliorare il livello di contributo che i Sistemi Informativi possono dare al business e per assicurare il massimo sfruttamento delle opportunità offerte dalle tecnologia, anche attraverso specifici ruoli organizzativi che si occupino specificatamente della relazione con il business stesso e della continua offerta di proposte di innovazione tecnologica che possano rappresentare reali opportunità per l’azienda.

Quali cambiamenti organizzativi presuppone questo ruolo sempre più strategico dell’ICT e come in particolare, stanno cambiando il ruolo e le competenze dei CIO?

Al fine di assicurare un posizionamento sempre più strategico dell’ICT all’interno dell’azienda, ci stiamo focalizzando nell’inserimento all’interno del team di figure con forti competenze di analisi e reingegnerizzazione dei processi e con un’abilità – anche relazionale – nel captare le opportunità di innovazione sul mercato e farle diventare vere opportunità di business per l’azienda. Questo disegno viene implementato con una attenta strategia di sourcing che valuta continuamente il corretto bilanciamento tra le skill da portare in azienda per perseguire questo obiettivo di posizionamento della funzione Sistemi Informativi ed i task che, diventando a minor valore aggiunto e a minor effetto differenziante, possono essere gestiti esternamente all’azienda, attraverso partner di servizio. In tutto ciò, anche il CIO si allontana dal presidio dei temi eminentemente tecnologici e si concentra nell’assicurare un continua relazione sia con il vertice che con i pari per favorire un continuo allineamento tra MIS e business.

Venendo in particolare alle tecnologie Mobile & Wireless, quali sono le aree su cui Gucci sta investendo? Quale impatto avranno queste nuove applicazioni sull’organizzazione e sul consumatore finale?

Le tecnologie Mobile & Wireless sono sempre più utilizzate all’interno della nostra azienda sia per quanto riguarda applicazioni ormai consolidate, quali il massiccio sfruttamento delle tecnologie radiofrequenza nelle operazioni di magazzino, sia per quanto riguarda soluzioni più innovative quali quelle del Mobile Marketing su cui abbiamo lanciato un progetto in Giappone in primavera. Per quanto riguarda le attività di magazzino, l’utilizzo delle tecnologie mobili è particolarmente sviluppato nel nostro centro di distribuzione mondiale di Cadempino, in Ticino, nonché nei magazzini periferici che supportano il business nelle regioni di sbocco al di fuori dell’Europa, cioè New York, Tokyo ed Hong Kong. In aggiunta, altre soluzioni sono state sviluppate principalmente per aumentare il livello di servizio ai nostri clienti nei nostri negozi di proprietà. Uno dei più interessanti riguarda la possibilità per il personale di negozio di poter accedere ad informazioni quali disponibilità della merce in stock nel proprio negozio o negli altri della regione di competenza attraverso un PDA e pertanto senza perdere contatto con i clienti, evitando la necessità di andare nel back-office per accedere a queste informazioni da stazioni di lavoro fisse. Questa soluzione è ormai disponibile nei maggiori negozi in Europa e in una significativa rete di negozi in Asia.

Nel nostro “flagship” di New York, abbiamo invece lanciato una soluzione di mobile POS che permette di effettuare la transazione di vendita “a fianco” del cliente senza doverlo costringere alla coda alla cassa, ancora una volta con l’obiettivo – apprezzato – di accorciare l’attesa per espletare la transazione di vendita e quindi migliorare il servizio al cliente finale.

Credo personalmente che il Mobile sia il paradigma del futuro in termine di accesso ad informazioni e contenuti e che per aziende come le nostre questa possa essere una grande opportunità anche e soprattutto per poter dialogare con i nostri clienti finali ed, eventualmente, per arrivare a modelli di commercio elettronico abilitati attraverso palmari ed handheld la cui convergenza con i “tradizionali” pc è ormai nell’ottica delle cose. In aggiunta alle applicazioni sopra menzionate, questo nuovo paradigma ha ovviamente avuto un grande impulso in azienda nell’assicurare la possibilità di una connettività continua tra i dipendenti dell’azienda stessa fra loro ed ai diversi sistemi informativi aziendali. Solo nell’headquarter della Divisione Gucci, tra l’Italia e la Svizzera, vi è un parco di 500 BlackBerry e 300 utenti sono dotati di connettività attraverso modalità di accesso remoto assicurata con i massimo criteri di sicurezza.

Può descrivere più in dettaglio l’iniziativa di Mobile Marketing lanciata da Gucci in Giappone?

È stato sfruttato lo specifico contesto giapponese che vede il cellulare come modalità preferita per navigare su Internet e connettersi alla casella di posta elettronica, rispetto al pc fisso. Gli utenti potevano effettuare – attraverso il cellulare – una fotografia di un “high-tech code”, disegnato come una borsa Gucci Joy per accedere al sito. Questo codice era disponibile sulle pagine che pubblicizzavano la Gucci Joy nelle riviste di moda giapponesi o su cartelloni pubblicitari all’esterno. Una volta acquisito il codice ed inviato, gli utenti accedevano al sito da cui potevano scaricare immagini Gucci da usare come sfondo per il cellulare o per personalizzarne le icone. In aggiunta il sito mostrava la collezione primaverile della collezione Gucci Joy, con informazioni quali il listino prezzi e l’elenco dei negozi.

Che sperimentazioni state portando avanti in ambito RFId e quali sono i benefici che vi aspettate da questa tecnologia?

Sulla tecnologia RFId continuano ad esserci grandi aspettative e anche noi stiamo continuando sperimentazioni per potenziali applicazioni in ambito logistico o in ambito negozio. La massa critica di utilizzo di questa tecnologia che avrebbe dovuto determinare una forte discesa dei prezzi di tutti i componenti di un’architettura tecnologica RFId non si è però ancora verificata e quindi i business case per reali implementazioni su larga scala non sono, a mio modo di vedere, ancora maturi.

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