Approfondimenti

I primi passi del WiMAX Italiano

Un giro d’opinioni fra alcuni dei principali operatori a un anno di distanza dalla gara per l’assegnazione delle licenze, per evidenziare quanto fin qui realizzato e le difficoltà ancora da affrontare

Pubblicato il 01 Apr 2009

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A un anno dall’assegnazione delle frequenze per il WiMAX,
facciamo il punto sulla situazione italiana,
interpellando alcuni fra i principali operatori nazionali e
regionali
, Aria, Linkem, Mandarin e Retelit e
analizzando le offerte commerciali, lo stato della copertura di
rete e i piani di sviluppo futuri.
L’asta per l’assegnazione delle licenze WiMAX si è
conclusa l’anno scorso con un importo totale pari a oltre
136 milioni di euro per 35 diritti d’uso, 21 regionali e 14
macro-regionali. Questo risultato, secondo l’allora
Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, rappresenta una
pietra miliare nella lotta italiana al digital divide, dal
momento che la nuova tecnologia consente di offrire
l’accesso a internet in banda larga anche alle popolazioni
attualmente non coperte dalle linee fisse.

Modelli di Business
Il WiMAX visto da Aria, che ha acquistato le licenze a livello
nazionale, prevede un modello di business che privilegia le zone
affette da digital divide, allargandosi in un secondo momento
anche alle aree coperte da ADSL.
Per Retelit il profondo digital divide, rappresentato da tutti
quei comuni che non hanno nessuna zona coperta dalla banda larga,
è difficile da servire, a meno di non ottenere sostegni da parte
dalle pubbliche amministrazioni coinvolte, con l’obiettivo
di favorire l’adozione da parte dell’utente
finale.
Nella vision di Linkem il WiMAX rappresenta un’innovazione
tecnologica capace di portare opportunità di sviluppo sociale ed
economico, soprattutto nelle aree più penalizzate dal digital
divide. La mission del provider, secondo Davide Rota,
Amministratore Delegato di Linkem, è quindi quella di poter
contribuire al superamento del ritardo accumulato dal nostro
Paese nei servizi di interconnessione alla rete Internet.
Mandarin, provider siciliano, ha un Business Model fortemente
legato al territorio, con la mission di servire quei comuni
attualmente in profondo digital divide; per quanto riguarda
invece il cosiddetto “micro digital divide”,
rappresentato da singole aree non raggiunte dalla banda larga
fissa (in comuni coperti dalle tecnologie tradizionali),
l’attenzione del WISP (Wireless Internet Service Provider)
è rivolta in principal modo alle aziende, che devono poter
essere collegate in banda larga per continuare a essere
competitive.


Copertura

Aria è attualmente presente con una rete WiMAX attiva in Umbria
(coprendo 24 comuni) e sta lavorando per sviluppare entro il 2009
una rete che copra 9 regioni italiane; l’obiettivo è
raggiungere, entro l’inizio del 2011, tutte le regioni
italiane. L’offerta commerciale, lanciata all’inizio
di febbraio 2009, prevede due proposte consumer per accesso a
Internet (a 4 MB/s e 7 MB/s) e una per le imprese (a 7 MB con
banda minima garantita a 100 KB/s).
Al momento Linkem ha lanciato le prime offerte commerciali a
Brescia, Bari e Crotone avviando i lavori in Lombardia, Puglia,
Lazio, Veneto, Calabria e Sicilia. Il piano di sviluppo della
copertura proseguirà focalizzandosi sulle aree maggiormente
affette dal problema del Digital Divide delle rimanenti regioni,
a partire da quelle del mezzogiorno che risentono in maniera
particolare del ritardo tecnologico. L’obiettivo è
arrivare a 500 mila clienti entro 4 anni, a fronte di un
investimento di 200 milioni di Euro.
Mandarin, attivo nella regione Sicilia, copre attualmente 6
province attraverso un’infrastruttura in tecnologia mista,
HyperLan e WiMAX nomadica. I clienti WiMAX attivi, aggiuntivi
rispetto a quelli serviti in HyperLan, sono circa quindici e
tutti business, con installazioni fisse e banda simmetrica. Il
piano di copertura prevede di raggiungere capillarmente, nei tre
anni dal conseguimento della licenza, tutto il territorio
siciliano; di fatto, nelle principali aree in digital divide la
società conta di offrire i propri servizi già alla fine del
2010, alla scadenza dei 30 mesi previsti dal bando di acquisto
delle licenze.
Retelit, dal canto suo, sta focalizzando la propria attenzione
sui comuni con meno di 15 mila abitanti e che sono posizionati
relativamente vicini all’esistente rete in fibra ottica,
necessaria per “trasportare” il traffico generato
dalla rete WiMAX. Attualmente le aree coperte sono la Valtellina,
in cui si è riscontrata una buona rispondenza e una buona
qualità dei servizi erogati, la provincia di Parma, in
particolare i comuni di Fidenza Fontanellato e Busseto, e altri
comuni singoli (come quello di Segrate, alle porte di Milano).
Nei prossimi cinque anni il piano di copertura prevede
investimenti per 33 milioni di Euro sulla tecnologia WiMAX, con
l’obiettivo di installare 550 Base Station entro il
2011.

Clienti
Aria si rivolge a un clientela sia consumer sia business (in
particolare SOHO e PMI). Attualmente le offerte riguardano una
connettività puramente dati; con l’avvento, in futuro, di
servizi voce la società potrà sviluppare offerte anche per
aziende più strutturate, attraverso lo sviluppo di soluzioni
più evolute (gestione VPN, IP-PABX ecc).
Allo stesso modo Linkem offre i propri servizi sia alle imprese,
dal momento che la banda larga è indispensabile per lo sviluppo
economico delle aree industriali, sia ai cittadini, garantendo a
loro un accesso veloce al web.
Al contrario, inizialmente Mandarin ha focalizzato la propria
attenzione verso la clientela puramente business, anche per le
caratteristiche tecnologiche e qualitative della rete. A valle
dell’acquisizione della licenza WiMAX, tuttavia, la
società sta investendo in un’infrastruttura più modulare,
che le consenta di offrire maggiori servizi anche ai clienti
consumer.
Retelit, infine, fornisce i propri servizi al mercato wholesale,
avvalendosi di partner locali per raggiungere i clienti finali:
ad esempio, in provincia di Parma i servizi sono commercializzati
da COMeSER, mentre in Valtellina da Politec.

Tecnologia
Tutti gli operatori hanno scelto di implementare infrastrutture
basate sullo standard IEEE 802.16e (2005), che permette la
nomadicità dei client, ovvero la mobilità dei dispositivi
all’interno di una stessa cella. Alvarion è stata scelta
da Mandarin, che continua a effettuare test anche con altri
vendor, mentre Aria ha scelto Nortel e Alcatel.
Gilberto Di Pietro, Direttore Generale di Retelit, si augura una
«proliferazione di apparati e di terminali di
utente», attualmente difficilmente reperibili off-the-shelf
e caratterizzati da costi ancora abbastanza importanti.
Secondo Abramo Volpi, Direttore Marketing di Aria, nel futuro
saranno presenti «reti nativamente IP, ovvero volte a
fornire in modo nativo servizi su protocollo IP». In
quest’ottica la nuova evoluzione delle reti cellulari, LTE
(Long Term Evolution), coesisterà con le reti WiMAX, essendo le
due tecnologie interoperabili e avendo caratteristiche specifiche
e coperture territoriali diverse.
Secondo Davide Rota la tecnologia LTE presenta, in linea teorica,
uno standard sicuramente promettente, anche se ad oggi si
riscontrano perplessità circa la sua reale definizione. Infatti,
nella pratica risulta difficile interpretare ed analizzare le
potenzialità di tale sistema «nel momento in cui si va a
contestualizzarlo nello scenario ICT moderno».

Sviluppi futuri e criticità
Nello sviluppo di Aria sono presenti due direttrici: la prima è
relativa alla copertura geografica, importante perché consente
il raggiungimento di massa critica per gli investimenti e uno
scope nazionale che sfrutta una tecnologia innovativa come il
WiMAX. Il secondo ambito di sviluppo è relativo ai servizi, con
l’obiettivo di offrire pacchetti Voce e Dati (servizi Dual
Play) e introducendo elementi di nomadicità, declinati in varie
forme a seconda dello specifico utilizzo commerciale. Nel lungo
periodo, infine, si prevede la possibilità di interoperare con
altre reti (ad esempio LTE, come accennato in precedenza)
per sviluppare servizi aggiuntivi per il cliente.
Secondo Volpi il principale ostacolo allo sviluppo di reti mobili
è rappresentato dalla difficoltà nell’ottenimento dei
permessi necessari all’installazione delle Base Station,
anche nel caso di siti già esistenti. Anche Di Pietro è dello
stesso avviso e auspica una semplificazione dell’iter
burocratico necessario per l’implementazione della rete
WiMAX.
I WISP cercano quindi di procedere fianco a fianco agli enti
locali, cercando forme di collaborazione e interazione per
facilitare il processo di rilascio dei permessi. Ad esempio, in
Umbria Aria ha presentato le funzionalità della rete WiMAX
direttamente alle amministrazioni locali, coinvolgendole fin
dalle prime fasi e spiegando loro l’importanza, per tutta
la comunità, di avere una copertura WiMAX sul proprio
territorio. Secondo Davide De Caro, Responsabile Comunicazione di
Mandarin, queste criticità vengono meno nel momento in cui si
vuole coprire un comune oggetto di Digital Divide. Infatti,
soprattutto per le aziende, la banda larga è un elemento
imprescindibile; soprattutto in questo periodo di congiuntura
economica avere a disposizione una tecnologia più performante
che consenta di aumentare l’efficienza dei propri processi
è una condicio sine qua non.

Prime sperimentazioni
Concludiamo il nostro excursus con un esempio di utilizzo della
tecnologia WiMAX che esula dall’offrire connettività in
banda larga ai cittadini. Il comune di Segrate, in collaborazione
con Retelit, ha installato una Base Station WiMAX che permette di
collegare tutti gli uffici pubblici e fornire ai cittadini la
connettività Wi-Fi in tutte le biblioteche e altre zone
comunali. Infatti, grazie alla tecnologia WiMAX è stato
possibile “cablare” diverse aree comunali (parchi,
uffici, biblioteche, ecc.) e creare delle “bolle”
Wi-Fi attraverso cui offrire, gratuitamente previa iscrizione al
servizio, accesso alla rete a banda larga.
Inoltre è stato possibile implementare servizi innovativi
rivolti alla sicurezza del cittadino, tramite l’attivazione
di telecamere per il monitoraggio del territorio e la dotazione
di telecamere e collegamento WiMAX nomadico alle macchine della
polizia municipale, che sono quindi in grado di trasmettere
immagini direttamente dal luogo di interesse, consentendo al
comando centrale di adottare le azioni più opportune.

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