“In un momento in cui i dati crescono in modo esponenziale, sia quelli provenienti da fonti che possiamo definire tradizionali, sia da fonti più nuove o recenti, come i video, o l’IoT, con i suoi data feed automatici, serve una nuova infrastruttura che ne garantisca la corretta gestione”. Così Eric Herzog, vice president IBM Storage Systems, inquadra il nuovo scenario che porta IBM a giocare un ruolo di spicco nella cosiddetta data driven economy.
Nell’era del dato, quale è quella nella quale ci muoviamo oggi, gli approcci tradizionali non bastano più, servono dunque soluzioni nuove e diverse.
Abbiamo superato l’idea di data lake: i dati sono oceani, da navigare in tutte le direzioni e in tutte le dimensioni, spiega ancora Herzog e il datawarehousing non è più adeguato ai nuovi bisogni.
“Non ci può più essere un approccio passivo al dato, come accadeva con il datawarehousing. Ora, con le applicazioni di intelligenza artificiale, con il cognitive computing, con l’IoT, i dati sono sempre vivi, attivi, veloci. I dati devono essere aggregati e questa aggregazione deve essere veloce, per favorire i processi decisionali. Ed è qui che l’infrastruttura diventa fondamentale perché non vi è nulla di passivo”.
La digital transformation è data driven
Non si tratta di una mera questione tecnologica: per IBM la corretta gestione del dato consenta alle imprese di guadagnare competitività, è un elemento cruciale nei percorsi di digital transformation.
Il dato dunque è prioritario e tutto quanto fa innovazione oggi, dal cognitive computing al machine learning, fino ad arrivare alle reti neurali, ha bisogno di uno storage moderno, open, in grado di gestire dati multipiattaforma, in grado di garantire una governance unificata e di rispondere a cinque bisogni chiave: Efficienza, sicurezza, controllo, velocità e agilità.
Servono soluzioni di facile gestione, caratterizzate da elevati livelli di automatizzazione e in grado di interfacciarsi sia con i tradizionali ambienti virtualizzati, in cloud pubblici privati o ibridi, sia con tecnologie container, Docker in primis.
Per IBM la risposta sta nei nuovi sistemi FlashSystem ad alta densità, accompagnati dal nuovo software Spectrum Virtualize, che garantiscono data reduction, hardware compression, bassissima latenza in ambienti sicuri e protetti. Sono offerti in una logica as a service, dunque in modalità pay as you go, così da portare miglioramenti anche in termini di economics, in una logica di Opex.
Il servizio integrale sui nuovi annuncia All-Flash di IBM e sull’approccio alla nuova era del dato può essere letto qui.