Dopo il successo della edizione milanese, svoltasi nell’arco di una settimana dal 5 al 12 giugno scorsi, IBM ha deciso di portare anche a Roma Think, il suo evento dedicato ai temi caldi della digital transformation e pensato per creare un momento di riflessione che coinvolga le aziende, i rappresentanti delle istituzioni, della pubblica amministrazione e il mondo della ricerca.
Think Roma, due giorni all’Acquario Romano
Due giornate, per questa prima edizione, il 24 e il 25 ottobre, presso l’Acquario Romano e quattro percorsi tematici, Cloud e Data, Infrastruttura It, Security e Resiliency, Intelligenza Artificiale per il Business, vale a dire le leve abilitanti che, insieme alla Blockchain anch’essa protagonista della manifestazione, rappresentano le tecnologie abilitanti di una trasformazione pervasiva.
Come già accaduto nell’evento milanese, anche a Roma IBM ha strutturato per Think un percorso ricco e articolato, che alternasse a sessioni plenarie di grande respiro, una serie di workshop paralleli su tematiche più specifiche e opportunità di sessioni più pratiche ed esplorative, che consentano ai presenti di toccare con mano le effettive potenzialità delle singole leve tecnologiche.
Nella prima giornata, dopo una sessione mattutina dedicata al tema della Digital Reinvention – a indicare la capacità delle nuove leve tecnologiche di stimolare la nascita se non di nuove imprese di imprese nuove rispetto al passato – a una sessione dedicata al tema della Blockchain come strumento per far crescere la fiducia nelle transazioni in tutti i settori, è tornata l’Agorà, una sessione plenaria e di “pensiero alto” sull’impatto della trasformazione digitale nella PA e sulle nuove competenze richieste dal mercato.
La formazione al centro del dibattito nell’Agorà
Nel corso dell’incontro, moderato da Maurizio Decollanz, Direttore della Comunicazione di IBM Italia, sull’impatto della trasformazione digitale nella PA e sulle nuove competenze richieste dal mercato, è stato proprio Enrico Cereda, Presidente e Amministratore Delegato della società a evidenziare la necessità di nuovi skill e di nuova consapevolezza per affrontare il cambiamento tecnologico. In particolare, l’Amministratore Delegato ha sottolineato come IBM sia oggi impegnata in livelli di formazione digitale con scuole e università, di cui la più recente è la collaborazione con il Campus Biomedico per la formazione di figure professionali per la sanità digitale.
Sul tema della formazione sono intervenuti anche Paolo Maresca, Professore dell’Università Federico II, e promotore di un corso di Cognitive Computing destinato agli studenti di ingegneria e informatica, Paolo Mazza, CEO di b.digital e Marketing & Innovation Director di BlueIT, Giuseppe Peleggi, Capo Area Innovazione di Coldiretti, e Chiara Petrioli, Dipartimento di Informatica dell’Università La Sapienza di Roma, tutti sottolineando l’importanza dello sviluppo della conoscenza digitale, ancora troppo poco diffusa e concentrata in determinate aree del Paese e della società.
Sempre sul tema hanno parlato Flavio Venturini, professore alla LUISS, spiegando i motivi che lo hanno portato a introdurre nozioni di big data e analytics in tutti i master dell’Università, e Chiara Russo, CEO di Codemotion, che ha portato la sua testimonianza sull’importanza di supportare gli sviluppatori nella loro crescita professionale, mentre Alessandra Santacroce, Responsabile dei Rapporti Istituzionali di IBM, ha concluso l’Agorà tornando sul ruolo della Fondazione IBM nella promozione di iniziative e progetti per la creazione di nuovi saperi.
Dalle startup alle filiere e agli ecosistemi
Il tema delle startup, e della mancanza di un ambiente economico favorevole agli scale-up, è stato affrontato da Luca Carabetta, Vicepresidente della Commissione attività produttive della Camera dei Deputati, che ha inoltre sottolineato come il MISE stia selezionando trenta esperti sulla blockchain, considerata tecnologia strategica per il futuro del Paese.
La voce delle filiere, invece, ha trovato in Paolo Manfredi, responsabile delle strategie digitali di Confartigianato, in Sandro Gambuzza, della Giunta nazionale di Confagricoltura, e in Alessandro Micheli di Confcommercio i suoi rappresentanti: per il primo in focus è sulla capacità di innovazione degli artigiani, il secondo sulle opportunità correlate alle tecnologie innovative, agricoltura di precisione in primis, il terzo sul gap sempre più evidente tra consumatori convintamente digitali e omnicanale e operatori del settore ancora troppo diffidenti.
E di diffidenza ha parlato anche Francesca Moccia, Vice segretaria generale di Cittadinanzattiva, secondo la quale imprese e associazioni hanno la responsabilità nel fornire alle persone chiavi di lettura equilibrate sull’impatto della tecnologia nella loro vita.
Credit Immagine: IBM Think Magazine