In una prima fase il successo dei dispositivi mobile, e il loro uso non regolamentato in azienda, la cosiddetta “IT Consumerization”, ha “travolto” il mondo del business, provocando problemi più o meno seri ai CIO e ai dipartimenti IT in ambiti quali la sicurezza, i costi di telecomunicazioni, la responsabilità legale, la protezione dei dati sensibili e l’integrazione con l’infrastruttura IT esistente.
Ora però le aziende più innovative hanno cominciato a invertire questa situazione e a sviluppare strategie che, invece di tamponare soltanto i problemi, si focalizzano sulla realizzazione dei benefici potenziali che la mobility può generare in azienda. È un fenomeno che IDC definisce “mobile first”: gli studi della società di ricerca evidenziano in effetti un’evoluzione dalla fase ‘passiva’ della IT Consumerization a quella ‘attiva’ del mobile first, evoluzione che sta avvenendo anche in Italia. Un’indagine “live” condotta da IDC Italia su un campione di responsabili IT durante un recente evento della società a Roma evidenzia infatti che nei prossimi 12 mesi il 96% delle aziende rispondenti utilizzerà applicazioni in mobilità: la corporate email continuerà a essere diffusa in oltre l’80% dei casi e cresceranno le applicazioni di produttività, accesso e condivisione di informazioni, seguite da Mobile App verticali per settori specifici, messaging e Sales Force Automation.
«Dalle nostre previsioni, emerge che la domanda delle aziende italiane è caratterizzata da una crescente attenzione verso soluzioni multipiattaforma», sottolinea Daniela Rao, TLC Research & Consulting Director di IDC Italia. Le piattaforme di Mobile Enterprise Management, continua Rao, sono entrate nei piani di enterprise mobility, e aumenta l’interesse nei confronti dei servizi in outsourcing: «Anche le imprese italiane hanno iniziato a guardare oltre i programmi BYOD (Bring You Own Device, ndr) strutturati, verso CYOD (“Choose” invece di “Bring”) e strategie di Multidimensional Enterprise Mobility».