IDC: svolta per i wearable, nel 2016 oltre i 100 milioni di pezzi. Domina Apple ma Google rimonta

Nell’anno in corso il mercato, trainato dagli smartwatch, crescerà del 44,4% rispetto al 2015. Apple è oltre il 60% di market share, però nel 2019 ci sarà una sorta di duopolio con Android Wear. Intanto secondo un altro report di Spearhead Acuity il boom sarà anche per i prodotti dedicati all’healthcare

Pubblicato il 15 Feb 2016

smart clothing

Secondo molti analisti il 2016 dovrebbe essere l’anno di svolta per il mercato dei wearable device. Da oggetti quasi di nicchia solo per trend setter e appassionati di fitness, questi prodotti – bracciali connessi, smartwatch e capi d’abbigliamento dotati di sensori, nonchè gli strumenti dedicati alle applicazioni medicali – diverranno in pochi mesi accessori ampiamente diffusi.

Un’ulteriore conferma viene dall’ultima edizione del “Worldwide Quarterly Wearable Device Tracker” di IDC, secondo cui nel 2016 verranno infatti distribuiti 111 milioni di dispositivi, con un incremento del 44,4% rispetto alle vendite 2015, stimate sugli 80 milioni di unità. Un trend che con, visto che nel 2019 si dovrebbero raggiungere 215 milioni di pezzi venduti, con una crescita media del 28%.

La parte del leone la faranno gli smartwatch, con un totale di 34 milioni di unità distribuite nel 2016 (nel 2015 sono state 21 milioni) e una crescita media nel quinquennio 2015-2019 del 42,8%, per arrivare a quota 88 milioni. Naturalmente in questo ambito si fa sentire il traino dell’Apple Watch, anche grazie alla disponibilità di applicazioni iOS disegnate per l’utilizzo dal polso.

Con una quota di mercato 2015 del 61,3%, Apple è destinata a mantenere la leadership fino al 2019 (con una crescita media del 36,5%), anche se per allora la quota scenderà al 51%. A eroderla ci penserà Google, che anche grazie alle collaborazioni con nomi come Asus, Huawei, LG, Motorola e Sony e anche produttori di orologi tradizionali come Fossil e Tag Heuer, passerà dall’attuale share del 17,3% al 40% del 2019, con un incremento medio della diffusione di device Android Wear dell’80%.

«Oggi i dispositivi più diffusi offrono funzioni di base, e soprattutto nell’ambito del fitness, ma nel giro di pochi anni assisteremo alla proliferazione di oggetti dai design e dagli utilizzi più svariati», assicura Jitesh Ubrani, Senior Research Analyst di IDC. «Dall’abbigliamento agli occhiali passando per gli auricolari, stiamo solo vivendo le prime fasi di un processo di adozione di massa che annuncia l’arrivo di una nuova generazione di wearable, capace di offrire esperienze migliori espandendo le abilità umane».

A confortare le proiezioni di IDC c’è anche un altro rapporto di Spearhead Acuity Business Research & Consulting Group, espressamente dedicato ai dispositivi medicali. Il “Global Wearable Healthcare Electronic Devices Market Assessment & Forecast: 2015-2019” prende in esame lo stesso lasso di tempo analizzato da IDC e prevede per il solo mercato nordamericano una crescita media del 18,8% nei prossimi tre anni raggiungendo un valore di 8,5 miliardi di dollari.

Nel 2014 il giro d’affari dei wearable dedicati alla salute, sempre negli States e in Canada, generava 3,1 miliardi di dollari. Anche se l’indagine è stata condotta in tutte le grandi regioni, lo sviluppo di questo comparto è previsto prevalentemente nei Paesi più avanzati e col maggior tasso di consapevolezza sull’importanza di uno stile di vita salutare: Nord America ed Europa infatti peseranno da soli per il 78,8% del mercato globale.

La ricerca sottolinea che rispetto a questo specifico settore c’è però un grosso punto di domanda. Attualmente i dispositivi indossabili che monitorano le funzioni dell’organismo a fini sanitari sono ancora considerati prodotti consumer e per questo non regolamentati da normative ad hoc. L’intervento nei prossimi anni delle autorità competenti per distinguere tra ciò che è utilizzabile senza problemi e ciò che invece richiede la supervisione di un medico potrebbe indurre effetti per il momento non ancora prevedibili.

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