Da tempo diciamo che l’Internet of Things (IoT) è una di quelle tecnologie che sta raggiungendo un nuovo livello di maturità. Prova ne è il fatto che vendor e analisti hanno smesso di misurare il mercato in base al numero di dispositivi venduti, ma in relazione alla numerosità e alla tipologia di applicazioni complete e funzionati sulle quali si lavora.
Un mercato sempre più maturo ha bisogno di piattaforme
È una visione che trova concorde un analista come Gartner: parlare di IoT oggi vuol dire andare oltre la semplice connettività, utile a trasferire i dati dalle risorse di campo al cloud, ma lavorare su applicazioni completamente integrate. Vuol dire lavorare su piattaforme.
Che poi sono le scelte che vedono oggi impegnate realtà come GE, come Siemens, come Bosch, che lo ha del resto ribadito anche nel corso del CES di Las Vegas.
Questo non significa che realtà specializzate in componentistica o sensoristica per l’IoT non abbiano futuro: semplicemente stanno vendendo i loro prodotti o i loro dispositivi ad altri fornitori, perché li integrino nelle loro piattaforme.
Non solo.
I progetti IoT sono usciti dalle fasi di testing o POC e sono entrate pienamente in produzione: anche questo è indice del nuovo livello di maturità del comparto.
E questo significa anche maggiore disponibilità di spesa.
Ed è importante capire come si indirizza questa maggiore disponibilità di spesa.
Dalle applicazioni tradizionali alla sostenibilità: dove gioca la sua partita l’IoT
Va detto che questi due anni di emergenza pandemica hanno spinto la crescita dell’utilizzo dell’IoT in alcuni segmenti di elezione, in particolare tutto quanto ha a che vedere con le attività manutentive e di monitoraggio remoto.
Ma la portata e l’impatto di questa tecnologia si stanno ampliando a molti altri mondi e scenari.
Uno di questi, di grande attualità, guarda alla sostenibilità, anche in relazione all’aumento dei requisiti normativi in molti settori. La tecnologia IoT può essere integrata nei sistemi di manutenzione degli edifici per garantire che i sistemi di illuminazione non restino attivi nelle stanze non occupate e nel caso lo siano per provvedere in automatico allo spegnimento, così come può essere utilizzata in ambito industriale per monitorare il consumo di energia in eccesso o le emissioni tossiche.
Reuters NEXT, per citare un’altra fonte di analisi sul comparto, evidenzia i benefici dell’integrazione di IoT e AI in attività quali logistica e gestione delle supply chain, oppure delle applicazioni della biometria contactless per il riconoscimento di persone e oggetti negli ambiti più disparati, che spaziano dal settore industriale a quello commerciale.
E sempre Reuters NEXT sottolinea come da un lato l’IoT Edge e dall’altro i protocolli di connettività che spaziano dal 5G a LoRAWAN e NB-IoT sono destinati ad aprire nuovi scenari d’uso.
Per altro, non è da trascurare l’impatto degli hyperscaler, come AWS o Microsoft, il cui impegno aiuta a ridurre i costi di implementazione dell’IoT edge-driven, invogliando più aziende ad avviare nuove progettualità.
L’IoT Edge per la bassa latenza e per la privacy, Matter per l’interoperabilità
Tra le società di analisi che stanno guardando con attenzione agli sviluppi dell’IoT in questo 2022, Omdia sottolinea come in generale l’Internet of Things è una leva che supporta i processi decisionali a tutti i livelli. Non solo C-level, tecnici e manager, le opportunità che nascono dall’implementazione di piattaforme e soluzioni IoT si estendono fino alla prima linea dell’industria, dei servizi cittadini, della medicina, della protezione ambientale…
Soprattutto, secondo Omdia, la convergenza di intelligenza artificiale ed edge computing è destinata a creare maggior valore nell’IoT.
In generale, sempre guardando agli sviluppi in corso, gli obiettivi di breve termine riguardano la disponibilità di reti a bassa latenza per supportare le applicazioni real time.
E proprio l’IoT Edge rappresenta una risposta a queste esigenze, così come potrebbe essere la chiave per il superamento di alcune preoccupazioni in relazione alla privacy dei dati raccolti, in particolare quando si tratta di dispositivi medicali.
Centrale, in questa fase di crescita e sviluppo, è la disponibilità e la definizione di nuovi standard: in particolare, per quanto riguarda il grande mercato della smart home, la partita si gioca intorno a Matter, lo standard per i dispositivi domotici, che dovrebbe eliminare i problemi di interoperabilità tra device di produttori diversi.
La sicurezza resta il vulnus
E poi il grande punto interrogativo.
In questo scenario, di per sé positivo e favorevole, resta la grande incognita della sicurezza. È chiaro a tutti che l’IoT richieda una gestione della sicurezza su più livelli: endpoint, rete e cloud. Gli attacchi sono proseguiti a ritmo sostenuto per tutto il 2021 e non mostrano segni di rallentamento. È un tema importante, che, secondo Gartner, impone una seria riflessione anche sulle responsabilità in caso di violazioni: poiché la responsabilità ricade su diverse parti interessate – il fornitore della rete è responsabile di una connessione sicura, il fornitore del dispositivo per la sicurezza fisica e un provider cloud per il back-end – sarebbe opportuno un approccio di sistema, che eviti inopportuni rimpalli tra i soggetti coinvolti.
È un tema non più differibile: nel momento in cui le implementazioni IoT si diffondono e fanno il loro ingresso in ambenti critici o sensibili, è chiaro che l’impatto delle violazioni di sicurezza potenzialmente potrebbe estendersi su milioni di vite o risorse e ricavi critici.