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Il decollo della “Sharing Economy” in Italia: la parola a BeMyEye e a Uber

Il secondo appuntamento di “Startup Experience”, evento pubblico di PoliHub, l’incubatore del Politecnico di Milano, sarà incentrato sulla società italiana dell’App che trasforma gli utenti negli “occhi” delle grandi aziende. Ospite d’eccezione la country manager dell’azienda che “trasforma” i possessori di automobili in taxisti. Appuntamento a Milano l’11 febbraio

Pubblicato il 03 Feb 2015

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Tempo, servizi, competenze, oggetti, automobili, stanze e appartamenti: sono solo alcune delle cose che si possono condividere grazie al proliferare di apposite piattaforme online accessibili anche da smartphone e tablet, che hanno creato la cosiddetta “sharing economy”. Sono tre milioni gli italiani che nel 2014 hanno scelto di comprare o vendere servizi e prodotti attraverso le 138 piattaforme di sharing online censite da Collaboriamo.org: il 69% in più dell’anno prima.

E l’Italia, spiega un articolo di EconomyUp, è apripista in Europa per la disponibilità a condividere beni e servizi. Il 53% dei nostri connazionali infatti è disposto, possedendo qualcosa, a metterla a disposizione di altri in cambio di una remunerazione che può essere per esempio una tariffa, un canone, servizi, prodotti, o una cifra una tantum in caso di vendita. Dati più bassi contraddistinguono gli altri paesi europei: è disponibile a condividere beni e servizi il 46% dei tedeschi, mentre in Francia e Inghilterra la percentuale è molto più bassa, sotto il 30%.

E proprio la sharing economy è al centro del secondo appuntamento di “Startup Experience”, l’evento aperto a tutti e pensato da PoliHub, incubatore del Politecnico di Milano. L’idea è quella di mettere in contatto startup che hanno già avuto successo in un dato ambito con nuovi imprenditori dello stesso settore e persone interessate ad approfondire e discutere i temi proposti. Protagonista del panel, che si terrà l’11 febbraio in via Durando 39 a Milano, sarà BeMyEye, startup nata nel 2013 dall’idea di Gian Luca Petrelli che permette a chi utilizza la sua app di diventare, dietro pagamento, “gli occhi” delle grandi aziende nei loro punti vendita.

Si scarica l’applicazione di BeMyEye sul proprio smartphone, si compila la registrazione, si inseriscono i dati per ricevere i pagamenti, e si visualizzano i “job” nella propria zona per i quali ci si può candidare. Un lavoretto che può portare il singolo utente a guadagnare anche 300-400 euro al mese. Sono oltre 43.700 gli italiani che utilizzano BeMyEye e, dopo un aumento di capitale di due milioni di euro lo scorso maggio, la società è sbarcata in Germania e sta per aprire altre filiali all’estero.

Parteciperà al panel anche Benedetta Arese Lucini, regional general manager di Uber Italia. La discussa compagnia di San Francisco, che “trasforma” gli automobilisti in taxisti, ha recentemente annunciato di volersi espandere in Europa e creare 50 mila posti di lavoro. Sarà interessante capire i prossimi passi di un’azienda che sta contribuendo a cambiare il concetto di mobilità nelle nostre città affrontando le varie regolamentazioni locali e statali. Alla tavola rotonda parteciperanno anche Stefano Mainetti, consigliere delegato PoliHub, Andrea Boaretto, Head of Marketing Project della School of Management del Politecnico di Milano, Giovanni Iozzia, direttore EconomyUp, e Daniela Selloni, PHD, service designer & researcher del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano.

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