Il futuro del business si giocherà sulle applicazioni del futuro

Le aziende oggi sono guidate dal software. A favorire lo sviluppo diversi driver, tra cloud, virtualizzazione, mobile e Internet of Things. Ci sono nuove strategie che aiutano le organizzazioni a rimanere veloci e competitive, attraverso una programmazione Agile e una sinergia DevOps. Le applicazioni del futuro saranno liquide, intelligenti e connesse. Parola di Accenture

Pubblicato il 30 Nov 2015

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Mai come oggi le aziende sono guidate dall’intelligenza del software. Non esiste procedura, sistema o servizio che non sia supportato in qualche modo da un’attività di programmazione.

Che si tratti di gestionali, middleware, programmi di monitoraggio e diagnostica, sistemi di analisi, antivirus, interpreti, librerie, firmware, content management system, browser, driver, sistemi operativi e così via, dal punto di vista della fruizione sono cambiati anche gli approcci. L’offerta attuale consente a ogni organizzazione di scegliere declinazioni del software estese, modulari o light sotto forma di app, con soluzioni di gestione propritarie oppure contrattuate dalle varie formule dell’As a Service in cui rientrano il cloud e la virtualizzazione.

Per chi deve guidare un’impresa, dunque, guardare al futuro delle applicazioni diventa un momento fondamentale della governance, aiutando a definire le strategie che contribuiranno a rimanere sempre veloci e competitivi, con buona pace del business.

Le nuove tecnologie devono fare i conti con quelle vecchie

Il problema è che le nuove tecnologie si devono innestare su quelle esistenti, inventate quando le necessità erano diverse e la cultura dello sviluppo meno evoluta. Secondo i dati raccolti da Accenture, il 70% delle transazioni di business è ancora processato in Cobol e molti protocolli di sviluppo legate al Web fanno ancora uso di regole di sicurezza ormai obsolete, basate su criteri di cifratura deboli che oggi non hanno più senso di esistere.

Il risultato è noto:

  • coesistenza di diverse realtà non sempre integrate e non sempre razionali
  • criticità di gestione legate alla disomogeneità delle soluzioni in uso
  • difficoltà di inventario e di manutenzione dell’installato per coordinare gli aggiornamenti necessari e mantenere una mappatura precisa dei sistemi in uso
  • impedimenti tecnici e problemi di sicurezza del software, in quanto la figura dell’analista/programmatore in azienda e pressoché sparita

La programmazione deve garantire sicurezza, governance, economia e agilità

Tra cloud, virtualizzazione, mobile e Internet of Things le aziende devono cambiare marcia e intraprendere uno sviluppo capace di assistere il business e supportare le nuove logiche di servizio.

Le ultime ricerche di Gartner raccontano come nel 2016 saranno oltre 6,4 miliardi gli oggetti connessi in uso in tutto il mondo a un ritmo di 5,5 milioni di oggetti al giorno, con una crescita del 30% rispetto al 2015. Da qui ai prossimi quattro anni la IoT genererà un mercato del valore pari 20,8 miliardi. Ma il mondo diventa intelligente e comunicante grazie a una nuova potenza elaborativa data da software sempre più flessibili, distribuiti, pervasivi e capaci di adattarsi alle diversificate esigenze degli interlocutori con cui si relazionano.

Perno tecnologico dello sviluppo, secondo le previsioni di Gartner, saranno le preferenze e l’uso dei servizi IoT, che continueranno ad essere collegati ai consumatori mentre all’impresa spetterà la fetta di spesa più ampia. Solo nel mercato consumer, nel 2016 saranno 4 miliardi gli oggetti connessi.

Le aziende, per far fronte a questi cambiamenti, devono predisporre sistemi capaci di:

  • gestire i flussi di informazioni crescenti attraverso nuove matrici di analisi e di rappresentazione dei dati in modo davvero utile al business
  • progettare nuove modalità di ingaggio e di relazione capaci di parlare ma anche di ascoltare qualsiasi tipo di interlocutore, interno o esterno all’azienda
  • potenziare la qualità dei servizi e la velocità di rilascio per rimanere allineati al time to market

«Secondo Forrester oggi solo 17% degli IT executive ad oggi dichiara di riuscire a rilasciare velocemente i servizi capaci di rispondere in modo puntuale alle necessità aziendali – ha spiegato Bhaskar Ghosh, Group Chief Executive Accenture Technology Delivery -. Oggi il mondo del business è trainato da due fattori in qualche modo concomitanti: l’alta velocità e la potenza del software. Imprese e organizzazioni dovrebbero porsi due domande fondamentali: quanto il software gioca un ruolo strategico nella mia azienda? Stiamo usando il software per innescare un cambiamento proattivo, capace di creare nuovi mercati, nuovi clienti e nuove opportunità? Il futuro delle applicazioni, infatti, aiuta a definire strategie efficaci: servono nuovi modelli di riferimento incentrati su un approccio alla tecnologia di tipo out of box».

Le app del futuro saranno liquide, intelligenti e connesse

Secondo gli esperti, dunque, il futuro del business si giocherà sulla capacità dei manager di immaginare le caratteristiche delle applicazioni del futuro. Questo significa non solo imparare a ragionare ben oltre gli attuali modelli collaborativi, evolvendo a nuove strategie atte ad abilirare dei veri e propri ecosistemi di partner, ognuno specializzato in un’area di sviluppo precisa. Un esempio verso l’alto è quello di Microsoft che oggi può contare su un ecosistema di oltre 640mila partner. La regola? Non sempre è necessario sviluppare ex novo: a volte è meglio puntare sull’outcome economy, lavorando per migliorare l’esistente.

Ma c’è un altro aspetto che gli esperti mettono sul tavolo della governance, ovvero che le tecnologie non possono più essere argomento appalto esclusivo delle divisioni IT ma anzi e soprattutto, essere il risultato di una estrema sinergia tra le varie linee di business coinvolte.

Mettendo a frutto metodo Agile e strategie DevOps, big data management e analytics, infatti, ogni progetto applicativo diventerà la risultante di un grosso lavoro di squadra aziendale, estremamente sinergico e assolutamente rapido. A seguito di un’analisi delle esigenze e una definizione di una serie di obiettivi precisi, la programmazione del software viene fatta attraverso una road map di sviluppo precisa, fatta di rapida programmazione, rapida verifica, rapido rilascio e momenti di confronto quasi in real time per validare la qualità dei risultati e, nel caso, intervenire rapidamente con aggiornamenti e patch.

«Le applicazioni del futuro saranno liquide, intelligenti e connesse – ha sottolineato Paul Daugherty, Chief Technology Officer di Accenture -. Bisogna abbandonare lo sviluppo monolitico e compartimentato: bisogna essere più leggeri, fluidi, elastici, reattivi e aperti. Le aziende devono reinventare la programmazione di supporto al business per riuscire a gestire al meglio la crescita della complessità, abbracciando nuovi orizzonti interconnessi capaci di gestire una IoT ormai diventata realtà. Ci sono tre strategie che possono aiutare le imprese a impostare nuovi criteri di sviluppo e di rilascio a non perdere competitività e ad aumentare i loro fatturati.  Sviluppare applicazioni liquide, intelligenti e connesse. Questo significa progettare software in modo nuovo e completamente diversi rispetto al passato, sfruttare su una nuova intelligenza cognitiva capace di realizzare applicazioni che capiscono, agiscono e imparano in modo autonomo rispetto alle attività più di routine e, infine, ragionare sempre e comunque nell’ottica di una collaborazione estesa, capace di dialogare in sicurezza con ogni tipo di interlocutore aziendale: partner, dipendente, collaboratore, cliente, cittadino».

Anche il business diventerà resiliente, ubiquo e pervasivo

Il governo del software, secondo gli esperti, sarà il governo del business. Liquido, infatti, non è soltanto un nuovo approccio relativo allo sviluppo applicativo. È la base su cui costruire la crescita dell’organizzazione (e dei fatturati), guadagnando vantaggio competitivo. La capacità di rilasciare in modalità continua nuovi servizi e nuove procedure a supporto del business farà la differenza tra le aziende che sanno evolvere e quelle destinate a restare ferme al palo.

«La nuova intelligenza applicativa cambierà il modo con cui i brand interagiscono con i consumatori – ha proseguito Ghosh – ma non solo: grazie ai software di nuova generazione cambierà anche il modo di acquistare e vendere i prodotti o i servizi: grazie a nuove metriche di analisi, infatti, sarà possibile progettare sempre un’offerta innovativa e allineata alla domanda grazie a una profilazione più mirata dei bisogni e delle preferenze delle persone».

In un mondo caratterizzato dall’alta velocità l’impresa deve rivedere le dinamiche su cui si basa lo sviluppo applicativo. Le architetture As a Service hanno cambiato il rapporto tra la domanda e l’offerta, inaugurando l’era dell’on demand e del pay per use. Dal possesso di un bene gli asset si sono spostati alla fruizione di un bene, con SLA (Service Level Agreement) e meccanismi di CRM (Customer Relationship Management) e CEM (Customer Experience Management) che passando a un’analisi accurata dei dati a supporto del Decision Support System.

“Le nuove vision che servono a fare la differenza nel business – conclude Daugherty – sono quelle che puntano a realizzare un ecosistema in cui il mondo esterno e interno al perimetro aziendale coesistono, gestendo una Internet of Things che è e diventerà un imperativo categorico strategico per tutte le aziende, di qualsiasi dimensione e di qualsiasi settore. Solo grazie a una nuova strategia di sviluppo capace di creare le applicazioni del futuro sarà possibile rimanere competitivi. Strategia e tecnologia, infatti, oggi sono sinonimi, Quello che è certo è che qualsiasi tipo di azienda diventerà azienda software defined».

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