Il mercato della stampa 3D

Come è cambiata la fotografia del mercato della stampa 3D nel corso del 2016? Ce lo spiegano i nostri esperti sulla base dei dati forniti dall’analista inglese CONTEXT

Pubblicato il 20 Apr 2017

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Gentili lettori,
prosegue con un nuovo tema la rubrica ESPERTO RISPONDE dedicata alle tecnologie che più stanno impattando sia sul mondo industriale che su quello consumer: la stampa 3D o stampa additiva.

Rispondono i nostri esperti:
ANDREA BACCHETTI (@andreabacchetti) e MASSIMO ZANARDINI, membri del laboratorio di ricerca RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia e della spin-off universitaria IQ Consulting

Per capire come affrontare il tema del 3D Printing leggi il servizio  Stampa 3D: il check-up online di IQC per capire e orientarsi l’additive manufacturing

Il mercato della stampa 3D

I numeri sono molto recenti e fotografano una situazione a macchia di leopardo per quanto concerne lo stato del mercato della stampa 3D. Nella sostanza, alcune tecnologie stanno riscuotendo successo, mentre altre faticano a trovare un proprio ambito applicativo che le faccia fuoriuscire dalla sola prototipazione rapida.

Secondo le ultime stime della società inglese CONTEXT, che da alcuni anni a questa parte riporta gli andamenti trimestrali delle vendite di stampanti 3D, nel 2016 il mercato professionale/industriale è complessivamente calato del 10% rispetto all’anno precedente. Già questo primo dato è in controtendenza rispetto a quanto fatto registrare dal mercato consumer: anche nel 2016, infatti, la vendita di stampanti 3D “desktop”, è cresciuta del 33%, arrivando a coprire una domanda pari a circa 300.000 unità. A fronte di queste stampanti ad uso personale, corrispondono poco più di 10.000 stampanti professionali/industriali, come rappresentato in Figura 1, che generano però, visto il maggior valore unitario, circa il 75-80% dei ricavi complessivi del mercato.

Mercato stampanti 3D Context (2016)

Molto interessante è, in ambito professionale, l’analisi per tecnologia.

  • Per la prima volta dagli inizi degli anni 2000, le stampanti FDM (la quasi totalità di quelle appartenenti alla categoria Material Extrusion) sono state scalzate dalla prima posizione a vantaggio delle stampanti che lavorano per fotopolimerizzazione e, in particolare, quelle di stereolitografia (VAT Photopolimerization). Questa categoria ha aumentato le proprie vendite di circa l’8% nel 2016. La tendenza è riconducibile alle difficoltà incontrate dalle stampanti FDM nel dimostrare le proprie abilità e potenzialità anche al di fuori della prototipazione rapida. Le tecnologie di fotopolimerizzazione, pur essendo impiegate anche in prototipazione, garantiscono livelli di finitura e una precisione dei prodotti ottenuti decisamente superiori, con una gamma di materiali impiegabili in forte espansione, che le sta premiando sul mercato industriale.
  • Oltre al segno opposto appena descritto tra mercato consumer professional, e quello tra stampanti SLA vs. FDM, è possibile individuare un altro segmento in controtendenza rispetto al dato aggregato: le vendite di stampanti 3D che lavorano il metallo sono cresciute di circa il 20% rispetto al 2015. Sempre secondo CONTEXT, il giro d’affari delle due macro categorie di stampanti per metalli, Powder Bed Fusion & Directed Energy Deposition, è cresciuto, rispettivamente, del 17% e 28%. Il rovescio della medaglia è legato al numero complessivo di stampanti vendute, circa 600-700, meno del 10% delle stampanti professionali globalmente vendute.

Da questi numeri emerge, quindi, un mercato dinamico, ancora non maturo, soggetto a oscillazioni molto forti anche di anno in anno, oramai specializzato nello smentire costantemente previsioni anche di breve periodo. Tale incertezza è certamente legata a diversi fattori, tra cui una non piena conoscenza e manifestazione di quali potranno essere le reali applicazioni per ogni tecnologia, derivante della ridotta maturità delle stesse e dei materiali che possono essere impiegati. In altre parole, una tecnologia che propone su base annua innovazioni così radicali spesso spaventa gli imprenditori, che temono di investire in una macchina che sarà presto obsoleta. A tutto questo occorre sommare anche l’ingresso sul mercato di diversi nuovi player (HP, Ricoh, CLIP, …), che si accingono a mescolare nuovamente le carte sul tavolo. L’auspicio è che questa maggiore concorrenza stimoli ulteriormente le innovazioni e contribuisca a ridurre i prezzi di vendita delle stampanti.

20 Aprile 2017

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