Secondo le stime dell’Osservatorio B2c del Politecnico di Milano, nel 2014 in Italia le vendite via Smartphone sono raddoppiate rispetto al 2013, superando quota 1,2 miliardi di euro, che equivalgono al 9% dell’eCommerce B2c totale nel nostro Paese. Il comparto con la più alta penetrazione di vendite da Smartphone è l’Abbigliamento con circa il 13% del transato, seguito dall’Informatica ed elettronica di consumo con l’11%, e poi dall’Editoria e dal Turismo con l’10 e il 6% rispettivamente. Se si considera invece l’apporto in valore assoluto, il Turismo contribuisce alle vendite con quasi 330 milioni di euro, l’Abbigliamento con circa 220 milioni e l’Informatica ed elettronica di consumo con circa 170.
A sfruttare il canale mobile, sono in primis i siti di vendite private (per esempio Amazon BuyVIP, Privalia, SaldiPrivati e vente-privee.com) e quelli di Couponing (per esempio Glamoo, Groupalia e Groupon), che puntano su modelli di business in cui l’istante di acquisto conta. In secondo luogo, le compagnie di trasporto (per esempio Alitalia, Lufthansa, Meridiana, NTV e Trenitalia) dove contano sia l’istante che il luogo dell’acquisto.
Vi sono poi alcune grandi Dot Com che fanno leva sul carattere personale del dispositivo, come TicketOne che propone i biglietti per gli eventi degli artisti preferiti presenti nelle playlist personali sullo Smartphone, o sul profilo Facebook dell’utente. Altre puntano sulla semplificazione del processo d’acquisto, come ad esempio YOOX Group, che supporta l’identificazione dei prodotti con la ricerca vocale per colore, o Amazon, che nella sua App ha integrato un lettore di codice a barre per favorire la ricerca del prodotto senza digitazione presso i punti vendita dei retailer tradizionali.
Altre ancora provano a sfruttare al massimo i tempi morti (attese, spostamenti, ecc.) laddove il contenuto informativo è particolarmente ampio e complesso (per esempio le agenzie online come Expedia, lastminute.com, portali di hotel come Booking.com o venere.com).
In Italia la più alta incidenza di vendite da smartphone
Le vendite via Tablet invece assommano a circa 1,4 miliardi di euro, che portano il totale del Mobile Commerce italiano nel 2014 a 2,6 miliardi, in crescita del 66% rispetto al 2013. L’incidenza sull’intero eCommerce B2c è quindi di circa il 20%, in grande ascesa rispetto al 5% nel 2012 e al 14% nel 2013. Questo rende il Mobile Commerce italiano sostanzialmente in linea con UK e USA (25%), Germania (22%), Spagna (20%) e Francia (17%).
Anzi, considerando solo le vendite via Smartphone, l’Italia, con quasi il 10% del valore delle vendite online B2c, addirittura fa registrare l’incidenza più alta tra i principali mercati occidentali (USA 8%, Spagna 7%, Germania e UK 6%, Francia 5%). Il valore assoluto delle vendite via Smartphone in Italia è pari a un quinto di quelle inglesi, un terzo di quelle tedesche, la metà di quelle francesi ed è di poco superiore a quelle spagnole.
Cosa possiamo aspettarci per il prossimo futuro? Gli elementi da valutare sono molti. In primis la diffusione dei device. Nel 2014 si prevedono 45 milioni di Smartphone e circa 11 milioni di Tablet attivi nel nostro Paese, che il prossimo anno dovrebbero arrivare a 52 (+16%) e 14 milioni (+25%) rispettivamente. Negli anni successivi l’Osservatorio stima una crescita più importante per i Tablet, che in molte attività di intrattenimento (soprattutto domestiche) andranno a sostituire il pc (desktop o laptop).
In secondo luogo, si legge nel report, lo Smartphone avrà un ruolo sempre più significativo nell’unire il mondo fisico con quello digitale, spingendo percorsi di acquisto multicanale anche attraverso nuove funzionalità come la ricerca visuale (lanciata da Amazon), che consente di fotografare un prodotto in store per verificarne disponibilità e prezzi online, o l’acquisto tramite riconoscimento delle immagini o dell’audio (sia all’interno dello store che sui media), offerto per esempio dal gruppo Miroglio (Motivi).
In terza battuta, l’offerta su Smartphone e Tablet sarà sempre più completa, grazie alla progettazione di siti “responsive” (ossia che si adattano al device da cui vengono fruiti) e allo sviluppo delle App (oggi “solamente” il 22% dei merchant del campione ha un’App di Mobile Commerce). Infine, spiega l’Osservatorio, anche l’innovazione attraverso i Social Network, tipicamente fruiti da dispositivi mobili, potrà spingere ulteriormente le vendite.
Amazon per esempio negli USA dà la possibilità di inserire dei prodotti nella wishlist e nel carrello tramite tweet. Twitter stesso si è poi dotato del bottone “buy” e ha acquisito CardSpring, un’infrastruttura di pagamento che connette i venditori con i payment processor. Sempre in quest’ambito si segnala l’accordo tra YOOX Group e WeChat, in Italia, USA e poi in Cina, che consentirà ai clienti di accedere a servizi e contenuti esclusivi, come ad esempio chattare con un assistente o consultare un personal stylist dedicato.
Da qui a cinque anni, poi, l’Osservatorio stima che il valore del transato attraverso Smartphone e Tablet arriverà a pesare per un terzo dell’eCommerce totale, superando i 10 miliardi di euro. «Non siamo però così sicuri che tra 5 anni sarà possibile parlare di eCommerce via Smartphone, Tablet o PC, poiché il ruolo dei diversi device nel processo d’acquisto avrà confini sempre più sfumati e sarà sempre più difficile (e forse privo di senso) effettuare nette distinzioni».