Soffia forte il vento per il mobile marketing negli Usa. Le nuove stime della Mobile Marketing Association, riportate nel Report ‘MMA Mobile Marketing Economic Impact Study’ che è appena uscito, stimano un impatto dell’ecosistema del mobile marketing sull’economia degli Stati Uniti di 139 miliardi di dollari per il 2012, rispetto ai 48 miliardi del 2010. Un impatto che dovrebbe raggiungere i 400 miliardi di dollari nel 2015, con una crescita media annua del 52%.
I risultati dello studio dimostrano l’importanza dello sviluppo del mondo mobile come stimolo per l’economia e motore di crescita. Considerando che il PIL degli USA nel 2012 è stato di circa 15.700 miliardi di dollari, secondo i dati della MMA il mobile marketing ha generato quasi lo 0,9% del PIL.
“Fino a pochi anni fa, l’impatto della telefonia mobile era misurato solo in base alla funzione di base del telefono, mentre ora è impossibile immaginare un mondo senza smartphone e tablet”, dichiara Greg Stuart, Ceo della Mobile marketing association. “Lo stato di salute dell’economia americana dipende da piattaforme come il mobile, che offrono un potenziale illimitato per la crescita e l’innovazione: nessun altro media evolverà con questi ritmi, e con queste imprevedibili opportunità di cambiare radicalmente la user experience”.
Sorpresa: i rendimenti non decrescono
Il report è molto ampio (118 pagine), e approfondisce diversi aspetti. Uno di questi è il numero di posti di lavoro creati dalle iniziative di mobile marketing, stimato in 524.000 soltanto nel 2012, mentre nei 5 anni tra il 2010 e il 2015 secondo MMA i posti di lavoro generati saranno 1,4 milioni. Un altro aspetto importante della ricerca è ovviamente l’entità di investimenti che le aziende Usa dedicano e dedicheranno a progetti di mobile marketing, che sono di 6,7 miliardi di dollari nel 2012 (somma dei tre componenti mobile media advertising, mobile direct response enhanced advertising, e mobile CRM), e sfioreranno i 20 miliardi nel 2015.
Tirando le somme, quindi, secondo la MMA l’anno scorso 6,7 miliardi di investimenti in mobile marketing hanno prodotto un impatto economico di 139 miliardi. La gran parte di tale impatto, circa l’85%, ha riguardato il mondo offline, cioè negozi e store ‘fisici’ tradizionali, ed è quello che viene definito ‘m-shopping’, cioè i benefici che commercianti di abbigliamento, ristoranti, supermercati, e concessionarie auto in tutto il paese hanno dall’utilizzo di tool mobile come coupon mobili, concorsi a premi, carte fedeltà e portafogli mobili in luoghi fisici, così dalle possibilità di raccolta di informazioni e confronti che i dispositivi mobile permettono prima dell’acquisto. Indipendentemente da dove le vendite hanno luogo, comunque, lo studio suggerisce che tutte le sedici principali categorie commerciali di prodotti e servizi venduti negli Usa beneficiano dell’effetto del marketing tramite smartphone e tablet.
Un aspetto estremamente importante per gli addetti ai lavori del marketing è poi che l’analisi evidenzia a sorpresa che la spesa per il marketing nella telefonia mobile fino a oggi non sembra obbedire alla nota legge dei rendimenti decrescenti. “L’ipotesi più forte – spiega lo studio – è che il mobile marketing non funziona da solo, ma serve da catalizzatore per tutte le altre piattaforme di marketing”.
Al di là dei numeri, conclude il report, è indubbio che sia nata una ‘mobile enhanced economy’, “in cui il mobile trasforma ogni oggetto in un media, e ogni luogo in cui si trova il consumatore in un’opportunità per mandargli messaggi, trasformando così lo stesso consumatore in un partner interattivo, creativo e responsabile nel processo di marketing”.
La situazione in Italia
Le opportunità del mobile sono state ampiamente sottolineate negli anche per il mercato italiano dall’Osservatorio Mobile Marketing & Service del Politecnico di Milano, secondo il quale il valore assoluto degli investimenti in pubblicità pensata per il mobile gli smartphone nel nostro Paese è salito in un anno del 55%: da 57 milioni di euro nel 2011 a 89 milioni nel 2012. Un dato che rappresenta l’1% del totale degli investimenti pubblicitari in Italia (in linea con Francia e Germania, mentre in USA la percentuale è del 2,4% e nel Regno Unito del 3%) e il 7% sul totale della pubblicità digitale (pc, tablet, mobile), anche qui dietro solo a USA e Regno Unito, e davanti, anche se di poco, a Germania, Francia e Spagna.
In termini di formati pubblicitari, in Italia sono più che raddoppiati gli investimenti in search e display advertising su siti mobile e su app, e la raccolta degli ad-network, e fortemente cresciuti anche quelli a performance (cost per click). Nell’immediato futuro però, sottolineano i ricercatori dell’Osservatorio, si espanderà fortemente l’utilizzo di formati innovativi come i Rich media (banner interattivi e coinvolgenti, video HD a tutto schermo, ecc.) e assisteremo a una crescente integrazione del Mobile in iniziative che coinvolgono altri media, come pc, tablet, e anche la TV, come per esempio: le pubblicità simultanee e integrate su Tv e Smartphone noto come ‘second screen’).