Supply Chain

Il pacco in consegna è caduto? Il sensore lo sa (e lo dice allo smartphone)

Tutti abbiamo visto sugli involucri di cartone dei pacchi in consegna le scritte ‘handle with care’ o ‘fragile – maneggiare con cura’….

Pubblicato il 21 Feb 2013

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Tutti abbiamo visto sugli involucri di cartone dei pacchi in consegna le scritte ‘handle with care’ o ‘fragile – maneggiare con cura’. Molti settori producono beni che nel trasporto richiedono precauzioni per non essere danneggiati o addirittura diventare inservibili.

L’acquirente gode di precise tutele rispetto a prodotti che abbiano subito danni durante il percorso dalla fabbrica alle sue mani, ma è ben difficile avere la reale possibilità di fare un controllo completo prima di firmare la bolla di consegna, come prescrive la legge.

L’esplosione dell’e-commerce ha ampliato enormemente le dimensioni di questo problema, con moltissimi prodotti che prima erano comprati in negozio, confezionati e trasportati a casa dal cliente, che invece ora li riceve imballati a casa senza mai averli fisicamente visti.

Immaginiamoci come cambierebbero molte supply chain se esistesse un sistema che permettesse scientificamente di sapere se un pacco in consegna è caduto o ha subito urti durante il trasporto. Questo è precisamente il problema che si è posta Cambridge Consultants, specialista inglese di servizi di progettazione e sviluppo di nuovi prodotti, che ha messo a punto un nuovo tipo di sensore chiamato DropTag, in grado di comunicare con uno smartphone nel raggio di 50 metri grazie a un’app e alla connettività Bluetooth.

“Le attuali tecnologie di parcel condition monitoring sono sensori meccanici molto basici, o data logger molto costosi. Noi con DropTag abbiamo sviluppato un sensore semplice, a basso costo, che contiene un chip BLE (Bluetooth Low Energy, ndr), e un’app che, una volta scaricata su uno smartphone, può mostrare attraverso BLE se il pacco è caduto o ha subito urti, e anche un grafico dei suoi movimenti dettagliati”, spiega Tom Lawrie-Fussey, business development manager di Cambridge Consultants.

Una tecnologia alternativa a NFC

DropTag può essere interrogato da remoto in qualsiasi fase del processo di trasporto e consegna, con un raggio massimo di 50 metri, ma anche attraverso pareti come quelle di un camion o un furgone. Queste sue caratteristiche si prestano a varie applicazioni: ovviamente possono fornire ai produttori e ai carrier logistici lo status in tempo reale di tutti i pacchi che compongono una spedizione (dando tutto il tempo di predisporre sostituzioni in caso di urti o cadute prima dell’arrivo dal cliente), e anche la localizzazione di ciascun singolo collo.

“Minimizzando la complessità della componentistica abbiamo calcolato che DropTag può espletare le sue funzioni per molte settimane, grazie a una semplice batteria grande come una moneta”, spiega Lawrie-Fussey. Il protocollo BLE (detto anche Bluetooth Smart) prevede infatti una trasmissione dati non continua ma scadenzata a intervalli regolari, cosa che prolunga di molto la durata della batteria. BLE tra l’altro è considerato una tecnologia alternativa a NFC (Near Field Communication), che infatti in questo caso è stata valutata e scartata da Cambridge Consultants perché lo smartphone avrebbe dovuto essere posizionato nel raggio di pochi centimetri per consentire la lettura. Oltre che dal chip BLE, DropTag è costituito da una batteria, un accelerometro e un’antenna, e può essere fissato con un adesivo al prodotto o all’involucro di cartone.

“La semplicità nella progettazione ci ha permesso di ridurre il costo complessivo dei componenti di DropTag sotto i due dollari, cosa che renderà il suo utilizzo economicamente sostenibile, dati i benefici che offre sia al produttore, sia al carrier, sia al consumatore”. Oltretutto, aggiunge Lawrie-Fussey, il dispositivo è riutilizzabile. L’app invece può essere scaricata su smartphone BLE compatibili: tra questi ci sono iPhone 4s e 5, e diversi Android tra cui Samsung Galaxy S III e HTC One X+.

Alla ricerca del primo utente

Cambridge Consultants ha registrato tutti i brevetti, ma è alla ricerca del primo utilizzatore di DropTag, che ovviamente è indirizzato prima di tutto ai grandi operatori logistici, ai ‘big’ dell’e-commerce e alle catene retail.

La ricerca di investitori avrà una tappa importante alla Hannover Messe di aprile, dove DropTag verrà presentato ufficialmente, ma nel frattempo Cambridge Consultants sta già lavorando all’ampliamento della piattaforma, con l’aggiunta di sensori che possano comunicare cosa è successo esattamente al pacco e in quale momento, e che possano monitorare in continuo e con precisione la temperatura per applicazioni nella ‘catena del freddo’ di settori come alimentari freschi, surgelati e farmaceutici.

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