Si è conclusa, almeno in alcuni Paesi, la grande attesa dell’industria Mobile e di moltissimi consumatori per il primo BlackBerry con Android. Il modello Priv infatti da qualche giorno è disponibile in alcuni Paesi – USA, UK, Canada e Germania – con data di consegna immediata. Per l’Italia Amazon.it accetta ora gli ordini per il Priv a un prezzo di 779,90 euro, con la dicitura “Questo articolo non è ancora disponibile. Se prenoti ora, effettueremo la consegna non appena arriverà”.
Le specifiche – processore Snapdragon 808, 3 GB di RAM, fotocamere da 18 e 2 megapixel, display da 5,4 pollici con risoluzione di 2560 x 1440 pixel, batteria da 3410 mAh, che assicura secondo il produttore fino a 22 ore di utilizzo – sono da smartphone di fascia alta, ma non sono queste che fanno del Priv una pietra miliare nella storia del produttore canadese, e anche del mercato Mobile.
Questo modello è infatti il primo della storia di BlackBerry a non avere un sistema operativo proprietario. È pensato per conciliare i vantaggi dell’ecosistema Android – in primis l’enorme disponibilità di App e contenuti su Google Play, a cui il dispositivo ha accesso illimitato – con la sicurezza di livello enterprise, e la presenza di una tastiera fisica (che compare facendo scorrere lo schermo verso l’alto), che da sempre sono punti di forza appunto di BlackBerry.
Il Priv oltretutto esce in un momento critico per la casa canadese, che a sua volta ripone su di esso forti aspettative: il CEO John Chen ha infatti dichiarato che il business dell’hardware (cioè dei dispositivi) sarà dismesso se non torna in utile nel 2016.
BlackBerry ha una lunga tradizione di supporto in sicurezza alla mobility aziendale, cominciata dall’email e proseguita con l’introduzione delle “app permission”, che si è ultimamente aperta anche ad Android, con la possibilità – introdotta con la versione 10.3 del sistema operativo proprietario, di scaricare le app Android direttamente dall’Amazon App Store.
«Ora per la prima volta BlackBerry e Google hanno messo insieme la più sicura piattaforma Mobile con il più flessibile ecosistema di App», scrive BlackBerry sul suo blog, precisando attraverso il suo Chief Security Officer, David Kleidermacher, i pilastri che secondo l’azienda rendono l’approccio di security e privacy del Priv superiore rispetto alla concorrenza sul mercato.
Tra questi ci sono l’Hardware Root of Trust, un processo di produzione unico che integra chiavi di crittografia nei componenti hardware del device; la Verified Boot and Secure Bootchain, che usa tali chiavi per verificare che ogni layer del dispositivo, dall’hardware al sistema operativo alle applicazioni, non sia stato manomesso; un kernel Linux rafforzato con diverse patch e cambiamenti di configurazione; la BlackBerry Infrastructure, la rete globale che trasmette petabyte di dati crittati tra i device BlackBerry; e infine la piattaforma di Enterprise Mobility Management BES12.
L’integrazione con Android for Work ha poi permesso sul Priv la separazione tra uno spazio Personal sul device dove l’utente può scaricare le App preferite e un Work Space dove l’azienda può proteggere i propri dati secondo le proprie policy. Mentre l’App DTEK, precaricata sul dispositivo, consente all’utente di gestire al meglio la privacy verificando gli accessi ai suoi dati personali e monitorando i livelli di sicurezza basandosi su fattori come la complessità delle password, le impostazioni di crittatura e le App installate.
«Gli amministratori IT possono anche usare Google Play for Work per controllare il download di App, creando cataloghi di App consentite e impedendo lo scaricamento da altre fonti diverse dallo store di Google».
Le recensioni finora uscite sono in gran parte positive o molto positive, con le uniche critiche che riguardano il prezzo, ritenuto da molti troppo alto, soprattutto in un ecosistema come quello di Android. BlackBerry tuttavia risponde che il device vale il prezzo, anche e soprattutto per le caratteristiche uniche di sicurezza, e che gli ordini stanno superando tutte le aspettative.