Vodafone Point of View

Il ruolo chiave delle soluzioni IoT per la costruzione di un New Normal

Il ruolo dell’Internet of Things, della sensoristica e dei wearable per gestire il distanziamento sociale e ridurre i rischi garantendo il corretto monitoraggio dell’ambiente di lavoro

Pubblicato il 18 Giu 2020

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Il mondo oggi sta affrontando una situazione senza precedenti. Sicuramente pochi immaginavano che un virus sarebbe stato in grado di bloccare il mondo, stravolgendo abitudini di vita e di lavoro.
Covid-19 lo ha fatto e ci ha obbligato a rivedere comportamenti e consuetudini.
Ha anche introdotto nelle nostre vite un nuovo concetto, per il quale la maggior parte delle persone non era sicuramente pronto: il distanziamento sociale. Improvvisamente, il buon cittadino è diventato colui che evita i luoghi affollati e si prende cura degli altri mantenendo una distanza di almeno un metro e mezzo.
In questo periodo difficile, tecnologie come l’Intelligenza Artificiale e l’Internet of Things sono diventate strumenti e alleati preziosi non solo nella lotta contro la pandemia, ma anche per dar vita a una nuova normalità alla quale gli individui, le città e le imprese non erano preparati.
Come sottolinea Giulio Salvadori, responsabile dell’Osservatorio IoT della School of Management del Politecnico di Milano, “La situazione di emergenza legata a Covid-19 sta portando alla ribalta diverse applicazioni IoT, sull’onda di un interesse generale verso soluzioni in grado di assicurare tracciabilità, monitoraggio, raccolta dati. Un patrimonio informativo, quello generato dalle soluzioni IoT, che permette di sviluppare servizi di valore e di pubblica utilità”.

Vediamo allora in quali ambiti, partendo da quello più direttamente coinvolto, vale a dire il mondo sanitario.

Tracciamento

Fondamentale nel percorso di contenimento della diffusione di Covid-19 è stata la capacità di identificare e tracciare persone infette o percepite come tali.
In questo caso, alcuni Paesi, come Singapore o la Corea del Sud, hanno fatto ampio uso di IoT e GPS per tracciare i movimenti delle persone.
A Hong Kong, ad esempio, ai passeggeri in arrivo all’aeroporto venivano consegnati un braccialetto e un QR univoco per tenere traccia dei loro movimenti mediante un’App dedicata: un sistema di fatto basato sulla tecnologia Geofencing che crea un perimetro virtuale intorno al soggetto grazie all’utilizzo combinato di GPS, RFID, Wi-fi, BlueTooth e rete cellulare.
La stessa tecnologia può essere utilizzata per garantire il rispetto delle prescrizioni di quarantena dei pazienti non ospedalizzati, tenendo traccia di possibili violazioni o spostamenti, o anche per risalire la catena del contagio, identificando le persone con cui il paziente infetto è entrato in contatto e isolarle a loro volta.

Teleassistenza

Sempre in ambito sanitario, questi mesi hanno visto la crescita dei servizi di tele-assistenza, sia per le persone affette da patologie croniche, sia per la cura dei pazienti Covid-19 non ospedalizzati per i quali è stato possibile garantire il monitoraggio remoto dei parametri vitali, grazie all’utilizzo di dispositivi connessi.

Distanziamento sociale

L’utilizzo di sensori di prossimità trova invece ampio uso in molti contesti, dal commercio al trasporto pubblico per arrivare ai luoghi di lavoro, per avvisare le persone quando non mantengono la distanza fisica obbligatoria le une dalle altre, mentre i sistemi di visione aiutano a valutare il livello di occupazione degli spazi, inibendone l’accesso laddove il rischio di assembramento sia troppo alto. Una declinazione applicativa che trova nel commercio al dettaglio e nel traposto pubblico, due ambiti di elezione.

Il mondo del lavoro

Dopo mesi di estrema incertezza e di pause forzate, con la Fase 2 e la Fase 3 appena iniziata si può finalmente parlare di ripresa delle attività.
Tuttavia, non si può dimenticare che ci troviamo ancora in una fase transitoria nella quale persistono molte regole relative alla distanza fisica, all’igiene, al controllo della salute, che nel nostro Paese sono state esplicitate nell’adozione, lo scorso 14 marzo e con successiva integrazione il 24 aprile, di un “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure anti-contagio negli ambienti di lavoro”.
In questo scenario, l’IoT, in combinazione con altre tecnologie, è di sicuro di valido aiuto a ottemperare quanto richiesto in materia di gestione degli spazi di lavoro, di controllo del distanziamento sociale, dell’adozione di dispositivi di protezione individuale, oltre che di adozione di pratiche di prevenzione come la misurazione della febbre.

Un esempio concreto: la rilevazione della temperatura

Secondo quanto previsto dal protocollo, la persona che accede negli spazi di lavoro non deve avere una temperatura superiore ai 37.5 gradi. Il modo migliore per farlo è quello di utilizzare sistemi di rilevazione così da attestare che i lavoratori al momento dell’entrata in sede non presentavano sintomatologia febbrile o influenzale.

La soluzione è rappresentata dall’adozione di termoscanner e sistemi di controllo degli accessi che non richiedono la presenza di personale dedicato alla rilevazione della temperatura e che sono altresì in grado di dimostrare che il dipendente indossi correttamente anche un dispositivo di protezione individuale (DPI) come la mascherina di tipo chirurgico.
I dati sono raccolti in forma anonima e dunque viene garantito anche il rispetto delle normative vigenti sulla privacy.

Di fondamentale importanza, in particolare per le aziende che lavorano a contatto con il pubblico, è il controllo della temperatura anche degli utenti che accedono agli spazi commerciali o di servizio.
In questo caso, in luogo dei termoscanner possono essere implementate le termocamere, che hanno il vantaggio di rilevare la temperatura fino a 30 persone contemporaneamente nello stesso spazio chiuso e che dunque trovano applicazione nei supermercati, nei centri commerciali o nelle mense.
Le termocamere misurano anche il livello di occupazione degli spazi, rilasciando degli alert laddove le presenze siano in numero superiore al consentito.

La gestione degli spazi e il controllo del distanziamento sociale

Fondamentale, alla ripresa delle attività produttive è, in particolare in tutti quei contesti nei quali non è possibile adottare modalità di lavoro agili, garantire la corretta distanza fisica tra i dipendenti.

L’altra grande preoccupazione riguarda la garanzia del distanziamento fisico. Molte aziende non possono usare cartellonistica e segnalazioni e oggi è possibile usare la tecnologia impiegata per il monitoraggio e il tracciamento delle guardie giurate per garantire il distanziamento fisico degli operatori nelle aziende manifatturiere. Tramite tag che avvisano con suono o vibrazione si può mantenere la distanza, senza intaccare l’operatività.

L’altra area di esigenza specifica riguarda i clienti, ovvero il cittadino e quindi la tematica della gestione degli accessi. Al contrario dei termoscanner, che rilevano la temperatura corporea di un singolo individuo, le termocamere consentono di rilevare la temperatura per un massimo di 30 persone simultaneamente e possono essere posizionate in locali chiusi ma molto grandi, come centri commerciali, show room e mense. L’elaborazione in tempo reale dei dati ricavati dalle termocamere permette di dedurre quante persone possono ancora accedere ai locali per garantire comunque il rispetto delle regole di distanziamento sociale. Questi sistemi possono essere usati in abbinamento ad app che permettono di prenotare l’accesso al locale adottando due soluzioni differenti e coesistenti: i sistemi di controllo della distanza e i dispositivi indossabili. Nel primo caso, il sensore rileva la “densità” di occupazione di un determinato spazio, avvisando gli addetti alla sicurezza e controllo di eventuali situazioni critiche. Nel secondo caso, il wearable indossato dallo stesso dipendente consente di tenere sotto controllo la distanza interpersonale, avvisando in caso di eccessiva prossimità.
La soluzione consente di memorizzare in forma anonima gli eventi di allarme, al fine di mappare gli eventuali contatti di un dipendente poi risultato positivo al Covid-10 e risalire la catena del contagio.

Purificazione degli ambienti

Oltre alle practice stabilite dal Protocollo in materia di pulizia e sanificazione degli ambienti, è possibile anche adottare soluzioni per la sanificazione dell’aria e la riduzione della presenza batterica, in particolare in tutti quegli ambienti nei quali si verifica un significativo transito di persone.

La visione di Vodafone: Vodafone Unlock

Per supportare le imprese sia nella ripresa sia nella corretta gestione delle Fasi 2 e 3 dell’emergenza, Vodafone Business ha sviluppato un portafoglio completo di soluzioni e servizi dedicati sia alla sicurezza dei luoghi di lavoro, sia alla prevenzione.
L’offerta, non a caso battezzata Vodafone Unlock, comprende un’ampia gamma di soluzioni e dispositivi connessi e integrati per la rilevazione della temperatura corporea, il controllo degli accessi, il monitoraggio delle distanze.

Disponibili in due versioni, Base e Pro, Vodafone Unlock comprende apparati con intelligenza interna per controllo accessi (termoscanner o termocamere), rilevazione della temperatura e verifica della presenza del dispositivo di protezione individuale. Queste soluzioni sono integrabili con i dispositivi per l’apertura automatica dei tornelli e i servizi di consulenza per tutti i temi della compliance, in particolare con quanto previsto dal GDPR.
Fanno sempre parte dell’offerta i sistemi di Smart Occupancy per la gestione delle presenze, dispositivi indossabili e sistemi di purificazione degli ambienti.

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