Il grande tema della Quarta Rivoluzione Industriale sta letteralmente cambiando la nostra economia. Lo IoT e l’Industrial IoT, applicati al settore manifatturiero, stanno modificando radicalmente il modo di produrre e di concepire il ciclo di vita dei prodotti. La rivoluzione è sotto i nostri occhi e l’Europa, questa volta, è il centro vitale di questa trasformazione grazie all’iniziativa tedesca, che ha avviato un coraggioso piano Industrie 4.0, e grazie alla intraprendenza di paesi dalla fortissima vocazione manifatturiera come l’Italia che, con il Piano Industry 4.0 avviato a settembre, sta definendo una “via italiana” all’Industria 4.0. Johannes Diemer, Manager Industry 4.0 di HPE, è una delle figure di riferimento delle strategie Industry 4.0 a livello europeo, sia per il contributo che ha dato allo sviluppo di una azione per l’Industria 4.0 in Germania, sia come uno degli strateghi del programma Industry 4.0 di Hewlett Packard Enterprise. Con le sue competenze legate ai temi dell’Internet of Things, all’High Performance Computing e dello sviluppo industriale, ha collaborato al grande progetto all’iniziativa Industrial Platform 4.0.
Internet4Things ha voluto affrontare con Diemer i temi dello sviluppo Industry 4.0 sia a livello europeo che di linee guida che animano le strategie di HPE. La conversazione non poteva non partire dal grande tema della trasformazione digitale e Diemer sottolinea subito che, con l’Industry 4.0, non cambiano solo le modalità di relazione tra le aziende e tra aziende e clienti, ma si modifica la radice delle logiche di integrazione produttiva tra imprese . Questa trasformazione mette in moto processi che portano, ad esempio, a rivedere completamente il rapporto tra clienti e prodotti.
Industria 4.0 come valore internazione
L’Industria 4.0 è un concetto che ha assunto un valore internazionale, ma che, come strategia produttiva, presenta forti radici in Germania. La fabbrica digitale, o Internet Industriale, apre le porte a una ricchissima serie di modelli di business a livello di produzione, grazie all’integrazione digitale di tutti gli attori dei processi aziendali, come fornitori, partner, clienti. «L’Industria 4.0 – osserva Diemer – conduce a una revisione completa della catena del valore e a un nuovo concetto di produzione e di servizi». L’Industry 4.0 nasce grazie allo sviluppo del digitale che, con la diffusione di oggetti intelligenti e con la crescita della capacità di calcolo, porta a una fusione tra mondo virtuale e mondo reale. Lo IoT e l’Industrial IoT forniscono una enorme quantità di dati che, nel momento in cui vengono gestiti con strumenti di Real Time Analytics, possono aumentare la conoscenza di tutti i processi e permettono di definire delle logiche di intervento e di automazione sui processi stessi. Questo scenario permette, come osserva Diemer, di leggere il comportamento delle macchine dedicate alla produzione, direttamente nel loro ambiente e di agire sui processi produttivi in tempo reale e non più in modo asincrono come avveniva nel passato. Progettazione, produzione, controllo di prodotto, manutenzione e relazione con i clienti si fondono in un unico ambiente gestito in Real Time con una innumerevole fonte di dati rappresentato dall’Industrial IoT, dallo IoT ambientale e, come vedremo, dall’intelligenza che anima i prodotti stessi. Diemer mette in evidenza che questa intelligenza permette di attivare soluzioni per la pianificazione digitale del ciclo di vita del prodotto. La pianificazione del ciclo di vita è un valore nel momento in cui l’azienda dispone di strumenti che possono gestire il prodotto, seguirlo e controllarlo anche quando i processi di produzione si svolgono su più imprese diverse, in contesti diversi, con partner diversi. Integrazione, ricorda Diemer, significa disporre di una vera visione di insieme di tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto, anche quelle che lo vedono uscire dall’azienda di produzione per entrare nel circuito di distribuzione e quelle che dal circuito di distribuzione lo portano presso i clienti.
Secondo Diemer, la strategia Industry 4.0 nelle imprese prevede tre grandi aree di sviluppo:
- l’integrazione verticale
- l’integrazione orizzontale
- la gestione del ciclo di vita di prodotti, macchinari e facility
Con l’integrazione orizzontale, spiega Diemer, cambia la catena del valore che viene ridefinita da reti di collaborative manufacturing. Queste reti si estendono sul territorio per integrazione di informazioni e processi di diverse aziende in diversi contesti. In questo senso, HPE ha sviluppato e mette a disposizione delle imprese delle piattaforme che consentono di sviluppare e gestire dei marketplace collaborativi a livello di imprese manifatturiere. Una strategia, questa, che il piano Industrie 4.0 tedesco ha voluto incoraggiare e favorire proprio per valorizzare le capacità produttive delle imprese in ogni contesto e in ogni fase del mercato.
Integrazione a livello di factory
Con l’integrazione verticale entra in gioco la possibilità di disporre di soluzioni, come HPE Converged Plant Infrastructure, che permette la comunicazione M2M e la integrazione con i servizi digitali di factory. Diemer sottolinea come il fenomeno della Converged Infrastructure cambi la relazione tra gli strumenti di produzione delle imprese.
Con i prodotti intelligenti, l’Industry 4.0, “anima” i prodotti che cessano di essere oggetti passivi che vengono progettati, realizzati , venduti, eventualmente riparati e poi, infine, recuperati per riciclarne i componenti. Con l’Industry 4.0 i prodotti basati sull’Internet of Things diventano oggetti “intelligenti” e attivi, che partecipano al processo di produzione, trasferiscono informazioni e mantengono un legame informativo con la produzione anche dopo che sono usciti dal ciclo produttivo per entrare nel mondo dei clienti. I prodotti nell’Industria 4.0 diventano “intelligenti”, “conoscono” e partecipano al loro lifecycle, interagendo con la produzione in modo dinamico. HPE dispone a questo proposito di soluzioni basate su Big Data come HPE Product Lifecycle Services.
Il Collaborative Manufacturing
Diemer ricorda il valore di questo percorso digitale intelligente per gestire la vita dei prodotti anche presso i clienti e invita a “non fermarsi alla manutenzione predittiva”, importantissima, ma solo “pezzo” del valore che può esprimere l’Industria 4.0. La fabbrica “intelligente” è molto di più. Le aziende manifatturiere possono disporre di maggiore efficienza, possono ridurre i costi, creare nuove forme di collaborazione tra produttori, fornitori e clienti e, all’interno delle imprese stesse, possono far dialogare macchinari, attrezzature o mettere i connessione interi stabilimenti anche distanti fisicamente e logicamente tra loro.
Per sviluppare questa prospettiva, il grande tema è quello delle piattaforme di sviluppo e dell’interoperabilità e, come rileva Diemer, è importante passare da una organizzazione a silos, monolitica e verticale, a una organizzazione integrata e aperta. Si tratta di un passaggio che necessiterà naturalmente di tempo, ma che soprattutto necessita di una specifica formazione al collaborative manufacturing. Il principio della collaborazione è ben rappresentato nel momento in cui si parla di attività che escono dai confini della fabbrica per entrare in quelli del cliente. Il prodotto “intelligente” che continua il dialogo con il produttore è un prodotto che gestisce anche la propria manutenzione in una logica di “Gestione del Servizio da remoto”; è un prodotto che manda informazioni sul rilevamento di guasti, sull’usura dei componenti e che programma la propria manutenzione. Così come nella produzione erano coinvolte più fabbriche, così anche nella manutenzione, l’integrazione dell’Industry 4.0 permette di gestire una manutenzione che coinvolge più attori sulla base di una piattaforma comune. Qui si innesta l’altro tema che Diemer segnala come strategico e deciso per lo sviluppo dell’Industry 4.0, vale a dire quello della privacy. Non si tratta solo della privacy “personale” ma della privacy di prodotto, di valore legato alle specificità di ciascuna impresa e che dunque attiene al vantaggio competitivo delle imprese stesse. Risulta dunque importante la definizione di governance adeguate, di regole di ingaggio e, ancora una volta, di piattaforme di collaboration come quelle di HPE, che permettono di gestire non solo l’integrazione ma anche le regole di accesso ai dati e i corretti livelli di privacy aziendale. Apertura non significa, infatti, che tutti debbano accedere a tutto, ma che ciascun attore della filiera debba poter accedere a tutti i dati necessari per la progettazione, la produzione, la distribuzione, la vendita, la manutenzione in funzione del proprio ruolo nella catena del valore.