Intel investe 15 miliardi di dollari per acquisire Mobileye e crescere nell’automotive

Se il futuro dell’automotive è fatto di dati, Intel vuole essere della partita. Così il Ceo della società Brian Krzanich spiega l’investimento per rilevare gli asset dell’israeliana Mobileye

Pubblicato il 13 Mar 2017

Intel CEO Brian Krzanich (from left), Mobileye co-founder Amnon Shashua and Klaus Fröhlich of BMW Group discuss a BMW prototype at the BMW Group news conference. The BMW Group, Intel, and Mobileye on Wednesday, Jan. 4, 2017, announced that a fleet of about 40 autonomous test vehicles will be tested on the roads by the second half of 2017. The event was a lead-in to the 2017 International Consumer Electronics Show. The event runs from Jan. 5 to Jan. 8, 2017, in Las Vegas. (CREDIT: Walden Kirsch/Intel Corporation)

È un accordo da 15,3 miliardi di dollari quello raggiunto e annunciato in queste ore da Intel e Mobileye, riconosciuta tra i protagonisti a livello mondiale nelle soluzioni di computer vision per il settore automotive.
Intel lancia di fatto una offerta per acquisire l’intero pacchetto azionario di Mobileye per 63,54 dollari per azione, pari a circa 15,3 miliardi di dollari in contanti, con l’obiettivo di creare la massima sinergia possibile tra le proprie tecnologie e le soluzioni della società israeliana e acquisire un ruolo di rilievo nello sviluppo del mercato delle auto a guida autonoma.

Il ruolo di Mobileye nel settore automotive

Fondata in Israele nel 1999, Mobileye è oggi una realtà di 660 dipendenti, considerata una delle protagoniste del mercato ADAS (Advanced Driver Assistance Systems), per il quale le società di analisi le attribuiscono una share nell’ordine del 70 per cento. Ha un portafoglio di soluzioni per la visione surround, per la sensor fusion, ovvero per la gestione di più sensori diversi e dei dati da loro generati, per la gestione delle mappe e dei percorsi stradali. Alla fine dello scorso anno aveva installato i propri sensori su 16 milioni di veicoli e la sua roadmap di sviluppo copre già un arco di tempo che arriva fino al 2021. Nonostante l’acquisizione, le parti in causa hanno tenuto a precisare che la roadmap di sviluppo non averrà messa in discussione, così come non verranno messe in discussioni le partnership esistenti di Mobileye, in particolare quella con ST Microelectronics, che da circa 12 anni è suo fornitore di chip. Ha chiuso il 2016 con un fatturato di 358 milioni di dollari.

Perché Intel investe nell’automotive

Una volta completata l’acquisizione – entro i prossimi nove mesi, come dichiarato – Mobileye si integrerà con le attività dell’Automated Driving Group di Intel mantenendo nel suo ruolo di guida l’attuale Presidente Amnon Shashua.
Del resto, nonostante gli investimenti fatti a suo tempo con l’acquisizione di HERE, Intel si è finora conquistata un ruolo relativamente importante nel mercato automotive.
Negli ultimi mesi, il suo impegno si è rafforzato, non a caso proprio grazie alla collaborazione con Mobileye, con cui è partner ad esempio in un progetto con BMW, che mira a portare su strada una flotta di una quarantina di veicoli a guida autonoma nella seconda parte dell’anno. Dal canto suo, Mobileye aveva annunciato una alleanza proprio con Intel per lo sviluppo dei suoi nuovi processor di quinta generazione, il cui rilascio è previsto per il 2021.

I razionali dell’acquisizione

Il senso di questa operazione è ben spiegato da una infografica che Intel ha presentato nella conferenza di annuncio dell’operazione.

Da parte sua Mobileye mette sul piatto la sua leadership nel segmento ADAS, la sua base istallata, la sua innovazione nell’ambito del mapping ad alta risoluzione, la sua competenza nel sensor fusione; Intel gioca le proprie carte nell’ambito del computing, dei data center, del cloud, nel machine learning, del deep learning e dell’intelligenza artificiale.

Gli asset delle due società, messi insieme dovrebbero consentire di dar vita a un fornitore di soluzioni end-to-end per la guida autonoma, dal veicolo al cloud, di accelerare i tempi di sviluppo innovativo, di creare soluzioni di intelligenza artificiale avanzati, in grado di supportare processi decisionali complessi, di sviluppare un’offerta allo stato dell’arte per OEM e per l’ecosistema dei loro partner, di cogliere nuove opportunità per business ricorrenti.

Intel sulla scia di Qualcomm

Con questa operazione, Intel segue in qualche misura la strada già segnata alla fine dello scorso anno da Qualcomm, che aveva annunciato l’intenzione di acquisire per 47 miliardi di dollari l’olandese NXP, forse il principale fornitore di chip e sensori per il segmento automotive.

Il commento di Brian Krzanich

“Molti di voi hanno chiesto perché pensiamo che le auto a guida autonoma siano così importanti per il futuro di Intel – ha scritto il Ceo della società Brian Krzanich ai dipendenti -. La risposta è: i dati. La nostra strategia è rendere Intel protagonista della data revolution trasversalmente tra tecnologie e industrie. Noi siamo una data company. […] Le automobili e il mercato automotive sono guidati dai dati e dal computing. […] Al ritmo di 4 terabyte di dati al giorno, una automobile a guida autonoma ogni giorno genera dati quanto 3.000 persone. Se mettiamo in esercizio un milione di veicoli a guida autonoma, il risultato è una produzione di dati pari a metà della popolazione mondiale. E questo quantitativo di dati richiede gli asset di Intel perché si possano sviluppare le soluzioni ad alte prestazioni e sostenibili dal punto di vista dei costi di cui ha bisogno”.

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