L’espressione Internet of Things (IoT) nasce dall’esigenza di dare un nome agli oggetti reali connessi ad Internet che permettono di unire mondo reale e virtuale. Il significato di IoT si esprime bene con degli esempi. IoT è un frigorifero che ordina il latte quando “si accorge” che è finito. IoT è una casa che accende i riscaldamenti appena ti sente arrivare.
Cosa si intende per l’ IoT o Internet delle cose
Il termine IoT (“Internet of Things” o letteralmente “Internet delle cose”) viene utilizzato la prima volta da Kevin Ashton ricercatore presso il MIT, Massachussets Institute of Technology, dove è stato individuato lo standard per RFID e altri sensori. In realtà, si parla di questi concetti già da molto tempo, dalla nascita di Internet e del Web semantico (un web fatto di “cose”, non di righe di codice: things, not strings).
Ma cosa significa IoT nel concreto? Con Internet delle cose si indicano un insieme di tecnologie che permettono di collegare a Internet qualunque tipo di apparato. Lo scopo di questo tipo di soluzioni è sostanzialmente quello di monitorare, controllare e trasferire informazioni per poi svolgere azioni conseguenti.
In ambito cittadino, ad esempio, un rilevatore collocato in strada può controllare i lampioni e segnalare se funzionano, ma potrebbe, se adeguatamente attrezzato, segnalare anche informazioni sulla qualità dell’aria o sulla presenza di persone.
Ecco un video dal sito della comunità europea, che spiega in 45 secondi cos’è l’Internet delle cose (in inglese):
L’evoluzione di Internet ha esteso Internet stesso ad oggetti e luoghi reali (cose appunto), che ora possono interagire con la rete e trasferire dati ed informazioni. L’oggetto interagisce con il mondo circostante, in quanto è dotato di intelligenza, ovvero reperisce e trasferisce informazioni tra rete e mondo reale.
In questo modo, può essere data una identità elettronica a tutto ciò che forma il mondo attraverso, ad esempio, RFID Identificazione a radio frequenza ed altre tecnologie (come il più noto QR code).
Cosa sono i dispositivi IoT e come si usano
I dispositivi IoT sono dispositivi in grado di effettuare data collection in modo sempre più preciso e mirato in funzione di specifici ambiti applicativi. Come ad esempio apparecchiature dedicate a rilevare dati legati
- alla temperatura di ambienti,
- al movimento di veicoli,
- alla qualità dell’aria,
- al livello di rumorosità,
- alla presenza di determinate sostanze.
Qui è corretto parlare di sensori che rilevano informazioni e le trasformano in dati digitali. Manca, in questa fase pre-IoT la connessione in rete. Si tratta di dispositivi che in forme e modalità diverse sono interrogati “manualmente” ovvero con una organizzazione della data collection non appoggiata ad una rete.
Il passaggio dalla sensoristica all’Internet of Things: la connessione a Internet
Quando il sensore rileva i dati della “cosa”, “parla” della sua temperatura, del suo movimento, della qualità della sua aria e “mette in rete” questi dati si entra nell’Internet of Things che a sua volta ha visto una serie di fasi che fanno tutte riferimento a un lavoro importante sui dati e che possiamo schematizzare come segue:
- Dispositivi – connessi in rete – in grado di rilevare dati e in grado di comunicare i dati,
- Dispositivi – connessi in rete – in grado di rilevare più tipologie di dati e di trasferire questi dati,
- Dispositivi – connessi in rete – in grado di effettuare un primissimo livello di elaborazione (selezione) dei dati a livello locale per trasferire solo i dati che corrispondono a determinati requisiti,
- Dispositivi – connessi in rete – in grado di raccogliere dati, effettuare un primo livello di selezione e di effettuare azioni in funzione di indicazioni ricevute,
- Dispositivi – connessi in rete – in grado di rilevare dati, di selezionarli, di trasmettere solo quelli necessari al progetti nel quale sono coinvolti, di effettuare azioni sulla base delle indicazioni ricevute e di effettuare azioni in funzione di una capacità elaborativa locale.
A cosa serve l’Internet delle cose
Gli oggetti connessi nel mondo attraverso questa nuova tecnologia sono ormai svariati miliardi per cui nuovi ambiti lavorativi e l’economia ne vengono influenzati. Ma molti si chiedono: “Cos’è realmente l’Internet of Things?” e ancora “A cosa serve questo Internet delle cose?”
Prima di rispondere a queste domande, occorre considerare che questo fenomeno è presente da molto più tempo rispetto al momento in cui è stata coniata questa definizione. Gli utenti che hanno oggetti riconducibili all’Internet delle cose, come braccialetti o orologi intelligenti, ossia dispositivi indossabili come smartwatch e smart band, spesso non sanno di poter dire di utilizzare un oggetto dell’IoT (ovvero connesso).
Da alcuni studi sull’internet delle cose emerge come molti italiani non sappiano cosa sia realmente l’Internet of Things, pur avendo a che fare con dispositivi IoT che si basano su questa nuova tecnologia (ad esempio orologi che ti indicano quante calorie bruci, e associano i tuoi movimenti ad una scheda su internet dove vengono registrati i passi che hai percorso, calorie bruciate, e così via.. tutto questo è IoT).
L’Internet delle cose associa il tema di Internet con gli oggetti reali della vita di tutti i giorni, oggetti (e dispositivi) che saranno sempre più connessi e che stanno dando vita a una rete ancora più fitta di presenza sul territorio e in tutti gli ambienti che necessitano di controllo, automazione e rilevamento.
Come funziona l’Internet of Things e cosa ci puoi fare
Per far funzionare correttamente l’Internet of Things affinché sia davvero utile a noi, è importante processare raccogliere e analizzare grandi volumi di dati real time (ad esempio dai sensori, dai semafori, e da qualsiasi dispositivo IoT connesso), sia in azienda per migliorare sicurezza e produttività, sia in qualsiasi ambito e per qualsiasi tipo di oggetto connesso. Per questo c’è bisogno di sistemi integrati tra big data, database nosql e dati IoT.
L’Internet delle Cose è una vera e propria Nuova Internet proprio perché apre prospettive un tempo inimmaginabili, in cui non solo le persone o le persone giuridiche, le imprese, sono riconoscibili sulla rete Internet, ma anche le cose possono esserlo. Cose, oggetti, strumenti che assumono un ruolo attivo grazie al fatto di essere in rete e acquisiscono intelligenza, ovvero capacità di rilevare informazioni e di comunicarle.
Una videocamera non è più solo nella condizione di inviare dati e immagini, ma di farlo in modo intelligente, in funzione ad esempio delle immagini riprese o della temperatura o della luminosità. In questo modo è in grado di adattare il proprio comportamento in funzione di parametri di interesse che possono evolvere nel corso del tempo.
Il nostro orologio può ricordarci appuntamenti e può verificare se effettivamente li rispettiamo, ad esempio se siamo o non siamo in un certo luogo a una certa ora o se, sempre in funzione della distanza, dobbiamo affrettarci perché altrimenti facciamo tardi.
Le confezioni di prodotti alimentari possono trasferire importanti informazioni sulla qualità del prodotto, sul modo in cui è stato realizzato e sui tutti coloro che hanno partecipato alla produzione e che fanno parte della filiera food. O ancora la confezione di un farmaco ci può avvertire se non lo stiamo assumendo come stabilito e ci può dire come ovviare e a una eventuale dimenticanza.
Per non parlare poi delle automobili che possono dialogare costantemente con l’ambiente circostante e possono facilitare la nostra guida, aumentando comodità e sicurezza.
Quali tipi di dati interessano l’IoT
Ma cosa può essere misurato con i dati? Alcuni esempi di parametri misurabili e corrispettivi oggetti connessi che permettono di monitorare sono:
- Temperatura dell’aria
- Pressione dello spazio
- Movimento (sensori di movimento)
- Termostati
- Videocamere
- Rilevatori di luminosità
- Rivelatori di umidità
- Orologi
- Wearable (oggetti da indossare, come braccialetti connessi e orologi);
- Sensori ambientali e territoriali
- Orientamento nello spazio
- Prossimità (sensori di prossimità)
- Immagini (videocamere)
- Rilevazione di onde elettromagnetiche
- Radiofrequenze
- Elettricità, tensione, corrente
- Suoni
Tutti oggetti “intelligenti” che sono chiamati a comunicare in una forma sempre più interconnessa.
Ma prima di scendere nel dettaglio di cosa è possibile fare con l’Internet of Things vediamo cosa si intende per oggetto: per “cosa” o “oggetto” si intendono tante categorie di apparecchiature che vanno da semplici dispositivi a impianti e sistemi, dai materiali ai macchinari e alle attrezzature per la produzione.
Il fatto che tutti questi oggetti siano o possano essere collegati in rete permette di creare una mappa intelligente di tutte le cose, del loro funzionamento e delle informazioni che che sono in grado di rilevare e di trasmettere creando nuove forme di conoscenza.
Esempi di come e dove usare i dispositivi dell’Internet delle cose
I principali ambiti di applicazione dell’Internet of Things (sia per consumatori finali, sia per le aziende e la manifattura) sono rappresentati da quei contesti nei quali ci sono “cose” che possono “parlare” e generare nuove informazioni come ad esempio:
- Casa, smart home, domotica
- Edifici intelligenti, smart building, bulding automation
- Monitoraggio in ambito industriale, Robotica, Robotica collaborativa
- Industria automobilistica, automotive, self driving car
- Smart health, sanità, mondo biomedicale
- Tutti gli ambiti della telemetria
- Tutti gli ambiti della sorveglianza e della sicurezza
- Smar city, smart mobility
- Nuove forme di digital payment tramite oggetti
- Smart agrifood, precision farming, sensori di fields
- Zootecnia, wearable per animali
Presente dell’IoT: quanti sono gli oggetti connessi?
Secondo le stime di IOT Analytics attualmente sarebbero connessi 17 miliardi di dispositivi di cui 7 miliardi IoT. la previsione è che al 2025 saranno ben 22 miliardi. Una stima al ribasso, peraltro come IoT Analytics fa notare nel report State of IoT-Spring 2022 presentato a maggio.
A rallentare la crescita di connessioni IoT è la carenza di chip, innescata a livello globale dai ripetuti lockdown che hanno interessato la Cina, nel periodo della Pandemia Covid-19. Altri fattori che stanno frenando la crescita di nuove connessioni IoT nonostante le richieste, includono l’inflazione globale e il conflitto tra Russia e Ucraina.
Il futuro dell’IoT
Autori quali Adrian McEwen (con il libro Designing the Internet of Things) parlano di creatività e IoT, e di come le prossime idee e prodotti vincenti avranno bisogno di collegare oggetti della vita di ogni giorno con internet e con la tecnologia.
E come cresce la diffusione di apparati e sensori ancora di più cresce la mole di dati che dovranno essere gestiti e cresce il numero di applicazioni che dovranno essere sviluppate.
Sotto questo profilo è prevedibile una importante opportunità di business in termini di diffusione di piattaforme di sviluppo e così pure in termini di soluzioni di connettività e sotto questo profilo si nota già una crescita di interesse molto importante da parte delle telco. Un altro ambito di crescita fondamentale è rappresentato dai system integrator e delle società di consulenza.
IoT vuol dire integrazione e apre importantissime prospettive in termini di rivisitazione dei sistemi informativi aziendali. Anche da questo punto di vista l’IoT rappresenterà una importante occasione di sviluppo.
Dopo diversi anni di curiosità e di sperimentazione dell’Internet of Things, in Italia si iniziano a vedere i primi risultati concreti che presentano diversi gradi di applicazione: le realtà più consolidate, quelle sperimentali e quelle embrionali. Il rapporto analizza 340 applicazioni IOT avviate da imprese private o pubbliche amministrazioni in Italia e all’estero.
Esempi e applicazioni dell’Internet delle cose in Italia (e nel mondo)
Dal frigorifero di casa, all’orologio, al semaforo, tutti possono essere considerati esempi di IoT. L’importante è che siano connessi alla rete, e che abbiano la possibilità di trasmettere e ricevere dati. Così questi oggetti diventano “intelligenti”, e possono attivarsi e disattivarsi “da soli” e secondo le necessità.
In Svizzera esistono semafori intelligenti, che diventano verdi quando “vedono” che una macchina e vicina al semaforo, e che dall’altro lato non sta passando nessuna macchina. Anche per Bticino ci sono novità e sviluppi sull’IoT.
Questo, come altri, sono esempi di come gli oggetti prendono “vita”, e di come possono essere collegati tra loro e con la vita reale di tutti i giorni. Ecco il futuro descritto da Orwell e dai romanzi distopici, nel presente.
Questi dispositivi ed oggetti connessi possono tra l’altro collegarsi a software di analisi dei dati (ad esempio Google Universal Analytics) e trasmettere dati ed informazioni dalla vita reale direttamente ai computer ed ai software di analisi. Aprendo la strada ai Big Data.
Almaviva lancia la prima piattaforma italiana per l’Internet delle cose. La nuova piattaforma tutta italiana si chiama Giotto, e riesce a connettere diversi dispositivi e farli interagire tra loro e con le persone, i servizi e le applicazioni.
Esistono inoltre molti esempi e ambiti applicativi dell’IoT, dalle città intelligenti alle aziende. Di seguito, tutti gli esempi di IoT e internet delle cose nella vita di tutti i giorni.
1. Smart City (città intelligenti)
Le città intelligenti (alcuni le chiamano città sensibili) si riferiscono a strategie di pianificazione urbanistica che migliorano la qualità di vita in città, e cercano di soddisfare le esigenze ed i bisogni dei cittadini.
Le tecnologie adottate per realizzare città intelligenti (o parti di esse) permettono di relazionare infrastrutture (oggetti) con gli abitanti della città. Esempi sono semafori intelligenti (che diventano verdi quando non passano macchine dal senso opposto) oppure sistemi innovativi per la gestione e smaltimento dei rifiuti, altre innovazioni ambientali, energetiche, di mobilità, comunicazione, ed urbanistiche.
Tra i settori sui quali si assiste a un maggior interesse a livello di industriale e di pubbliche amministrazione rileviamo tutto il mondo delle Smart City che si accompagnano con tematiche legate ai progetti della pubbliche amministrazioni e ai temi più strategici come quelli relativi agli Open Data.
2. Smart Building e Smart Home (case e palazzi connessi)
Le differenze sostanziali tra edifici e case intelligenti è che, mentre le smart home (case intelligenti) si rivolgono soprattutto ad un pubblico “consumer” ovvero a consumatori e fruitori finali dei servizi (esempi possono essere regolare la temperatura della casa a distanza, oppure sensori di rilevamento per le persone in casa), le smart building (edifici intelligenti) si rivolgono soprattutto al B2B, ovvero alla realizzazione ed ottimizzazione di palazzi ed uffici, per dotarli di oggetti intelligenti che interagiscano con l’ambiente interno (ad esempio gestione della luce e dell’energia elettrica).
Il mondo dello Smart Building prosegue su un doppio binario, con una componente che guarda principalmente al mondo domestico (case intelligenti) e che sta accendendo fenomeni di attenzione verso il mondo consumer e una componente professionale (smart building) che è ormai diventata patrimonio comune di sviluppo e progettazione da parte di progettisti e architetti. Il report del politecnico di Milano mostra scenari interessanti per la smart home, se ti interessa puoi leggere i dati del report su smart home e internet of things.
3. Smart Mobility
Il tema della mobilità è assolutamente centrale per determinare la qualità della vita delle nostre città e come è stato più volte enfatizzato non può esserci Smart City se non c’è Smart Mobility. Sono tante le imprese che stanno pesantemente investendo in questo settore anche perchè nella dimensione delle Smart Car e della Connected Car ma anche applicazioni legate al mondo del trasporto ferroviario con treni controllati da IoT, apre grandissime opportunità di business.
4. Smart Agriculture
Qual è l’impatto sull’ambiente dell’Internet of Things?
Il Precision farming o Smart Agriculture chiamato anche Agrifood è uno dei settori con la più elevata opportunità di sviluppo e con la più bassa penetrazione, ad oggi, di soluzioni digitalizzate.
Si tratta di un settore che a livello di sensoristica ambientale e territoriale, di applicazioni per il meteo, di automazione di apparati per la gestione sempre più precisa di acqua, fertilizzanti, concimi, agrofarmaci necessità di soluzioni digitali.
Le esperienze sono tante e solo legate all’utilizzo dei droni, a sensoristica che rimanda ai temi dell’Internet della Terra, a soluzioni di logistica innovativa per la Smart Agriculture, o ancora a soluzioni per l’agroenergy o a operazioni che puntano a migliorare il rapporto legato a cibo e sostenibilità.
5. IoT e Pubblica amministrazione: trasporti, energia, sostenibilità, rifiuti, ambiente
Oggi le pubbliche amministrazioni ricoprono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell’Interne delle cose. Spesso la tecnologia è regolamentata, finanziata e gestita dal settore pubblico anche nella prospettica dell’Intelligent Transport System (ITS), che spesso è anche committente. Per quanto riguarda il ruolo regolatore si citano due esempi: il monitoraggio del corretto funzionamento e della posizione delle gambling machine o l’introduzione obbligatoria dei contatori intelligenti per il telecontrollo e la tele-gestione.
Secondo gli analisi dell’Osservatorio, il soggetto pubblico può e deve promuovere azioni di indirizzo stanziando finanziamenti straordinari destinati a enti pubblici e aziende private: questo può accadere ad esempio per la riduzione dei consumi energetici o per la sostenibilità delle aree urbane. Infine il soggetto pubblico spesso è anche committente: è il caso dell’Internet of Things utilizzato per l’illuminazione stradale o per il monitoraggio preventivo del territorio.
6. Smart Manufacturing (industria 4.0 o industry 4.0)
Lo Smart Manufacturing (anche chiamato industria 4.0) è stato certamente uno dei precursori del mondo IoT. Applicazioni IoT sono attive da tanti anni, da ben prima che si iniziasse a parlare di Internet delle cose. Oggi questo settore è uno dei più maturi e unisce tematiche legate all’automazione con tematiche legate al mondo della robotica.
Lo Smart Manufacturing si sovrappone anche con il mondo Industry 4.0, vale a dire con una vera e propria politica di sviluppo per estendere l’introduzione del digitale nel mondo dell’industria che è nata in Germania con il fenomeno industrie 4.0 e che ha trovato un suo corrispettivo negli stati uniti con il fenomeno della fabbrica digitale. L’Industry 4.0 o Industria 4.0 è una vera e propria realtà tanto che nel nostro paese rappresenta un business pari a un miliardo e 200 milioni di euro nel corso del 2015, dai dati della ricerca dell’Osservatorio Smart Manufacturing della School of Management del Politecnico di Milano e che evidenzia anche come questo mercato stia crescendo a un ritmo del 20% e rappresenti una spinta concreta nei confronti del Made in Italy.
Dall’Internet delle cose agli Smart Product
L’IoT è la base di partenza per la realizzazione di prodotti connessi, ovvero dei cosiddetti Connected Product. Oggetti che “mettono in rete” la loro capacità di rilevazione di informazioni in ogni contesto.
Quando i connected product vengono «connessi» ai sistemi di produzione già nella fase di produzione consentono di disporre di dati che mettono a disposizione la possibilità di modificare i PROCESSI. Quando ai connected product si aggiunge una capacità elaborativa (anche minima) questi diventano prodotti Connessi e Intelligenti. Entriamo così nella fascia degli Smart product: SMART PRODUCT = CONNESSIONE + INTELLIGENZA.
Ma quando possiamo dire che gli Smart Product cambiano imprese e competizione? Quando sulla base di prodotti intelligenti e connessi si realizza un ECOSISTEMA di SMART PRODUCT – Una rete di prodotti intelligenti che mettono in rete il risultato della rispettiva capacità elaborativa per creare nuovi servizi e nuovo valore per gli utenti.
L’Internet of Things economy si realizza non solo quando si riducono i costi e si aumenta l’efficienza, ma quando si creano nuovi servizi per imprese e consumatori.
Nel 2015 sulla rivista Harward Business Review HBR è apparso lo studio How Smart, Connected Products Are Transforming Companies di Michael E. Porter e James E. Heppelmann dedicato alle prospettive dell’Internet delle Cose in termini di sviluppo di prodotti intelligenti che cambiano le imprese mentre l’anno precedente gli stessi autori hanno pubblicato How Smart, Connected Products Are Transforming Competition che analizzava l’impatto sulla competizione delle imprese dello sviluppo di Smart Product.
Caratteristiche dell’ infrastruttura IoT
Le caratteristiche di una infrastruttura IoT sono la disponibilità di sensori e attuatori che permettono di inviare, e poi di raccogliere ed analizzare i dati sull’utilizzo di tali dispositivi, e quindi poter prendere decisioni più Data driven su come utilizzare tali strumenti.
Gli ambiti applicativi dell’Internet delle cose si possono suddividere in 3 gradi di maturità: applicazioni consolidate, applicazioni sperimentali e applicazioni embrionali. In Italia le applicazioni consolidate coincidono con le più semplici, le applicazioni attualmente in fase sperimentale sono quelle che più si avvicinano al paradigma dell’Internet of Things e le embrionali sono i progetti per il futuro.
a) Applicazioni IoT consolidate
Le applicazioni più diffuse e riuscite in Italia sono quelle legate alle soluzioni più semplici e di immediata realizzazione. Si pensi per esempio alla videosorveglianza e alla sicurezza nelle smart home finalizzata al controllo e all’antintrusione o alla gestione delle flotte aziendali; alla tracciabilità degli oggetti di valore così come al monitoraggio del traffico cittadino in ambito smart city. All’interno di questi ambiti l’Internet of Things italiano cresce sempre più, data l’applicazione immediata e di facile utilizzo e gestione. Tuttavia queste applicazioni così semplici limitano fortemente le potenzialità di apertura e raggiungibilità tipiche dell’Internet delle cose.
Iniziano tuttavia a diffondersi lentamente soluzioni più vicine al paradigma Internet of Things. Tra queste troviamo i contatori intelligenti (smart meetering) per misurare i consumi, le soluzioni domotiche, la sicurezza delle persone, i servizi di infomobilità e la registrazione dei parametri di guida. Il mercato di queste soluzioni applicative nel nostro Paese procede lentamente, ma lavorando e ragionando sul valore reale che producono a lungo termine, sarà possibile raggiungere la loro diffusione in breve tempo. Perché questo accada è necessario che le aziende ridefiniscano le strategie di comunicazione con i potenziali utenti.
b) Applicazioni IoT in evoluzione
Nella seconda fascia rientrano le soluzioni che rispecchiano il concetto di Internet of Things. Ad esempio le soluzioni basate su tecnologie RFId per la supply chain, che sono alla base dell’Internet delle cose, in Italia stentano a decollare.
Nell’ambito eHealth (IoT per salute e medicina) invece, grazie allo slancio dei finanziamenti PNRR è partito il progetto di tele-monitoraggio dei pazienti che potrebbe ridurre drasticamente i costi ospedalieri. L’impegno per ora consiste in un finanziamento pari a 4 miliardi di euro per avere entro il 2026 un milione e mezzo di assistiti da casa over 65 e con patologie croniche.
c) IoT e Smart Grid
Vi sono infine diversi ambiti in cui l’Internet of Things è stato soltanto immaginato. Questo avviene in sperimentazioni di piccola scala e tra queste le più avanzate si trovano in ambito energetico con le Smart Grid.
I settori più interessati da applicazioni di IoT sono la Smart Home, lo Smart Building, la Smart City e la Smart Mobility, ma anche, e da molto tempo, lo Smart Manufacturing. Nell’ambito dell’energia è molto diffuso lo Smart Metering mentre nel mondo della mobilità nuove opportunità sono in arrivo nell’ambito delle Smart Car.
L’IoT porta “intelligenza” nei sistemi di elaborazione dell’informazione. Attraverso l’Internet of things le cose possono essere comandate a distanza (controllo remoto delle cose), e sono capaci di trasmettere dati dai quali si possono estrarre informazioni utili sul funzionamento di tali oggetti, e sull’interazione tra questi oggetti e chi gli utilizza (il consumatore). Da qui le critiche relative alla privacy in relazione con l’IoT, e alla trasparenza nel trattamento dei dati personali, oltre che alla sicurezza.
Applicazioni dell’internet delle cose possono essere individuate nella:
- Domotica (ovvero la tecnologia applicata alle case, per gestire ad esempio frigoriferi, lavatrici, il telefono, etc.)
- Robotica (ovvero ingegneria e tecnologia che permettono ai robot di “prendere vita”, ovvero di far fare ai robot compiti oggi svolti dagli esseri umani)
- Avionica (ovvero la tecnologia applicata agli aeromobili ed al pilotaggio, come ad esempio sistemi di comunicazione sugli aerei, autopilota, etc.)
- Industria automobilistica (che studia nuove applicazioni per le auto, come ad esempio tergicristalli intelligenti che si attivano da soli quando inizia a piovere, fino ad arrivare ad automobili “intelligenti”, le smart car, ovvero capaci di guidare da sole ed assistere il guidatore, come sta tentando di fare Apple, ma anche Google)
- Industria Biomedicale (ovvero l’IoT applicato alla medicina, come la gestione remota dei pazienti, fino ad arrivare ad interventi chirurgici fatti a distanza)
- Telemetria (che si occupa di sviluppare la trasmissione di dati ed informazioni tra media)
Sicurezza IoT e Privacy (dati sensibili e garante europeo)
Quello della privacy e della tutela dei dati personali e sensibili è un altro punto importante dell’internet delle cose.
Evento importanti in questo settore è quello di Truste sulla privacy nell’IoT. L’America è già avanti su questa tematica, ad esempio sul sito del Federal Trade Commission è presente un documento su “Internet of Things: Privacy & Security in a connected World“.
In Italia, il garante della privacy avvia consultazione per definire regole e tutele in merito all’internet delle cose. Ecco un estratto direttamente dal loro sito:
“In particolare, l’Autorità intende acquisire elementi sulle modalità di informazione degli utenti, anche in vista di un eventuale consenso; sulla possibilità che fin dalla fase di progettazione dei servizi e dei prodotti gli operatori coinvolti adottino soluzioni tecnologiche a garanzia della privacy degli utenti (la cosiddetta “privacy by design”); sul ricorso a tecniche di cifratura e anonimizzazione delle informazioni; sulla interoperabilità dei servizi; sulla adozione di strumenti di certificazione.”
Cybersecurity: dall’IoT alla Internet Security of Things
Se è vero che entro il 2021, come sostengono le previsioni di Ericsson avremo 1,5 miliardi di apparati Internet of Things dotati di connettività cellulare, dei quali la maggior parte con soluzioni 5G ecco che per gli operatori di telefonia mobile si aprirà un new business enorme legato alla data collection prima, alla data communication e, non ultimo alla data analytics associata all’IoT.
Aumentano i dispositivi connessi e aumentano i dati prodotti. Purtroppo, a fronte di uno scenario che fa crescere le opportunità di business e di ricchezza aumentano anche le minacce che porteranno anche un problema di sicurezza in generale e della sicurezza associata alla protezione dei dati personali.
Proprio per affrontare in modo nuovo il tema della sicurezza sta crescendo l’interesse verso soluzioni di edge data collection che agiscono come endpoint di sicurezza.
L’Internet of Things è efficace e produttiva solo se ciascun sistema dialoga con gli altri perché l’integrazione chiede controllo, scalabilità, flessibilità, efficienza. E la risposta a questa domanda di sicurezza arriva primariamente dai dati stessi, ovvero dalla capacità di conoscere in modo sempre più preciso le esigenze che stanno alla base dei progetti e di disegnare le soluzioni che meglio permettano di raggiungere quegli obiettivi senza minimizzando l’esposizione a tutti i fattori di rischio conosciuti.
L’IoT è da una parte una nuova fonte di minacce ma è anche una fonte di dati e conoscenza per ridurre l’esposizione ai rischi.
Oggetti connessi e crescita del web semantico
Nell’ambito applicativo delle soluzioni più semplici la diffusione è in forte crescita. A dicembre 2011 quasi tutti i contatori installati in Italia erano smart e gli oggetti connessi tra loro tramite rete cellulare erano 3,9 milioni: il 10% in più rispetto all’anno precedente. Oggi l’ambito più rilevante è la Smart Car, gli oggetti connessi legati a questa tecnologia sono il 43% degli oggetti connessi totali. Si prevede che questa percentuale salirà l’anno prossimo soprattutto per quanto riguarda le applicazioni di monitoraggio delle autovetture per finalità assicurative e di infomobility.
Inoltre c’è da menzionare che, con Internet of Things, oltre temi quali privacy e sicurezza, rientrano anche terminologie quali :
- IPv6 (successore dell’Internet Protocol IPv4) che semplifica configurazione e gestione delle reti IP
- Cloud computing, ovvero la tecnologia che permette di salvare i dati su un cloud virtuale (nuvola) dove questi dati possono essere reperibili senza la necessità di trovarsi su una macchina fisica, come un computer fisso o un laptop
- Big Data, di cui si è già parlato, ovvero la grande quantità di dati a disposizione ora che gli oggetti sono connessi e comunicano dati sul loro utilizzo. Questo tema in particolare solleva dubbi sulla sicurezza derivante dall’IoT, e su temi quali privacy e trattamento dei dati personali e dati sensibili.
IoT, sicurezza e cybersecurity
La diffusione di apparati Internet delle cose in tutti i contesti (casa, imprese, stabilimenti produttivi, Pubbliche Amministrazioni, servizi pubblici, ospedali etc) pone un tema di sicurezza di grandissima importanza.
La società di ricerca Gartner nello studio “Worldwide IoT security spending forecast 2018-2021 per segment” porta l’attenzione sui rischi e sulle vulnerabilità collegate alla diffusione dell’Internet delle cose e denuncia che negli ultimi tre anni qualcosa come un’azienda su 5 ha subito almeno un attacco ai propri ambienti Internet of Things.
Il rischio dunque non è più solo sui server o sui computer o sui device mobili in dotazione al personale, ma all’enorme quantità di oggetti intelligenti che raccolgono dati e che contribuiscono in modo sempre più rilevante a governare i nostri edifici, la nostra produzione, gli apparti dai quali dipendono servizi di mobilità piuttosto che di mobilità. Appare evidente che i rischi non sono certamente inferiori se si pensa che un hacker focalizzato sull’IoT può bloccare uno stabilimento produttivo o violare accessi e sistemi di sicurezza di una serie di edifici. Ecco perché Gartner stima una crescita negli investimenti in sicurezza destinati all’Internet delle Cose con una progressione che porterà questi volumi di spesa a raggiungere un miliardo e mezzo di dollari nel 2018 per poi arrivare a superare i 3,1 miliardi di dollari nel 2021 da un valore di 1,2 miliardi del 2017.
Perché la sicurezza è un fattore cruciale nella diffusione dell’IoT
Il presupposto per affrontare il tema della sicurezza nell’IoT è che ogni singolo device IoT che si aggiunge a una rete diventa un nuovo punto di attacco potenziale. Qualsiasi dispositivo che introduce una connessione IP sulla rete deve essere protetto prima di essere fisicamente collegato al network aziendale e i sistemi di protezione devono essere aggiornati con estrema sistematicità. La strategia di sicurezza nell’IoT deve fare riferimento a una serie di punti irrinunciabili per garantire sicurezza ad ambienti, produzione, persone.
- L’Autenticazione dei device IoT
- Ogni nuovo device deve essere autentica e autorizzato e chiunque tenti di accedere alla rete aziendale deve essere sottoposto a un processo di autenticazione, con controllo degli accessi
- Cifratura (encryption)
- La rete deve poter contare su un controllo sui dati condivisi da tutti i device e dalle applicazioni, ed è necessario trasmettere i i record in sicurezza grazie a strumenti di cifratura
- Archiviazione
- Anche la fase di archiviazione sui dispositivi storage deve essere svolta con grande attenzione e i sistemi di archiviazione devono disporre di sistemi di protezione analoghi a quelli dei sistemi di produzione.
- Update e aggiornamento di tutte le componenti software
- Qualsiasi tipo di apparato e di macchinario nelle imprese, nelle organizzazioni delle Pubbliche Amministrazioni, negli edifici dispongono di una componente software sempre più importante. Una buona governance di sicurezza deve prevedere una massima attenzione a tutti gli aggiornamenti, se alcune parti non vengono aggiornate in modo puntuale si corre il rischio di aprire dei varchi e di rendere inutile tutto il lavoro su altri ambiti.
- Analisi dei possibili attacchi
- Gli ambienti gestiti anche dall’IoT sono sempre più numerosi e complessi e non solo sono sempre più digitali ma, soprattutto, sempre più connessi. Sensori e apparati inviano di continuo dati rilevanti sulla sicurezza degli accessi, delle persone, degli impianti e sono degli entry point che possono permettere a malintenzionati di accedere, violare, sabotare, spiare le reti e le attività che vi si appoggiano. Ci sono purtroppo attacchi pensati specificamente per compromettere determinate aziende o determinate attività. E’ pertanto necessario progettare e attuare forme di protezione personalizzate e specificatamente indirizzate a proteggere aziende anche da precise minacce.
- Rischi di sabotaggi
- Occorre anche assicurarsi che i device IoT siano costantemente monitorati e controllati per evitare tentativi di sabotaggio.
- Suddivisione della protezione in aree
- La protezione dai rischi per l’IoT non è univoca e assoluta. Una falla nella sicurezza di un device collegato alla rete può danneggiare l’intera rete aziendale. Ecco che la suddivisione della rete in aree del network permette di minimizzare i rischi riducendo la superficie d’attacco.
IoT e blockchain: che cos’è e che ruolo ha IOTA
Se le cose, ovvero l’Internet of Things, possono comunicare e possono mettere a disposizione dati utili per comprendere i fenomeni, per analizzare situazioni e ambienti, per prendere decisioni, perché l’IoT non può essere anche dotato della possibilità di effettuare acquisti e di gestire pagamenti digitali?
La possibilità è concreta ed è da tempo al centro di attività di ricerca e di sviluppo. In questo senso si colloca anche la realizzazione e lo sviluppo di una speciale criptovaluta: IOTA (leggi anche Che c0s’è IOTA e come funziona la criptovaluta per l’Internet of Things).
Stiamo parlando di una critpocurrency progettata per realizzare soluzioni di pagamento tra macchine (M2M) o appunto tra oggetti. Si tratta di una soluzione che utilizza il sistema tangle che permette una ampia scalabilità e che elimina i costi di transazione. Stiamo cioè parlando dunque di una criptomoneta che non prevede fee per transazione. Lo sviluppo di IOTA è gestita dalla IOTA Foundation che prevede tra l’altro la realizzazione di modelli di microstransazioni per il mercato delle Tlc.
Tangle rende il funzionamento di IOTA completamente diverso dalle altre criptovalute. Si tratta di una tecnologia in grado di operare utilizzando un registro decentralizzato permettendo a IOTA di operare autonomamente senza l’intervento dei miners. Le transazioni, infatti, avvengono parallelamente ed hanno peculiarità del tutto differenti.
Perché è importante il ruolo di IOTA nello sviluppo IoT
IOTA presenta dei vantaggi rispetto ad altre criptovalute. La promozione delle transazioni realizzate liberamente e senza commissioni sono un sicuro vantaggio così come lo è la velocità che, secondo il Tangle, contraddistingue ogni singola operazione. Sono, infatti, sufficienti pochissimi minuti per completare del tutto ogni singola operazione.
Un altro punto sicuramente a vantaggio di IOTA e della sua efficienza è il fatto che la quantità di moneta che viene introdotta sul mercato ha sempre carattere fisso. Non è, quindi, soggetto a variabilità in base all’utilizzo che se ne fa in un determinato momento. In comune con le altre criptovalute, invece, c’è il fatto che si tratta pur sempre di una moneta legata a quelli che sono gli andamenti del mercato per cui soggetta ad oscillazioni sia in positivo che in negativo. Rischi che bisogna sempre tenere bene in considerazione.
L’IoT alla base dello sviluppo che porta dall’App Economy all’In-Things Purchase
Grazie all’Internet of Things in pochi anni come è ben noto sono nati nuovi mercati, grazie alla realizzazione di nuovi prodotti e nuovi servizi. Grazie a questa innovazione sono nate nuove modalità di relazione con i consumatori e con le imprese. La diffusione di prodotti connessi e la crescita nella disponibilità di nuove funzionalità, sta permettendo di pensare ai prodotti non più solo come oggetti in grado di soddisfare a dei bisogni ma a prodotti come veri e propri canali di vendita,
In-Thing purchase: si parte dall’App Economy
Proviamo pensare al mondo mobile e alle opportunità che si sono aperte con la App Economy. la base di questo nuovo modo di relazionarsi con i clienti arriva dall’invenzione dell’In-App Purchase, che ha di fatto arricchito gli Smart Product di funzionalità a pagamento autonome e in casi poi più evoluti, con payment di tipo ricorsivo.
Il nostro smartphone è diventato per i produttori di servizi via App un nuovo canale di vendita, ed esattamente com’è avvenuto con le App questo modello può adesso essere applicato alle cose, ovvero all’Internet of Things. Stiamo parlando della prospettiva In-Things Purchase che come nella App Economy porta a una semplificazione nell’acquisto di nuovi servizi, features, personalizzazioni o integrazioni di ciò che sta utilizzando.
Nella App Economy la scelta di acquisto avviene direttamente all’interno dell’applicazione, senza passaggi e operazioni intermedie e potendo godere direttamente e immediatamente dei vantaggi legati al nuovo acquisto, direttamente sullo Smartphone. In questo modo si è creato un nuovo rapporto tra fornitori e clienti e ha permesso lo sviluppo di nuovi servizi e di automatismi che stanno alla base di logiche di business di tipo Recurrent.
Se si prende l’In-App Purchase del mondo Mobile e lo si porta nel mondo dell’Internet of Things, se si integrano gli “Smart Objects” con sistemi di identity management e smart payment si aprono spazi di innovazione che permettono agli oggetti intelligenti di arricchirsi di funzioni acquistandole “in autonomia” e in modo diretto sul mercato. Una autonomia che prevede anche la possibilità di gestire il payment.
In-Things Purchase per gestire extra funzionalità o extra servizi
Sia chiaro, l’In-Thing Purchase non è l’automazione di una o più fasi del processo di acquisto tramite l’utilizzo di un oggetto connesso. Non è il cosiddetto “Embedded purchase” e non stiamo parlando del caso di un prodotto intelligente connesso che effettua dei riordini automatici, nel momento in cui ne rilevi la necessità. L’In-Thing Purchase gestisce acquisti effettuati direttamente nel corso dell’interazione con oggetti intelligenti connessi, ad esempio nella forma di attivazione di extra-funzionalità o di extra-servizi che ne potenziano il valore di utilizzo. Stiamo cioè parlando di una prospettiva in base alla quale arriveranno sul mercato nuovi prodotti IoT-based che possono avere un ampio raggio di capacità di azione, ma alcune sono nativamente bloccate e possono essere attivate solo dietro una forma di pagamento.
Leggi l’analisi completa di Giovanni Miragliotta e di Antonio Capone, Responsabili Scientifici Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano: Dall’In-App Purchase all’In-Things Purchase: l’App economy si estende alle cose
Cosa significa effettuare un acquisto con l’In-Things Purchase
Con In-Thing Purchase si definisce un acquisto che, effettuato direttamente nel corso dell’interazione con un oggetto intelligente connesso, ne attivi extra-funzionalità o extra-servizi che potenziano il valore del proprio utilizzo. A fronte di questo scenario appare necessario osservare due aspetti trasversali a qualsiasi situazione: l’identità dell’oggetto e il pagamento. Gli oggetti interconnessi devono essere nella condizione di effettuare l’identificazione e compiere pagamenti in autonomia.
Solo in questo modo il processo di ordine e approvvigionamento potrà essere inserito in un sistema di autorizzazione. La transazione di pagamento dovrà cioè essere garantita, non deve essere ripudiabile ed avere valore liberatorio.
Per realizzare questo processo è necessario gestire un processo di autenticazione ed è necessario che la soluzione sia nella condizione di rispettare le logiche di Strong Customer Authentication, come disposto dalla normativa europea PSD2 e dalle regole tecniche sulla sicurezza e l’autenticazione di EBA (European Banking Authority) . Il processo d’acquisto e di pagamento viene ampiamento descritto e spiegato in due servizi realizzati da Roberto Garavaglia, Management Consultant & Innovative Payments Strategy Advisor e coordinatore editoriale di PagamentiDigitali.it:
Come funziona e quali prospettive si aprono per il payment con l’In-Things Purchase – Prima parte
Come funziona e quali prospettive si aprono per il payment con l’In-Things Purchase – Seconda Parte
Il ruolo del 5G nello sviluppo dell’Internet of things
La quinta generazione della rete di comunicazione mobile, il 5G, rappresenta la chiusura del cerchio per l’ecosistema dell’Internet of Things, perché grazie alle sue caratteristiche e al cosiddetto “network slicing” consentirà la connessione di un numero di device molto più elevato di quanto non sia possibile oggi, assicurando allo stesso tempo prestazioni, tempi di latenza e affidabilità che fino a oggi non erano possibili. Caratteristiche se semplificheranno in maniera decisiva l’utilizzo di droni e robot anche in mobilità.
Con la connessione mobile, inoltre, ogni genere di dispositivo potrà connettersi a Internet senza dove necessariamente utilizzare il wifi, quindi anche in assenza di una linea fissa. Una caratteristica che potrebbe rivelarsi decisiva perle self driving cars, ma anche in tutti i casi in cui uno stabilimento produttivo si trovi in un’area non servita direttamente dalla rete ultrabroadband fissa. Questo consentirà di estendere l’utilizzo dell’Internet of things a comparti come l’automotive o l’agrifood, facendo fare un alto di qualità in termini di prestazioni e affidabilità alle reti mobili attuali.
Applicazioni e vantaggi del 5G nell’IoT
Lo standard 5G è considerato comunemente come il fattore che consentirà dall’IoT di decollare definitivamente per raggiungere i grandi numeri che le previsioni prospettano, per arrivare a connettere nel 2025 76 miliardi di dispositivi (oggi sono circa 20 miliardi). Al di là delle prestazioni, la connessione degli oggetti alla rete 5G consentirebbe inoltre di tracciare costantemente e identificare in tempo reale tutti gli oggetti collegati alla rete, semplificando in modo decisivo tutte le problematiche legate agli standard per la comunicazione tra oggetti che oggi utilizzano protocolli di comunicazione differenti. Per consentire il collegamento degli oggetti alla rete 5G ci sono una serie di progetti in corso, come quello del produttore britannico di chip Arm che ha recentemente realizzato una piattaforma software che consente equipaggiare con Sim virtuali i dispositivi IoT del futuro.
Il 5G cellulare: il caso di Ericsson Industry connect
Per consentire agli operatori mobili di raggiungere una parte progressivamente sempre più ampia del mercato IoT grazie a nuovi casi d’uso abilitati dal 5G nell’automotive, nel manifatturiero e nelle utility Ericsson ha lanciato Ericsson Industry connect, soluzione di connettività cellulare facile che punta sulla semplicità di utilizzo per accelerare la trasformazione digitale in ambito Industria 4.0. Secondo i dati della multinazionale svedese il numero di connessioni IoT cellulari raggiungerà i 4,1 miliardi nel 2024, con un tasso di crescita annuale del 27%.
Ericsson Industry Connect permette agli operatori mobili di offrire reti cellulari dedicate presso fabbriche e magazzini, iniziando con connessioni 4G/LTE e procedendo poi verso il 5G. La soluzione è stata progettata per abilitare casi d’uso di Industria 4.0 innovativi, come il controllo del digital twin,la replica digitale in tempo reale di un’entità fisica, con un’elevata quantità di sensori. Ma anche l’accesso in mobilità alle istruzioni per i lavoratori fornite da un’interfaccia uomo-macchina, i sistemi per evitare collisioni e per il controllo remoto di veicoli a guida autonoma e la robotica collaborativa per operazioni automatizzate.
Con l’IoT verso l’Intelligent Manufacturing
Portare intelligenza nel mondo manifatturiero significa creare nuovo valore per le imprese. Grazie all’Internet of Things e grazie all’Industry 4.0 il digitale diventa uno strumento che permette il miglioramento di prodotti e di processi e consente lo sviluppo e l’attuazione di nuovi modelli di business.
Con l’IoT parte la progettualità di Data Driven Enterprise e grazie a un IoT che “dialoga” con il CRM si arriva a garantire e sviluppare la centralità della customer experience in un contesto in cui più dell’ 80% dei consumatori accetta di pagare un prezzo premium in cambio di una migliore esperienza utente. In più, il prodotto che si trasforma in servizio “fa bene alle imprese” e porta nuovo valore tanto che la maggior parte dei produttori è convinta che il “product as a service” aiuterà ad aumentare i profitti. Ma per attuare questi scenari è necessario che le imprese non siano solo connesse ma che siano nello stesso tempo in grado di sostenere e diffondere lo sviluppo di prodotti connessi. Ecco che appare importante leggere e analizzare le esperienze di chi “lo sta facendo” come nel caso di 10 realtà che stanno interpretando la trasformazione digitale e la servitizzazione nel mondo manifatturiero che raccontiamo in questo servizio: Con l’Intelligent Manufacturing verso la data economy grazie ad IoT, connected product e servitizzazione
IoT e System integration: come si costruiscono ecosistemi delle cose
Il mondo dell’IoT sta passando da una forme di progettazione e applicazione di tipo verticale (silos applicativi) a una forma di sviluppo e di progettazione più orizzontale, ovvero con una visione complessiva anche dei processi.
L’IoT sta passando da un approccio in cui il sensore serve per gestire la temperatura e con una misurazione in tempo reale permette di adattare l’ambiente ai livelli di comfort definiti. nello stesso ambiente magari un altro sensore si occupa dell’umidità, un altro ancora invece si occupa della sicurezza e poi ancora rileva la presenza delle persone.
Il “nuovo” IoT sta cioè passando dalla introduzione di apparati con uno scopo ben preciso e con una funzionalità chiaramente identificata a un ambiente che permetta di orchestrare obiettivi diversi con dati che hanno una provenienza diversa.
Il tutto spesso con un approccio progettuale che vede coinvolti attori diversi: sicurezza, energia, comfort etc. ecco che il ruolo del system integrator nel mondo della progettazione IoT sta assumendo un ruolo sempre più importante di orchestratore di diversi obiettivi e soprattutto di lettura generale di questi dati in modo che dalla integrazione e relazione di fonti diverse possa uscire effettivamente un livello di conoscenza molto più reale e approfondito degli ambienti.
Il ruolo del system integrator nell’ambito dell’Internet of Things è sempre più importante e consente di spostare la focalizzazione dell’attenzione della progettualità IoT dal sensore al dato.
Come e perché l’IoT può cambiare industrie e organizzazioni?
L’Internet of Things ha certamente le potenzialità per migliorare tanto il lavoro nelle imprese quanto i servizi in ambito sociale e permette di indirizzare in modo più preciso ed efficace temi come sostenibilità, sicurezza, efficienza e gestione delle risorse. Ma è anche importante vedere come le soluzioni IoT possono contribuire a migliorare la nostra vita quotidiana. Un contributo ci arriva da questo video del Digital Single Market della Commissione Europea
Il mercato dell’Internet of Things in Italia nel 2022
In Italia l’Internet of Things (IoT) sta vivendo una crescita costante, con un aumento del 13% anno su anno, che ha portato il mercato a raggiungere nel 2022 un valore di 8 miliardi di euro e 124 milioni di oggetti connessi. Sono i dati che emergono dall’ultima ricerca condotta dall’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano.
Questa crescita (a cui abbiamo dato spazio in questo articolo ndr) è evidente in settori chiave come Agricoltura 4.0, Fabbrica 4.0 e Smart building, che registrano rispettivamente incrementi del 32%, 22% e 19% anno su anno. Tuttavia, va notato gli incentivi legati al PNRR, ai superbonus e ai crediti d’imposta hanno sicuramente influenzato l’andamento del 2022.
Il buon ritorno economico sugli investimenti fa comunque ben sperare per il 2023. Inoltre, il PNRR continua a offrire opportunità per il mercato dell’IoT, soprattutto per quanto riguarda il settore Energy che prevede un investimento di quasi 7 miliardi per Smart Grid, comunità energetiche e auto-consumo, efficientamento energetico e riqualificazione degli edifici…
L’analisi rivela, inoltre, che nuove progettualità stanno emergendo, specialmente nel settore industriale, con un aumento del coinvolgimento delle PMI che hanno ridotto notevolmente il gap che le separava dalle realtà più grandi. In parte grazie alla maggiore conoscenza rispetto al tema, ma anche agli incentivi che le hanno portate a far partire progetti che consentano di analizzare i dati per creare nuovi servizi.
L’IoT sta guadagnando terreno anche nei settori degli edifici intelligenti e delle auto connesse. Le aziende del settore edilizio stanno riconoscendo l’importanza di integrare tecnologie IoT nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni, contribuendo a rendere il mercato più competitivo e innovativo. Nel settore dell’auto, la connettività è ormai una caratteristica standard, e molto si sta sperimentando sul fronte dei servizi di infotainment e di infomobilità, secondo nuove logiche di servizi integrati.
E se sul versante Smart City c’è ancora molto da fare in termini di comprensione e corretto indirizzamento degli investimenti, una diversa maturità si regista nell’ambito dell’agricoltura che si distingue per una maggiore consapevolezza e competenza nell’adozione di tecnologie IoT, con un impatto tangibile sulla qualità e quantità della produzione.
In termini di dati, il mercato IoT italiano ha raggiunto gli 8,3 miliardi di euro, con la Smart Car, le applicazioni IoT nel settore delle utilities e gli Smart Building tra i principali contributori. La connettività cellulare IoT ha registrato un aumento del 5% anno su anno, mentre altre tecnologie di comunicazione hanno visto un incremento del 15%. Tuttavia, nel settore industriale, molte aziende faticano a sfruttare appieno i dati raccolti dai dispositivi IoT a causa della mancanza di competenze specifiche.
Dal punto di vista delle tecnologie, l’IoT sta evolvendo con lo sviluppo del 5G e la diffusione delle reti LPWA. Le piattaforme hardware IoT a basso consumo energetico stanno crescendo, insieme a nuovi processori ad alte prestazioni per applicazioni avanzate.
IoT e business: il Piano Calenda per l’Internet of things nelle aziende
L’Industry 4.0 o Industria 4.0 è diventato un vero e proprio Piano del Governo Renzi altrimenti conosciuto come Piano Calenda, dal nome del titolare del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) Carlo Calenda. Il Piano Industry 4.0 (leggi qui maggiori approfondimenti) attribuisce grandissima importanza all’IoT come fattore di sviluppo e di integrazione nelle imprese e come elemento di congiunzione tra la Information Technology e la Operational Technology (IT e OT), Il Piano si basa su tre grandi componenti che sono stati confermati anche nei successivi interventi del legislatore
Investimenti nell’Internet delle cose
Con il rilancio della Legge Sabatini per l’acquisto di beni strumentali legati all’High Tech e con un “superammortamento” o “iperammortamento” che potrebbe arrivare anche al 150%. Con una deduzione “super” pensata per il digitale e per l’high tech per favorire il passaggio al digitale per sostenere lo sviluppo della Digital Industry italiana
Formazione sull’Internet of things
Un ruolo strategico è svolto dalle università che dovranno essere sempre più vicine alle imprese e sempre più come centri di competenza direttamente e fortemente impegnati sull’innovazione.
Standard per l’adozione di tecnologie IoT
La policy da seguire nell’adozione delle nuove tecnologie prevedono investimenti che devono favorire gli open standard. Nella scelta delle piattaforme sulle quali costruire lo sviluppo di soluzioni software occorre garantire apertura e scalabilità e libertà da vincoli con produttori di tecnologia. L’Industry 4.0 deve essere aperto, tutti devono essere nella condizione di portare innovazione a prescindere dai vincoli proprietari sulle piattaforme, sulle infrastrutture, sugli ambienti operativi.
Questi tre componenti sono anche la leva fondamentale per abilitare le imprese del nostro Paese a intercettare lo sviluppo della digital transformation ma anche per sostenere con nuovi investimenti, con una maggiore formazione del personale e con il rispetto degli standard e con l’utilizzo delle piattaforme Open Source una strategia di sviluppo progettuale in grado di garantire una reale interoperabilità.