Il termine “Internet of Things” (IoT) è ormai sicuramente noto. Un recente rapporto di Morgan Stanley prevede che il numero di device connessi all’IoT raggiungerà i 75 miliardi entro il 2020. L’IoT è un concetto incredibile, che spazia dalle conversazioni quotidiane sui più recenti dispositivi Internet-enabled, quali il Kindle Fire e il Nest Smoke Alarm, alla quantità di dati che questi device producono e dove tenerli, anche nel cloud. Il volume di informazioni che gli “oggetti intelligenti” creano sta obbligando le aziende a ripensare il modo in cui catturare, archiviare e recuperare in modo sicuro i dati ed estrarne valore. Per indirizzare questo problema, le imprese stanno capendo che – invece di fare incetta di dati – necessitano di una innovativa strategia di data management che aiuti i processi decisionali, l’evoluzione di prodotti e servizi, e il miglioramento dell’esperienza utente.
Immagini di iot
Oggi i dati aziendali non risiedono più tutti in un unico luogo, ma sono sparsi un po’ ovunque. In un sondaggio tra 4.000 responsabili aziendali di gestione e distribuzione delle informazioni, l’80% conferma di avere la necessità di poter accedere ai dati anche dall’esterno, e il restante 60% lavora da remoto. Allo stesso modo, secondo Gartner, il 62% delle organizzazioni ancora non si avvale di strumenti specifici per capire e prendere decisioni sulla conservazione e gestione di dati non strutturati, tra cui contenuti prodotti dal personale in mobilità sotto forma di email, video e immagini.
L’IoT aggiunge una nuova urgenza, ma anche complessità, quando si tratta di gestire i dati nel corso dell’intero loro ciclo di vita. Le imprese devono pianificare con un approccio complessivo, e considerare le fonti dei dati e come i dati saranno utilizzati al fine di disegnare policy per definire cosa tenere, dove e per quanto tempo. I costi di storage e cloud stanno scendendo, ma non così velocemente da tenere il passo con la crescita dei dati. La classica strategia “teniamo tutto, e teniamolo in casa” non funziona più, e la nuova realtà per gli information manager è che ogni dato ha un valore diverso. Prendiamo per esempio i “dark data”, tipicamente file, presentazioni, report, immagini ed email conservati ma non analizzati, utilizzati o monetizzati in qualche modo. Questi dati non solo consumano preziose risorse di storage, rete e management, ma aumentano i rischi di esposizione di dati sensibili, a meno che non vengano gestiti con criteri prestabiliti di cancellazione.
Archiviare dati IoT in modo indiscriminato per lungo tempo è un costoso spreco e impedisce all’azienda di trovare facilmente quello che serve. Ecco tre modi in cui le imprese possono gestire l’IoT in maniera più efficiente utilizzando tecniche all’avanguardia:
1) Avvalersi di metodi automatici per organizzare e conservare i dati in base al contenuto. La conservazione content-aware utilizza informazioni sui dati (tipologia, dove è stato creato, ultimo accesso) per indicizzarli e classificarli. Le policy possono fornire regole specifiche, raccogliendo ad esempio tutti i documenti relativi ad un determinato progetto, per spostare automaticamente i dati sullo storage più conveniente. Comprendendo come i dati fluiscono in azienda, i manager possono tenere ciò che è di valore ed eliminare ciò che non lo è, riducendo così rischi e costi. Le tecnologie di archiviazione intelligente, quali la conservazione content-based, possono consentire risparmi fino al 70% in capacità e costi storage. Questo è utile soprattutto in settori altamente regolamentati, come la sanità e i servizi finanziari, che devono conservare i dati per molti a fini di compliance, ed essere in grado di recuperarli velocemente se necessario.
2) Consolidare in modo sicuro i dati IoT indipendentemente da dove provengono e dove vengono conservati. Potenti smart device e ambienti di lavoro da remoto permettono alle persone di rimanere connesse e di utilizzare servizi cloud consumer al di fuori del controllo aziendale. Un’efficiente gestione IoT parte dal consolidamento dei dati da utenti e device individuali per poi farne il back up e consentirne un accesso sicuro. Invece di essere archiviati in siti remoti, i dati sono disponibili per più utenti. Le copie ridondanti possono essere cancellate (il processo si chiama deduplicazione) per incrementare ulteriormente l’efficienza.
3) Offrire nuovi modi per accedere alle informazioni, essere produttivi e aggiungere valore. Una volta che i dati sono consolidati da server, laptop, dispositivi mobili e uffici remoti, l’IoT offre nuovi modi per essere produttivi. L’indicizzazione dei contenuti abilita i team IT, legal e business a cercare in tutta l’impresa utilizzando parole chiave molto dettagliate. Nuovi metodi di accesso, come file sync e mobile app, permettono ai dipendenti di creare data cloud personali e trovare, visualizzare e utilizzare velocemente i documenti sui loro device. Dopotutto, una proposta archiviata unicamente sul laptop del commerciale non è solo a rischio di perdita o guasto hardware: è anche indisponibile per il cliente o i colleghi quando il commerciale è in viaggio o offline.
Riepilogando, l’Internet of Things continua a crescere, così come il volume dei dati. Le aziende devono agire adesso per sviluppare una strategia atta a proteggere, gestire e accedere ai dati. Essere in grado di indicizzare in modo intelligente i dati di business, automatizzare le policy per la conservazione o eliminazione content-based, e offrire accesso sicuro sono traguardi chiave del percorso. Gestendo e non accumulando i i dati IoT, le imprese possono ridurre lo spazio dello storage, aumentare la produttività e ottenere visibilità in tempo reale sulle attività.
* senior manager product marketing di CommVault