Se il mercato dell’Internet of things è destinato nel medio-lungo periodo a uno sviluppo progressivo e impetuoso, oggi l’implementazione delle soluzioni è spesso frenata dal fatto che non esista ancora un ecosistema completo e sicuro, e che questo possa frenare un rapido ritorno degli investimenti. Nonostante questo però i mercato legati all’IoT sono destinati a raddoppiare di valore entro il 2021, arrivando a toccare i 520 miliardi di euro, contro i 235 miliardi del 2017. Sono le conclusioni a cui giunge l’ultima ricerca di Bain sull’IoT.
La percezione degli utenti, evidenzia lo studio, è che i vendor non abbiano fatto grandi progressi negli ultimi due anni per abbattere le barriere che frenano l’adozione di questo genere di tecnologie, a partire dalla sicurezza, dall’integrazione con le tecnologie esistenti e già in uso nelle imprese e dei modelli di business che garantiscano un rapido ritorno degli investimenti. Così anche i programmi di adottare l’IoT nei prossimi anni hanno subito una piccola battuta d’arresto rispetto alle aspettative che si registravano soltanto due anni fa, periodo a cui risale la precedente ricerca di Bain. Nonostante questo nessuno mette in dubbio le prospettive di crescita del settore, con le sperimentazioni che nel tempo hanno registrato progressi importanti. Sono sempre di più, tra l’altro, le aziende che programmano di investire in sistemi IoT, pari al 60% del campione contro il 40% che si registrava nel 2016.
Tra i vendor più importanti mantengono la prima posizione i cloud provider, a partire da Amazon Web Services e Microsoft Azure, impegnate ad abbassare le barriere e a rendere sempre più semplice l’adozione dell’IoT, e abilitando l’utilizzo di soluzioni per l’industria in collaborazione con i systems integrator, le imprese, gli sviluppatori di App, gli specialisti di Industrial IoT, le Telco e i produttori di device.
Da qui in avanti, emerge dallo studio di Bain, la tendenza per i vendor sarà quella di focalizzarsi su alcuni specifici settori di mercato per capire più a fondo le esigenze del settore e mettere a punto soluzioni specifiche. “Sviluppando esperienze più approfondite su pochi specifici use cases – sottolineano i ricercatori di Bain – i vendor potranno anticipare le richieste del mercato e creare una base più solida per le soluzioni ent-to-end”.
Tra i settori “prioritari” emersi negli ultimi mesi si è fatta strada la richiesta per soluzioni di manutenzione predittiva, e di controllo da remoto dei macchinari. Nel primo caso il ritorno degli investimenti si è inizialmente posto come un problema, più “lento” del previsto, a causa della mancanza di dati “storici” nel momento in cui le soluzioni vengono implementate. Quanto al controllo remoto la diffusione è invece facilitata dal fatto che si tratti spesso di sistemi più semplicemente integrabili con le tecnologie esistenti e in grado di dare risultati e svilupparsi velocemente.
“I prossimi cinque anni – sottolineano gli esperti di Bain – saranno cruciali per lo sviluppo di questo mercato, con gli incumbent che continueranno a espandere la loro offerta per settori specifici: quelli tra loro che non riusciranno a muoversi abbastanza velocemente da ‘sposare’ le richieste del mercato saranno insidiati da un numero crescente di concorrenti: è il caso dei produttori di device, che corrono il rischi di vedersi sorpassare dai produttori di software e dagli specialisti negli analytics, che potrebbero relegarli al ruolo secondario di specialisti nelle componenti hardware”.
Tre le linee guida che dovranno essere seguite nei prossimi anni per non perdere posizioni, secondo Bain: focalizzarsi sulle esigenze dei settori di business più promettenti, specializzarsi nella produzione di soluzioni end-to-end e prepararsi alla crescita del mercato rimuovendo ogni genere di barriera che ostacoli l’implementazione dell’IoT. In più, e non è un dettaglio, dovranno fare del loro meglio – avverte Bain – per rassicurare i loro clienti sulla sicurezza, insieme all’integrazione e al ritorno degli investimenti.