Prevenzione

IoT, come il 5G può favorire la sicurezza sul lavoro

La rete 5G ha la capacità di gestire grossi volumi di traffico anche video e la bassa latenza; gli operatori del settore e società che gestiscono i servizi possono utilizzare uno slicing della rete per costruirci sopra la propria soluzione e il proprio business

Pubblicato il 23 Set 2020

5g IoT per la sicurezza

Gli eventi degli ultimi mesi a seguito dell’emergenza Covid-19 hanno messo in luce come le tecnologie della comunicazione e dell’informazione siano vitali e cruciali per gestire non solo la pandemia ma anche il proseguire della normalità della vita sociale e lavorativa. Questi eventi hanno stressato all’inverosimile gli aspetti di salute e sicurezza, sicurezza fisica e sul lavoro. Sulla sicurezza sul lavoro le tecnologie 5G e IoT vengono in aiuto: iniziano a vedersi sul mercato soluzioni che tengono sotto controllo il corretto impiego dei DPI da parte del singolo lavoratore, il monitoraggio video delle aree di cantiere e il rilievo di intrusi, interferenze o accessi non autorizzati, nonché le principali situazioni di pericolo.

Esistono poi dispositivi personali, indossati dai lavoratori, una sorta di personal hub, che sono in grado di colloquiare con una centrale di controllo e attivare feedback in base a eventi predefiniti (ad esempio uomo a terra o chiamate di emergenza) nonché riportare il corretto utilizzo dei DPI.

A questo si aggiunge il controllo della sicurezza dei dipendenti quando lavorano da remoto – in smart working – e soprattutto sui cantieri intesi come aree al chiuso o all’aperto dove si svolgono attività potenzialmente pericolose (cantieri stradali, cantieri in fabbrica e simili).

La criticità è sempre la stessa: far osservare a tutti il rispetto delle prescrizioni di sicurezza, l’utilizzo dei DPI (dispositivi di protezione individuale), le giuste segnaletiche e definizione dei perimetri dei cantieri, le interferenze tra le varie aziende che lavorano sullo stesso cantiere, il lavoro in solitario o in spazi confinati.

Molto di questo si poteva fare già con le tecnologie attuali senza attendere il 5G, ma l’abbinata 5G e IoT offre soluzioni molto interessanti.

5G e IoT per la sicurezza, l’unione fa la forza

Innanzitutto, per la capacità della rete 5G di gestire grossi volumi di traffico anche video e la bassa latenza, poi per la possibilità per gli operatori del settore e società che gestiscono i servizi, di utilizzare uno slicing della rete per costruirci su la propria soluzione e il proprio business.

E poi per la possibilità di costruire, e integrare tra di loro, una moltitudine di use-case che possano creare una esperienza quasi unica nel settore della sicurezza.

Oggi la maggior parte degli sforzi nella creazione degli use-case sono rivolti agli Smart & Connected Vehicle e Autonomous Vehicle & Smart Road. Si pensi a uno scenario in cui siano le auto a rallentare autonomamente in presenza di un cantiere stradale piuttosto che si possa interrompere il traffico autonomamente quando viene rimossa la segnaletica stradale con un cantiere in corso oppure se le aree di cantiere sono interessate da estranei, oppure in caso di incidente si possa dare priorità ai mezzi di soccorso. Certo scenari ambiziosi ma pur sempre attuabili in un prossimo futuro utilizzando appunto l’integrazione di diversi use-case e tecnologie.

L’integrazione è tanto più fattibile quanto più le reti 5G si parlano tra loro e quanto più esse siano disponibili sia in ambito outdoor che indoor, ma ciò non basta a garantirne il successo.

Ci vuole qualcosa in più: ci vogliono soggetti pubblici e privati che lavorino sul concetto di sicurezza sul lavoro creando e mettendo a fattor comune tecnologie, strumenti (anche normativi) e use-case che abbiano come obiettivo la salvaguardia della salute e della sicurezza delle persone. E ci vogliono tanti soldi.

Ecco perché il MISE, con buona lungimiranza ma ancora con poche risorse, ha iniziato a emettere una serie di bandi per finanziare la creazione e la sperimentazione di use-case su rete 5G. In particolare, nel primo semestre del 2020 è stato emesso un bando per la sperimentazione di use-case con il tema “sicurezza delle infrastrutture stradali” utilizzando città campioni come Genova, per il momento ancora riservato agli operatori telefonici ma che stimola l’intera filiera di chi produce soluzioni complete e integrate.

Un primo passaggio, in attesa dello sviluppo della copertura capillare del servizio 5G e della messa a disposizione di “slicing” di rete adeguati, può essere raggiunto con l’uso di Private Wireless Networks in tecnologia 4G/LTE che ben si sposano con le soluzioni di Industry 4.0; esse hanno il pregio di avere una elevata efficienza spettrale, di essere localizzate “in casa” dell’utilizzatore e di essere gestite dallo stesso mentre hanno i limite di avere una copertura radio limitata al sito dove si installa la rete privata. Se invece si desidera una esperienza seamless la rete privata può essere integrata (e/o gestita) nella rete di un operatore mobile e si può estendere il servizio a livello nazionale o oltre. Queste reti vanno quindi molto bene sia per le industrie, gli stabilimenti produttivi, grandi aree di logistica (porti, aeroporti, centri di smistamento, etc etc) che per le flotte in movimento.

5G e IoT per la sicurezza: localizzazione indoor

Che siano reti private, che siano reti 5G, per garantire la sicurezza la copertura indoor deve essere garantita. In molti casi infatti diventa critico poter fare una corretta localizzazione indoor delle persone e degli eventi: in caso di incidente o necessità è importante sapere esattamente in quale stanza o piano si trova la persona con approssimazione di poche decine di centimetri.

La localizzazione indoor oggi può essere garantita da sistemi IoT, da sistemi di videosorveglianza ma anche da tecnologie basate su beacon di varia natura, in ogni caso da sistemi di copertura radio fatti da diversi layers integrati tra loro i cui dati sono trasportati sulla rete 4G o 5G dell’operatore radiomobile di turno.

In questo scenario si innestano iniziative di interesse nazionale, con iniziative di privati e si aprono molti scenari di business sulla gestione della sicurezza aziendale. I moderni RSPP aziendali dovrebbero farsi promotore verso le proprie aziende dell’adozione di questi sistemi considerando che l’aspetto sicurezza è solo una delle applicazioni che possono girare su uno slice di rete piuttosto che su una rete privata.

Conclusioni

Sono già numerose le app, i sistemi e le centrali di controllo che offrono servizi di monitoraggio della sicurezza del singolo lavoratore, pochissime si occupano di monitorare la sicurezza del cantiere nella sua interezza, probabilmente perché i cantieri (ad esempio quelli stradali) cambiano in continuazione fisionomia, posizione e complessità. I costi di queste soluzioni sono relativamente bassi rapportati al rischio e al costo di un incidente con conseguenze anche lievi.

Nei prossimi mesi gestiremo i fondi del recovery fund e nei cantieri o sul lavoro dovremmo gestire anche la complessità del distanziamento sociale in attesa di tornare a una normalità dei rapporti e del lavoro. È auspicabile che siano opportunamente stimolate anche le iniziative per lo sviluppo di soluzioni avanzate di sicurezza alla portata di tutti, soprattutto delle aziende più piccole, e che ciò sia coordinato da un interesse nazionale di migliorare la sensibilità verso il tema sicurezza.

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