Grazie anche all’introduzione dell’Industria 4.0, l’Internet delle cose (IoT) e l’Industrial IoT (IIoT) hanno assunto un ruolo strategico in diversi settori, contribuendo a migliorare l’efficienza operativa e a introdurre nuove prospettive nella gestione delle risorse. Uno degli ambiti in cui queste tecnologie stanno dimostrando un impatto significativo è quello dell’efficientamento energetico.
Efficientamento energetico: un obiettivo fondamentale
Che l’efficientamento energetico sia diventato strategico per la crescita delle aziende è dato universalmente condiviso nel mondo produttivo, a prescindere dalla tipologia e dalle dimensioni delle aziende. La ricerca di partner e soluzioni tecnologiche adeguate è la naturale conseguenza di questo trend. “L’efficientamento energetico consente un risparmio nei consumi, solitamente frutto di un’ottimizzazione dei processi, che si traduce in una maggiore produttività e, quindi, nell’incremento dei margini di profitto”; in questa frase di Giancarlo Divolo, Head of Technological System & Cabling di NovaNext, system integrator che supporta le aziende nella trasformazione digitale, sono concentrati tutti i vantaggi che le moderne tecnologie possono portare alle realtà produttive. Nello specifico, l’adozione di soluzioni IoT e IIoT per l’efficientamento energetico ha il potenziale per creare un circolo virtuoso che porti benefici all’azienda anche in modo indiretto. La riduzione del fabbisogno di materie prime e la riduzione dell’impatto ambientale sono esempi concreti di questa potenzialità, ma non le uniche. La contrazione dei tempi operativi, per esempio, può essere la chiave per rendere l’azienda reattiva e dinamica di fronte all’evoluzione del mercato e delle direttive europee.
Il segreto sta tutto nella raccolta e nell’analisi dei dati, come spiega Giancarlo Divolo: “l’IoT ha aperto nuove possibilità nella raccolta e nell’analisi dei dati, consentendo una visione dettagliata e in tempo reale dei consumi energetici. Sensori intelligenti possono essere integrati in impianti industriali ed edifici per monitorare il consumo di energia e identificare le inefficienze. Questi dati, una volta acquisiti, possono essere analizzati per individuare opportunità di risparmio energetico e migliorare le pratiche di gestione”.
Nel contesto industriale, l’IIoT svolge un ruolo fondamentale nell’ottimizzazione dei processi e nell’efficientamento energetico. “Attraverso la connessione di macchinari e attrezzature a una rete intelligente – prosegue Divolo – le aziende possono monitorare le prestazioni in tempo reale, identificare guasti potenziali e pianificare la manutenzione preventiva. Ciò non solo riduce i costi operativi, ma contribuisce anche a evitare sprechi energetici dovuti a malfunzionamenti non rilevati”.
Più comfort negli spazi lavorativi, performance migliori
Un aspetto che va sottolineato è anche la possibilità di avere spazi lavorativi che riservano il miglior comfort possibile per gli occupanti. “Con la diffusione dell’hybrid working, gli uffici hanno assunto una nuova fisionomia” precisa Giancarlo Divolo. “Ci sono sempre più postazioni condivise, si riducono le necessità di spazio e il numero di persone presenti può variare sensibilmente da un giorno all’altro. Questo rende necessaria una modalità di gestione molto dinamica delle apparecchiature HVAC e dell’illuminazione”. In tali casi, assume un ruolo essenziale la presenza di sensori capaci di fornire in tempo reale indicazioni sulle regolazioni da eseguire, rendendo più accogliente l’ambiente ma anche limitando i consumi. Non va infatti dimenticato che, secondo il Global Status Report for Buildings and Construction, il 37% delle emissioni di CO2 a livello mondiale proviene dagli edifici e oltre il 30% dell’energia usata in un edificio viene sprecata (stima dell’U.S. Environmental Protection Agency).
Il ruolo dell’intelligenza artificiale a supporto dei progetti IoT
Qualsiasi dispositivo utilizzato nei sistemi energetici che è capace di generare dati o eseguire azioni basate su una logica programmabile contribuisce significativamente all’ottimizzazione dei consumi energetici e può essere considerato un elemento cruciale. Evidentemente, le tecnologie di intelligenza artificiale rappresentano un metodo avanzato per gestire la complessità della gestione energetica facilitata dall’IoT. Gli algoritmi di machine learning sono in grado di elaborare l’ampio flusso di dati prodotti dai dispositivi IoT, identificando schemi e tendenze che sarebbero altrimenti difficili da riconoscere manualmente. Le analisi predittive possono anticipare le esigenze energetiche utilizzando dati storici, previsioni meteorologiche e altri parametri. “L’ottimizzazione guidata dall’intelligenza artificiale può regolare dinamicamente i modelli di consumo energetico – spiega il manager di NovaNext – rendendo i sistemi più adattivi ed efficienti, equilibrando la domanda e l’offerta di energia, minimizzando gli sprechi e riducendo i costi. Con l’automazione dei processi di gestione dell’energia, l’intelligenza artificiale limita gli errori umani e permette decisioni rapide, migliorando così l’allocazione delle risorse.”
Certificazione ISO 50001, un valore aggiunto per l’azienda
Una testimonianza dell’impegno di un’azienda verso la ricerca dell’efficientamento energetico è il conseguimento della certificazione ISO 50001. Questo standard fornisce un quadro di riferimento per gestire le prestazioni energetiche e affrontare i costi dell’energia, aiutando a ridurre l’impatto ambientale. In pratica, definisce le linee guida che un corretto sistema di gestione dell’energia dovrebbe avere e, quindi, anche come IoT e IIoT si integrano nei processi quali elementi attivi al recupero delle informazioni e all’attuazione delle azioni per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti.
“La ISO 50001 è uno strumento fondamentale per redigere i propri bilanci energetici e di sostenibilità” conclude il manager di Novanext. “Inoltre, permette alle medie e grandi aziende di evitare gli audit energetici periodici obbligatori per legge. L’ottenimento della certificazione prevede un preciso percorso, che deve partire da un assessment propedeutico alla definizione di una gap analysis”.