Approfondimenti

L’esperienza di Opentech ENG nel Mobile Business

Alla base del nuovo Mobile Banking di UniCredit c’è la tecnologia di Opentech ENG, che è intervenuta nel progetto sin dalla fase di concepting, lavorando sempre in stretta collaborazione con la Banca

Pubblicato il 28 Gen 2011

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Opentech ENG, la società che ha supportato UniCredit nello
sviluppo della soluzione di Mobile Banking, è una innovativa
realtà italiana che si caratterizza per le proprie competenze
sulla progettazione e sviluppo di applicazioni Mobile. Con
Stefano Andreani, Chief Executive Officer della società,
entriamo nel dettaglio della soluzione adottata da UniCredit e
parliamo delle possibili evoluzioni delle applicazioni
Mobile.

Quali sono state le maggiori difficoltà che avete
affrontato nel progetto, e come le avete superate?

La responsabilità che ci ha affidato UniCredit è stata molto
ampia: il nostro lavoro è andato dal concepting creativo fino
all’integrazione dei servizi. Abbiamo posto una grande
attenzione alla qualità nella gestione del ciclo di
produzione, poiché, per via delle dimensioni del cliente, un
errore avrebbe potuto avere effetti enormemente amplificati. Il
nostro forte background tecnologico in ambito Mobile e le molte
esperienze in ambito banking ci hanno sicuramente aiutato a
gestire tale complessità, ma ancora più importante è stato
il coordinamento del progetto da parte della Banca: c’è
stato un lavoro di squadra che ha coinvolto, oltre ad UGIS, i
dipartimenti di Marketing e Organizzazione. Hanno dato il loro
prezioso contributo Riccardo Cesarei che ha fornito, assieme ad
Alessandro Colafranceschi, i requisiti lato Marketing, Paolo
Dolci che ha coordinato lo sviluppo, Luigi Altavilla, Remo
Marini e Sebastiano Moccia che hanno curato le problematiche di
sicurezza e infine Andrea Rescia di Organizzazione che ha avuto
il delicato compito di raccordare tutti gli attori del
progetto. Senza questo gioco di squadra non sarebbe stato
possibile innovare prodotti e processi data la realtà
complessa di una Banca come UniCredit.

La soluzione di Opentech ENG, TurnMobile, è stata
scelta anche da altri importanti istituti, tra cui ING Direct,
Banco Popolare, UBI Banca, Banca Popolare di Milano e Webank.
Quali sono stati i fattori di successo?

Opentech ENG è nata e cresciuta attorno al mondo delle
telecomunicazioni, caratterizzandosi per le proprie competenze
sulla progettazione e sviluppo di applicazioni Mobile. Una
missione chiara già nel 2003, molto prima dell’ingresso
di Apple nel Mobile, evento che nel 2008 ha creato grande
fermento nel mercato e spinto molte aziende a guardare con
attenzione a questo settore. Nel corso degli ultimi sette anni
abbiamo dedicato i nostri sforzi alla creazione di una
piattaforma robusta e flessibile, che permettesse di realizzare
progetti Mobile rapidamente, e di tutelare l’investimento
del cliente, grazie ad un costante aggiornamento rispetto al
mutevole mercato delle tecnologie embedded. Inoltre, la nostra
soluzione integra sia mobile site che applicativi
multipiattaforma, garantendo ad ogni dispositivo di accesso
modalità di fruizione del contenuto ottimali. Oggi dedichiamo
grande attenzione a dispositivi quali Tablet e TV interattiva,
trattandosi spesso, dal punto di vista tecnologico, di
evoluzioni dei sistemi operativi per telefoni. Inoltre, è
riconosciuta dai nostri clienti la
“responsabilità” nel consigliare la soluzione
migliore, grazie anche ad una esperienza verticale su questo
mercato. Ad esempio in molti casi in cui abbiamo noi stessi
sconsigliato di inserire alcune funzionalità, perché non
adatte ad un uso su dispositivi mobile, dando priorità alla
semplicità d’uso. Altri fattori chiave del nostro
successo nell’ambito delle applicazioni di Mobile
business sono dati dall’attenzione alle problematiche di
sicurezza e di affidabilità, che abbiamo ingegnerizzato nella
nostra piattaforma TurnMobile, e dai rapporti diretti con i
produttori di dispositivi; Opentech ENG, infatti, è fornitore
dei maggiori vendor, tra cui Samsung, LG, Motorola,
SonyEricsson, Huawei, Alcatel: le nostre applicazioni sono
preinstallate su milioni di telefoni e distribuite su scala
mondiale. La relazione con questi produttori di elettronica di
consumo ci pone in una posizione privilegiata, permettendoci di
acquisire informazioni e lavorare su dispositivi ancor prima
che questi vengano lanciati sul mercato, e mettendo a nostra
disposizione una casistica molto elevata di configurazioni e
problematiche di interoperabilità con reti e sistemi di
numerosi Paesi.


In che modo un’azienda italiana che lavora su
progettazione e sviluppo di software riesce a essere
competitiva nel mercato globale?

Domanda difficile… nel nostro caso credo che il fattore di
successo è costituito dal binomio creatività / competenza
tecnica. Nei miei viaggi, in cui mi sono confrontato sia con
Paesi occidentali sia asiatici, ho verificato che la capacità
degli ingegneri informatici italiani di gestire problemi
complessi è mediamente superiore. Questa caratteristica, unita
alle capacità creative del nostro Paese, ci permette di
ottenere risultati qualitativamente ineguagliabili.
L’area progettazione della nostra azienda è divisa in un
team creativo ed uno tecnologico. I due gruppi lavorano fianco
a fianco nel design dei prodotti e questo è un fattore
determinante del nostro successo. Quali sono dal vostro punto
di vista le nuove frontiere di sviluppo del Mobile? La nostra
ricerca è attiva su vari fronti. Particolarmente significativa
è la nostra attività sulle piattaforme di social networking,
per trasformarle in uno strumento di Mobile business. Il nostro
ottimo rapporto con i social network è certamente utile per
elaborare una strategia coerente rispetto all’evoluzione
di tali piattaforme. I frequenti incontri che abbiamo con il
team mobile di Facebook, a Palo Alto, sono di grande aiuto in
questa direzione. Facebook, d’altra parte, ha
riconosciuto il nostro ruolo di “innovatori
affidabili”, con forti competenze sulle piattaforme
embedded, dandoci visibilità delle proprie evoluzioni
strategiche, e sponsorizzando le nostre soluzioni su scala
globale. A novembre è stato nominato membro
dell’Executive Committee del JCP, comitato che guida la
standardizzazione delle piattaforme basate su Java, di cui
fanno parte esperti internazionali.

Complimentandomi per l’incarico, ne approfitto
per chiederle: cosa ne pensa del futuro di queste
tecnologie?

Certamente è un momento molto importante per le tecnologie
embedded legate a Java. Non mi riferisco solo a Java Micro
Edition: le piattaforme embedded basate su Java sono pervasive,
vanno da piccoli dispositivi fino alla complessità e ricchezza
che può avere la piattaforma Android, ed equipaggiano non solo
telefoni, ma tessere elettroniche, elettrodomestici,
set-top-box, etc. Opentech ENG ha sempre creduto che gli
standard aperti potessero rafforzare una sana competizione, e
dunque migliorare il mercato; questo è il motivo del nostro
coinvolgimento nei gruppi di standardizzazione. Il contributo
che intendo portare nel JCP, a partire dalla riunione che
abbiamo fra pochi giorni in California, è di ampliare le
possibilità di distribuzione di Java sui dispositivi, evitando
allo stesso tempo frammentazione tecnologica. È una sfida
difficile, ma cruciale per il futuro delle tecnologie embedded.

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