L’IoT cambia il retail e l’agromotica innova la produzione agricola

L’Internet of Things in chiave Smart Manufacturing nella prospettiva di Industry 4.0, ma anche come fattore di cambiamento nella customer experience del retail e come componente dei progetti di precision farming.

Pubblicato il 27 Ott 2015

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LIndustria 4.0 è uno dei temi centrali della rivoluzione digitale che se ha già visto il coinvolgimento del mondo consumer  adesso deve passare al mondo dell’industria. E’ una nuova grande occasione per il nostro paese che a livello di produzione manifatturiera è secondo solo alla Germania che però ha già sviluppato e lanciato una strategia e un Action Plan specifico per accompagnare le proprie imprese verso la Smart Manufacturing. CorCom sottolinea come il “Position paper sull’industria 4.0” del Mise non sta procedendo come stabilito. La spinta sulla banda ultralarga è certamente molto importante ma rischia forse di mettere in ombra o di non attribuire la giusta importanza a progetti di sviluppo importanti come quello dell’industria. Leggi l’articolo relativo a Industria 4.0 e sul documento del Mise

L’IoT cambia la customer experience e porta allo Smart Retail

L’IoT, la sensoristica, i sistemi di pagamento e l’analisi dei dati stanno già cambiando il mondo retail e si apprestano a cambiare la nostra customer experience.

L’IoT nei negozi e negli spazi che accompagnano le vendite interagiscono con gli smartphone dei consumatori e mettono a disposizione informazioni e dati sulle esigenze, sulle opinioni, sui gusti. Queste soluzioni permettono di veicolare informazioni che hanno lo scopo di stimolare e sollecitare all’acquisto con promozioni e con suggerimenti o con proposte di cross selling e di up selling, ma anche con messaggi che migliorano il servizio di vendita. I retailer si stanno preparando, ma non sono esenti da incertezze e da timori. RSR Research in una survey ha evidenziato che la maggioranza assoluta (80%) è convinta che l’IoT cambierà il loro business e impatterà sulle attività di commercializzazione dei beni di consumo.  Continua la lettura dell’articolo completo su Internet of Things nel Retail

Smart Agriculture o Agromotica

Il food-tech è troppo spesso sbilanciato nel focalizzare l’attenzione sull’innovazione più vicina al consumo, a tutto ciò che attiene ai processi e ai servizi che riguardano i temi della parte finale della filiera, quella che porta il cibo sulle tavole di casa o della ristorazione o della sua socialità, o ancora degli aspetti legati alla salute e al benessere collegati al cibo stesso.
Ma c’è un movimento di innovazione, come segnala EconomyUp, forse più nascosto e meno evidente che riguarda invece la parte iniziale della filiera, ovvero quella della produzione. Il precision farming è una realtà sulla quale si misura un numero crescente di imprese, che si disputano l’invenzione di nuovi processi di innovazione sul campo e che stanno dando risposte nuove in termini di miglioramento delle tecniche di produzione o della stessa sicurezza alimentare. Leggi l’articolo completo su innovazione alimentare a agromotica

L’identità digitale sta diventando una realtà

Il Sistema Pubblico per la gestione dell’Identità Digitale (Spid) sta diventando una realtà. Giovanni Miragliotta, docente del Politecnico di Milano, tra gli autori di uno studio commissionato dall’Agenzia per l’Italia Digitale sulla fattibilità del business model Spid, commenta a CorCom che fra tre anni fra i 9 e i 17 milioni di italiani disporranno dell’identità digitale e con questo obiettivo si raggiunge un numero sufficiente per garantire gli oneri degli identity provider.
Miragliotta ha verificato quale fosse la base sostenibile per permettere agli identity provider privati di svolgere il lavoro senza costi per la Pubblica Amministrazione, ovvero se fosse possibile una remunerazione con i proventi della sola vendita di servizi ai service provider privati. La ricerca ha portato a identificare che il sistema Spid deve attirare un numero di utenti tale da garantire un numero sufficiente di service provider paganti per gli identity provider.
Il processo deve prevedere alcuni passaggi molto importanti ed essenziali: tutte le PA devono accettare la Spid come servizio di autenticazione, a due anni dal primo accreditamento di un identity provider; le PA devono far migrare verso Spid le identità già in loro possesso in alcuni database, in particolar modo quello dell’Inps; infine potrebbe essere importante dare più visibilità alla Spid, ad esempio con un’adeguata comunicazione sui canali pubblici. Continua la lettura dell’articolo completo dedicato a Spid, modello a costo zero per lo Stato

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