Approfondimenti

L’IT diventa Business Technology – Intervista a Luigi Freguia, Amministratore Delegato di Hp Italiana

Luigi Freguia, Amministratore Delegato di Hp Italiana, crede nell’equazione IT=innovazione=crescita di business, e vede un futuro in cui il CIO si trasforma in Business Technology Officer

Pubblicato il 01 Mag 2008

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Per creare sviluppo e rilanciare la competitività del
nostro sistema economico, l’IT deve entrare nel cuore del
business aziendale,
diventandone parte integrante e
trasformandosi in Business Technology. Ma, per aiutare le
imprese, la Pubblica Amministrazione deve investire di più. Ne
è convinto Luigi Freguia, da agosto del 2007 amministratore
delegato di Hp Italiana, dove è approdato
dopo una
lunga esperienza internazionale nell’IT, in particolare in
Ibm e Microsoft. In questa intervista, il manager illustra il suo
pensiero sul legame virtuoso fra IT e business, e spiega
l’impegno di Hp per far crescere le aziende
italiane.

Come è cambiato – in questi anni – il ruolo
dell’ICT, in particolare rispetto all’innovazione
di business? All’interno delle imprese clienti, quali
cambiamenti organizzativi, per le direzioni ICT, presuppone
questo ruolo sempre più strategico? E affinché questo ruolo
di driver di innovazione si realizzi, quali requisiti e
competenze, deve avere la direzione ICT?

Le aziende IT devono giocare un ruolo essenziale nel
processo di riqualificazione della leadership del nostro
Paese. In questa
direzione l’ICT
rappresenta un motore di crescita ineguagliabile che, unito
alla diffusione della cultura tecnologica e alla conoscenza
delle potenzialità che l’ICT stessa offre al business,
migliora i processi e sostiene crescita e competitività del
tessuto imprenditoriale. Le tendenze di mercato hanno
sottolineato l’importanza di un approccio non più
orientato all’offerta ma alla domanda e che presuppone
da parte delle aziende e dei protagonisti del settore una
conoscenza specifica delle dinamiche di mercato e delle
esigenze di business. Affinché la tecnologia possa realmente
giocare un ruolo di spinta all’innovazione e alla
crescita, è essenziale che sia allineata al singolo contesto
aziendale e in grado di adeguarsi dinamicamente a specifiche
necessità e caratteristiche. In quest’ottica le
aziende IT devono in maniera imprescindibile analizzare il
mercato, approfondirne le dinamiche,

interpretarne i bisogni e soprattutto condividere
esperienze organizzative e di processo. A livello
organizzativo questa visione presuppone la necessità di una
‘governance’ efficace dell’IT da parte dei
CIO, ovvero l’esigenza di garantire gestione e
controllo dei processi IT allineandoli agli obiettivi di
business, e sottolinea come l’IT non sia più una
semplice funzione di supporto, ma rappresenti una vera e
propria unità di business, che contribuisce concretamente al
successo dell’azienda. In quest’ottica si
richiede sempre più al CIO la capacità di
“governare” l’IT in qualità di Business
Technology Officer, attraverso relazioni sempre più
integrate con il vertice e le differenti Direzioni di
Business; questo consentirà al Business Technology Officer
di estendere la propria influenza ed efficacia
all’interno di tutte le Funzioni, per allineare le
scelte tecnologiche con quelle di organizzazione, risorse
umane e controllo di gestione. Questo approccio va però
accompagnato e sostenuto da una grande attenzione allo
sviluppo
di efficaci programmi di formazione che
mirano a sviluppare le competenze e valorizzare i talenti,
per creare sinergie, condividere la conoscenza, sviluppare
progetti vincenti e, quindi, creare le condizioni ideali per
un reale processo di innovazione.

Qual è il ruolo dei fornitori di tecnologia, e
di Hp in particolare, nel supportare il processo di
innovazione del business tramite le ICT? Come questo
cambiamento di ruolo ha impatto sull’approccio al
mercato dei servizi ICT e sulla relazione con i
clienti?

Sempre più spesso le aziende affrontano il problema di
come trasformare le infrastrutture tecnologiche in ambienti
agili, efficienti sotto il profilo energetico e dei costi, ma
tuttavia capaci di sostenere la crescita. Si trovano così
nella situazione di dover far fronte a differenti esigenze:
una crescita esponenziale della quantità di dati non sempre
supportati da sistemi tecnologici innovativi; una

pressione sempre maggiore sui CIO, cui è richiesto di
fornire più servizi a costi ridotti per mantenere il
vantaggio competitivo sul mercato, ma con budget sempre più
ridotti; e spesso un’infrastruttura IT ormai
“matura” e onerosa in termini di costi di
manutenzione e consumi energetici. Ad esempio, una recente
ricerca condotta per conto di Hp rivela che più di un terzo
dei Chief
Information Officer ritiene che nel
giro di due/cinque anni i propri data center non saranno più
in grado di soddisfare la richiesta in rapida crescita di
servizi e applicazioni business. Emerge quindi
l’esigenza di trasformare l’ambiente tecnologico
e di introdurre data center di prossima generazione in grado
di garantire elevati livelli di automazione, flessibilità e
una visione unica dell’ambiente IT. Infatti, in questo
modo, e grazie alle tecnologie di virtualizzazione e ai
processi di consolidamento delle infrastrutture, le aziende
possono ridurre i consumi energetici, risparmiare sui costi
di gestione dell’IT e riallocare le risorse rese
disponibili in attività strategiche per il business. Le
nostre soluzioni consentono alle aziende di gestire le
informazioni in modo più efficace anche nell’ottica di
decisioni di business. Il nostro obiettivo è essere il
player ideale per supportare le aziende nella gestione e
trasformazione della loro ambiente tecnologico, fornendo
quegli strumenti tecnologici e le strategie necessari per
affrontare le principali iniziative in ambito data center:
efficienza energetica, virtualizzazione, automazione,
consolidamento e business continuity.

In tema di sourcing e internazionalizzazione
quali sono i principali trend che lei vede nel settore dei
servizi in outsourcing e quali i punti di forza su cui
sviluppate la proposta per i vostri clienti? In che modo
l’internazionalizzazione, le possibilità di global
sourcing e la delocalizzazione dei centri servizi hanno
influenzato il vostro modello di offerta?

Le nuove dinamiche di mercato legate allo scenario
competitivo globale spingono le imprese a implementare
strategie e modelli di business per guidare
l’innovazione e il cambiamento. In quest’ottica,
le scelte di outsourcing rappresentano delle opportunità
importanti da cogliere poiché consentono alle aziende di
dotarsi di maggiore flessibilità, attraverso il contributo
di player specializzati, e di attivare un processo di
trasformazione che garantisca un vantaggio competitivo e il
raggiungimento degli obiettivi di business. Contestualmente
è sempre più forte l’esigenza delle aziende di
gestire il loro IT in un ambiente multi-sourcing, dove
riuscire ad avere il meglio da player specializzati. In
questo contesto diviene sempre più rilevante mettere in
campo forti processi di “governance”, che
permettano ai nostri clienti di mantenere il controllo
integrato dell’IT e contestualmente

valutare “upfront” dal punto di vista IT
gli impatti su decisioni di business. La crescente
internazionalizzazione e i processi di fusioni ed
acquisizioni in differenti segmenti di mercato, favoriscono
il ricorso a servizi di outsourcing quale leva fondamentale
per la flessibilità e il supporto all’innovazione. Di
conseguenza, cambiano anche i nostri modelli di offerta
altamente personalizzati definiti non più secondo
valutazioni economiche, ma sviluppati per rispondere in
maniera sempre più puntuale e completa alle esigenze dei
clienti. Un esempio significativo è il recentissimo
contratto di outsourcing di sette anni firmato con Unilever
per la
gestione della sua infrastruttura
tecnologica in America, Asia, Africa, Turchia e Medio
Oriente. Grazie infatti all’infrastruttura di Hp
progettata per adattarsi rapidamente alle mutevoli esigenze
di business di Unilever, l’intero ambiente IT del
gruppo e i servizi dei suoi clienti in Asia-Pacifico, Africa,
Turchia e Medio Oriente saranno standardizzati, virtualizzati
e ottimizzati, garantendo così la riduzione dei costi e
facilitando l’integrazione di nuove applicazioni. La
vera sfida per noi è la capacità di offrire elevati livelli
di qualità del servizio e di capacità di differenziazione
sul mercato, verticalizzando o segmentando l’offerta
per linea di prodotti/soluzioni. Oltre ad analizzare la
predisposizione del cliente, e anche la sua omogeneità
culturale in un’ottica di delocalizzazione, tendiamo a
privilegiare lo sviluppo di progetti di medio e lungo termine
per consentire un’adeguata fase di start up e
un’efficace implementazione delle soluzioni. Il
processo di sourcing, infine, è strettamente legato e
condizionato dall’esigenza di gestire i servizi IT da
localizzazione geograficamente remote, con una conseguente
tendenza alla centralizzazione dei sistemi informativi
aziendali; infatti la razionalizzazione e il consolidamento
delle risorse consentono di ridurre i costi e uniformare i
servizi.

HP ha nel campo RFId diversi ruoli, ed è una
delle poche aziende al mondo che può vantare questa
posizione: utente, sviluppatore di tecnologia ed innovatore,
solution provider. Come vedete da questa posizione
privilegiata l’evoluzione di questa tecnologia? Quali
sono gli ambiti applicativi che si stanno realmente
affermando?

L’RFId trova oggi ampia applicazione in contesti
eterogenei e diversificati, dall’industria alla
distribuzione, dalla pubblica amministrazione ai servizi per
il cittadino, e offre importanti benefici anche direttamente
al consumatore finale. Se pensiamo, ad esempio, alla PA,
diversi settori trarranno vantaggi dall’introduzione
della tecnologia RFId: in particolare, il settore Sanità è
uno degli ambiti in cui questa tecnologia si sta rivelando
più vantaggiosa, in quanto consente una migliore gestione
dei dati sensibili dei pazienti e della loro sicurezza
clinica e una più efficiente tracciabilità a livello
trasfusionale. Le applicazioni sono molto ampie

e possono essere raggruppate in base alla funzionalità
percepita dagli utilizzatori e alla loro destinazione
d’uso, anche se la logistica e il trasporto merci
rappresentano sicuramente uno fra i più interessanti ambiti
applicativi di queste tecnologie. L’evoluzione
tecnologica in atto anche in questo settore segue i parametri
generali del mercato, ovvero riduzione dei costi e aumento
delle prestazioni. In tal senso, i principali trend evolutivi
che stiamo riscontrando direttamente sul campo sono la
standardizzazione degli apparati di trasmissione e dei tag
secondo le norme mondiali ISO, per favorire
l’interoperabilità tra
differenti
fornitori, l’ottimizzazione delle tradizionali
tecnologie di produzione dei chip e lo sviluppo di nuove
tecnologie di
produzione dei componenti
elettronici. Certamente come Hp rappresentiamo un
“osservatorio privilegiato” per questi trend
evolutivi: infatti a livello internazionale abbiamo una delle
supply chain più complesse del mondo e siamo stati tra i
primi a introdurre l’RFId nei nostri stabilimenti (con
30 siti oggi operativi). Siamo direttamente impegnati per
supportare le aziende italiane nell’innovazione della
supply chain e attraverso un’elevata competenza
maturata internamente e nelle esperienze industriali italiane
e europee, abbiamo inoltre laboratori RFId italiani (in
collaborazione con Intel, Politecnico di Milano e Indicod
ECR) e una costante attività di ricerca e sviluppo in ambito
nanotecnologia e RFId. Grazie al centro di competenza RFId
(RFId Solution Center di Peschiera Borromeo), siamo in grado
di sostenere l’esperienza progettuale di un cliente,
dall’analisi dei requisiti alla definizione di un
business case, allo studio di fattibilità tecnologico e di
processo fino alla realizzazione e integrazione del sistema
finale. L’RFId Solution Center è il primo esempio di
centro di competenza RFId completo in Italia creato insieme a
Intel e Politecnico di Milano in grado di associare
competenze gestionali e tecnologiche, ricerca universitaria e
consulenza aziendale, per creare soluzioni nei diversi
settori e ambiti applicativi. Hp sostiene a livello globale
le proprie attività di ricerca e sviluppo attraverso gli Hp
Labs, polo di ricerca che opera con centri dislocati in tutto
il mondo per sviluppare nuove tecnologie in grado di
influenzare il mercato e favorire nuove possibilità di
business. Un esempio di tecnologia innovativa sviluppata dai
Labs è il Memory Spot – chip wireless che “mette in
contatto” mondo digitale e fisico. Il chip
sperimentale, sviluppato dal team di ricerca “Memory
Spot” degli Hp Labs, è un dispositivo di memoria
basato su tecnologia CMOS – architettura per circuiti
integrati ampiamente utilizzata e dai bassi consumi – con
dimensioni inferiori anche a quelle di un chicco di riso (dai
2 ai 4 millimetri quadrati) e con antenna integrata. Questo
piccolo chip – che non ha eguali in dimensioni,
capacità di memoria e velocità di accesso ai dati –
è applicabile o inseribile su qualunque oggetto per rendere
disponibili informazioni e contenuti oggi diffusi in via
quasi esclusiva su dispositivi elettronici o Internet. Fra le
molte potenziali applicazioni del nuovo chip ci sono la
memorizzazione dei dati sanitari sul braccialetto dei
pazienti ricoverati in strutture ospedaliere,
l’inserimento di contributi audiovideo su foto e
cartoline, la lotta alla contraffazione nel settore
farmaceutico e la sicurezza di documenti
d’identità.

Cosa fa Hp per supportare il trasferimento
dell’innovazione
tecnologica
verso le aziende
italiane?
Come vi muovete per
aiutarle a innovare
ed essere
competitive?

Credo nell’equazione IT=Innovazione= Crescita di
Business. Il dato ci è offerto dalle PMI che, nonostante la
crisi congiunturale, sono quelle che ad oggi continuano ad
avere bilanci in positivo e ad aumentare il loro fatturato in
esportazione. Se analizziamo queste organizzazioni, vediamo
che nelle stesse gli investimenti in IT sono cresciuti
generando le innovazioni necessarie a creare un prodotto di
qualità o a modernizzare processi produttivi o gestionali.
Questa è la dimostrazione concreta che, per creare sviluppo
e rilanciare la competitività del nostro sistema economico,
l’IT deve entrare nel cuore del business aziendale,
diventandone parte integrante e trasformandosi in ciò che Hp
e gli analisti chiamano oggi Business Technology. Per fare
ciò è necessario favorire lo sviluppo di una cultura
dell’innovazione a tutti i livelli e la comprensione
che le tecnologie informatiche aiutano le aziende a
sviluppare questo processo e, quindi, il loro business. Il
valore di Hp risiede nell’ampiezza della propria
offerta, nelle competenze altamente consolidate e nella
capacità di costruire soluzioni personalizzate capaci di
soddisfare le esigenze specifiche di tutti i clienti. Per
citare ancora le PMI, tessuto strategico del nostro sistema
economico che secondo un rapporto AMI-Partners
(“2007-08 WW Medium Business IT Infrastructure Market
research” – 4 Feb. 2008) per più del 60% sta
pianificando di investire in particolare nelle tecnologie di
customer relationship management e secure access management,
ci proponiamo di offrire loro servizi e soluzioni su misura
come le più recenti sviluppate priorio in questi due ambiti
e che permetteranno loro di godere dei vantaggi prima
riservati alle grandi aziende. In questo senso, lavoriamo su
due fronti, sviluppando la nostra offerta e operando a
stretto contatto con il canale, ossia con la rete dei nostri
partner che ci consentono una presenza capillare sul
territorio. Il canale è l’anello di congiunzione tra
Hp e il mercato, in grado di guidare l’innovazione
delle PMI con prodotti, soluzioni e servizi a valore .
Recentemente, un rapporto Assinform ha evidenziato come,
oltre alle aziende e alle PMI in particolare, anche le
famiglie italiane non rinunciano alla tecnologia nonostante
la crisi. La domanda di ICT, infatti, è più che raddoppiata
negli ultimi tre anni. Purtroppo, questa crescita
nell’adozione dell’IT da parte dei cittadini e
delle imprese non ha sinora coinvolto anche il settore
pubblico. Gli investimenti in IT diminuiscono e ciò sta
causando un divario sempre più incolmabile con
l’estero. Fino a quando gli investimenti e gli sforzi
per favorire l’innovazione non saranno portati avanti a
livello di sistema paese – attraverso una e-governance
forte, investimenti della PA, semplificazione dei processi
burocratici, digitalizzazione – le aziende italiane,
siano esse grandi o PMI, incontreranno molti ostacoli nella
competizione in un mercato sempre più globale.

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