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La gestione sostenibile dell’energia è ancora poco digitale

La seconda edizione del Digital Energy report ha mappato ben 353 progetti in Italia legati alla gestione sostenibile dell’energia. Ma nella grande maggioranza dei casi le tecnologie digitali giocano un ruolo marginale

Pubblicato il 15 Feb 2019

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In Italia c’è ancora molto da fare per una gestione sostenibile dell’energia da un punto di vista digitale: è questa la principale indicazione che arriva dalla seconda edizione del Digital Energy Report, redatto dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano. Il punto di partenza dello studio sono i 353 progetti legati alla gestione sostenibile dell’energia  messi in campo nelle prime 15 città smart (Milano, Bologna, Venezia, Firenze, Torino, Padova, Bergamo, Vicenza, Reggio Emilia, Trieste, Modena, Ravenna, Rimini, Trento e Genova): solo una minima parte sfrutta appieno le moderne tecnologie digitali. Inoltre, nei progetti in atto appare ancora limitata l’integrazione di tutti gli attori pubblici e privati del sistema. Più precisamente, dei 353 progetti mappati relativi al comparto energia, il 28% sono riconducibili all’ambito environment, il 40% alla mobility e il 32% al living. Da un punto di vista tecnologico, ben il 74% è definito analogico, cioè senza la presenza di soluzioni digitali, il 21% è digital-enabled e appena il 5% può essere considerato veramente digitale. Un po’ a sorpresa le grandi città presentano pochi progetti digital, generalmente sotto il 10%, mentre quelli digital-enabled sono il doppio o il triplo. Ciò potrebbe indicare che realtà come Milano, Firenze e Torino, ma anche Modena, Rimini o Reggio Emilia tra le piccole, stanno preferendo adottare un approccio graduale.

Investimenti esigui

Altro punto dolente della ricerca riguarda l’esiguità degli investimenti: complessivamente si parla di poco più di 47 milioni di euro, di cui il 52% in ambito environment, mentre la mobility pesa per il 30% e il living appena per il 18.  Cifre che appaiono davvero limitate rispetto agli investimenti che le aziende privati stanno portando avanti su soluzioni e tecnologie abilitanti la digital energy in ambito urbano. D’altro canto, però, non tutto il quadro deve essere visto in maniera negativa: c’è stata una crescita importante, soprattutto nell’ultimo triennio, del numero di progetti di digital energy a livello di città, con una maggiore attenzione alla varietà degli ambiti contemporaneamente interessati, nonchè un primo timido affacciarsi di esperimenti di community. Una crescita che ha riguardato anche gli esempi di applicazione di tecnologie digitali di seconda generazione, dallablockchain ai big data & analytics.

Le opportunità della Blockchain

La blockchain, in particolare, è una tecnologia che può assicurare una serie di vantaggi in ambito energetico: tra questi la sicurezza, la decentralizzazione, la trasparenza, l’efficienza e la velocità. Attraverso gli smart contract può essere attivato il pagamento in tempo reale, eliminando i costi relativi alla fatturazione e ai mancati pagamenti. Oppure le criptovalute basate sulla blockchain potrebbero essere utilizzate per effettuare il pagamento dell’energia consumata. Questa tecnologia potrebbe anche facilitare lo sviluppo di piattaforme decentralizzate per la vendita di commodity energetiche, incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili, automatizzare il processo di emissione dei certificati verdi, facilitare la vendita di energia elettrica P2P e la creazione di microgrid.

Città più efficienti grazie ai Big Data

Forse ancora più dirompenti sono le potenzialità offerte dall’utilizzo intensivo delle soluzioni di Big Data & Analytics nel settore energetico: il consumo domestico e aziendale di elettricità potrebbe essere ridotto considerevolmente con l’utilizzo di data platform, incentivando l’adozione di comportamenti più consapevoli da parte dei residenti e aumentando l’efficienza energetica delle aziende. Anche in ambito mobility, la diffusione degli smart street lighting, ovvero l’installazione di “pali smart” con sensori per il monitoraggio ambientale, la gestione del flusso luminoso, il rilevamento del traffico veicolare/pedonale, potrà permettere la raccolta di una grande quantità di dati che consentiranno di proporre ai cittadini una gamma sempre più ampia di servizi, tra cui un migliore funzionamento del trasporto pubblico.  Inoltre, le piattaforme dati consentiranno di individuare agevolmente perdite idriche e intervenire prontamente, rendendo anche più efficiente la raccolta dei rifiuti urbani e supportando lo sviluppo di smart district, quartieri a basso impatto ambientale.

La necessità di una cabina di regia

“Le soluzioni mappate sono quelle che hanno visto un’azione di regia esplicita da parte della città analizzata – ha commentato Vittorio Chiesa, Direttore dell’Energy & Strategy Group -. E’ evidente come vi siano molto maggiori investimenti in tecnologie per la digital energy da parte dei privati e delle imprese sul territorio. Pur tuttavia, una cosa è dotarsi di soluzioni e tecnologie di digital energy in maniera indipendente e autonoma, altro è integrarle con una forma di regia, con l’esplicito obiettivo di offrire un servizio che migliori l’efficienza energetica della comunità. Il quadro che esce non è roseo, ma va interpretato come uno stimolo ad aumentare gli investimenti coordinati e a integrare quanto fatto dai privati”.

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