L’SMS è morto? Viva l’SMS! Il fatto che la stragrande maggioranza degli utenti abbia ripiegato sulle chat e sulle piattaforme di instant messaging per le proprie comunicazioni private potrebbe far pensare che il vecchio Short Message Service, per anni vera e propria gallina dalle uova d’oro per le telco, sia caduto in disgrazia. Niente di più sbagliato. L’SMS rappresenta ancora una delle soluzioni più rapide, economiche e affidabili quando si tratta di gestire milioni di notifiche push sia in ambito direct marketing sia soprattutto per quanto riguarda il CRM: basti pensare agli avvisi che gli operatori telefonici inviano per avvisare i clienti dell’avvicinamento alla soglia di traffico dati disponibile per determinate opzioni tariffarie o alle conferme di transazioni autorizzate tramite carta di credito ovvero come servizio associato ai pagamenti digitali.
Per avere una dimensione del fenomeno in Italia, si può consultare l’ultimo rapporto stilato da Ubiquity, operatore specializzato in servizi mobile professionali, sul ruolo dell’SMS nel settore finanziario. Attingendo ai dati relativi a venti istituti bancari, l’indagine sottolinea che nel 2015 il mercato è cresciuto del 31% rispetto all’anno precedente, con 725,5 milioni di messaggi inviati. Non è dunque un caso se la posizione di Ubiquity si è rafforzata a tal punto da aver intrapreso un percorso di espansione internazionale che l’ha portata recentemente ad acquisire il 51% di Solutions Infini, realtà indiana attiva nello stesso settore ma di dimensioni assai maggiori. Dall’integrazione delle due società dovrebbe nascere nel 2019 (quando Ubiquity avrà la facoltà di esercitare l’opzione sul 100% della quota azionaria) una multinazionale da oltre 60 milioni di dollari, 200 dipendenti e dieci sedi a cavallo di Europa (Italia, Svizzera e UK) e Asia (India, per l’appunto, ed Emirati Arabi). Da sola nel 2015 Ubiquity ha generato un giro d’affari da circa 14 milioni di dollari, mentre per l’esercizio in corso la previsione di fatturato è di oltre 25 milioni.
Ubiquity, che è nel programma Elite di Borsa Italiana (con l’avvio del processo di quotazione previsto per l’anno prossimo), è stata supportata nell’operazione da Unicredit in veste di advisor finanziario e hedging bank. InteQuant Advisors ha invece sostenuto Solutions Infini. Sul fronte legale, Khaitan & CO and Legance hanno seguito l’operazione per conto di Ubiquity, mentre J. Sagar Associates è stato il consulente della società indiana.
«Questa operazione si inserisce in un percorso più ampio di internazionalizzazione che abbiamo previsto per la nostra società», spiega in una nota Dario Calogero, fondatore e CEO di Ubiquity. «Con Solutions Infini poniamo le basi per entrare nel mercato asiatico. Inoltre, grazie alle sinergie tra le due soluzioni, allargheremo la nostra offerta per accrescere la presenza di Ubiquity in Italia e in Europa. La recente apertura in Svizzera di Ubiquity International SA, con sede a Lugano, è funzionale a questo percorso parallelo».
L’acquisizione non rappresenta solo una manovra di espansione territoriale, ma anche un pretesto per ampliare la gamma delle soluzioni in portafoglio a settori differenti da quelli fino a questo momento presidiati. Ubiquity, infatti, in Italia è specializzato come detto nel settore finanziario, mentre Solutions Infini lavora prevalentemente a fianco del comparto enterprise. Inoltre, il gruppo integrerà una piattaforma di servizi voce, che lo porterà a essere tra le principali società al mondo capaci di erogare offerte di messaggistica su tutti i canali (e-mail, SMS e per l’appunto voce).