Consip è la società per azioni del Ministero
dell’Economia e delle Finanze (MEF) che lavora al
servizio esclusivo delle pubbliche amministrazioni, con la
missione di gestire il Programma per la razionalizzazione degli
acquisti nella Pubblica Amministrazione italiana e di
sviluppare i sistemi informativi del Ministero. Con Danilo
Broggi, che guida l’azienda, parliamo di innovazione
nella PA e dei risultati ottenuti in questi ultimi anni grazie
all’eProcurement e all’innovazione.
Il tema dell’innovazione della PA e del
recupero di efficienza è da tempo al centro
dell’attenzione dei vari Governi che si sono succeduti in
Italia, tuttavia la strada appare ancora lunga. Qual è la sua
vision, in questo momento, sullo scenario
italiano?
Molto spesso, in questi anni, mi è capitato di ascoltare
considerazioni profondamente diverse in merito alla Pubblica
Amministrazione italiana e altrettanto spesso con accezioni non
molto positive: un settore da riformare, con servizi
inefficienti, caratterizzato da lentezza congenita ed eccessiva
burocratizzazione. Ritengo che questo non sia del tutto vero.
La mia esperienza è che esistono tanti casi di eccellenza in
cui le amministrazioni si dimostrano moderne ed efficienti, a
volte quanto il settore privato o addirittura di più, anche se
– ed è questo, ritengo, il nodo della questione –
si tratta pur sempre di casi, appunto, non di
regola. Cosa è mancato fino ad oggi? Innanzitutto una logica
di aggregazione fra queste eccellenze, per mettere a fattor
comune le competenze disperse e renderle competenze diffuse da
far assurgere a standard da promuovere in tutta la Pubblica
amministrazione. A monte, però, la carenza che rilevo
è di una “cultura della modernizzazione”
attraverso l’ICT. Cultura della modernizzazione
intesa come capacità di comprendere a fondo i meccanismi che
regolano il processo di cambiamento nella P.A., di cogliere le
opportunità insite nell’evoluzione
dell’organizzazione e dei processi attraverso l’ICT
e assegnare loro un ruolo centrale e strategico.
Valorizzando questa cultura la Pubblica Amministrazione
italiana può ambire a diventare motore del cambiamento e della
modernizzazione di tutto il sistema Paese.
Che rapporti avete con altri organismi impegnati
in questo ambito, quali il Cnipa?
Consip ha sviluppato proficui rapporti di collaborazione
e sinergie con il Cnipa che hanno portato alla realizzazione di
iniziative concrete e già operative. Una di queste è la
costituzione dell’Osservatorio sui prezzi delle
forniture ICT, uno strumento estremamente importante per
analizzare le modalità con cui le amministrazioni si muovono
nel mercato dei beni e servizi IT, che ha
l’obiettivo di mettere a disposizione di tutte le PA uno
strumento trasparente per far conoscere i prezzi e indirizzarle
verso un approccio più consapevole all’acquisto.
L’altra iniziativa già avviata riguarda
l’ambito della sicurezza contro gli attacchi telematici e
gli incidenti informatici. Ricordo che, nel 2007, Consip è
stata il primo soggetto in ambito pubblico ad attivare
l’Unità Locale di Sicurezza, di cui devono dotarsi tutte
le pubbliche amministrazioni aderenti al Sistema Pubblico di
Connettività (SPC). Proprio in virtù dell’esperienza e
della competenza maturata nel settore, Consip insieme al Cnipa
ha lavorato alla realizzazione di
un“pacchetto software” chiamato
“RIM”, ossia Risorse per l’Incident
Management, che aiuterà le P.A. nelle attività di
monitoraggio, protezione, assistenza e ripristino dei sistemi
informatici in caso di attacchi o incidenti. Si tratta del
principale risultato del progetto pilota sulla sicurezza
informatica che Cnipa e Consip stanno conducendo insieme da
quasi due anni.
Qual è oggi nella PA italiana il ruolo degli
strumenti di eProcurement, quali aste e gare online, mercati
elettronici e cataloghi online, negozi elettronici per
l’accesso alle convenzioni?
Sono sempre di più le amministrazioni pubbliche che
hanno compreso i vantaggi dell’e-procurement
e i dati sull’utilizzo degli strumenti messi a
disposizione da Consip stanno a testimoniarlo. Nel solo
2008, fra convenzioni e Mercato elettronico della Pubblica
Amministrazione, sono stati effettuati acquisti per 2,7
miliardi di euro. Cresce notevolmente anche
l’uso delle modalità strettamente elettroniche di
acquisto dei beni e servizi, cioè gli ordini on-line sui
negozi elettronici che sono aumentati del 110%
nell’ultimo anno e si sono triplicati nell’ultimo
triennio, tanto che oggi un ordine su tre in convenzione viene
effettuato con questa modalità. L’e-procurement
viene percepito sempre più dalle amministrazioni come un
grande vantaggio per i rilevanti benefici che porta.
Benefici che non sono limitati al risparmio sui prezzi unitari
d’acquisto, ma risiedono soprattutto nella
semplificazione e nella riduzione dei tempi del processo
d’acquisto; nella riduzione degli oneri di gestione gare
(es. contenzioso, pubblicazione bandi sui quotidiani); nella
massima trasparenza e facilità nel monitoraggio della spesa
pubblica, grazie alla possibilità di tracciare gli atti
d’acquisto. A questo si aggiunge anche un aspetto che
chiamerei “culturale”: la crescita professionale
del personale addetto agli acquisti, che da un lato viene
formato all’utilizzo di strumenti innovativi, e
dall’altro – grazie al rilevante risparmio di tempo
dovuto alla digitalizzazione del processo d’acquisto –
può concentrarsi su attività a più alto valore aggiunto,
come l’analisi della domanda e dei fabbisogni o il
monitoraggio dei contratti di fornitura.
Qual è in questo contesto il ruolo di Consip e
il suo modello di intervento?
Consip riveste un ruolo rilevante nello sviluppo
dell’eProcurement in Italia, in virtù
delle competenze e delle
esperienze maturate. Il suo impegno si snoda in varie
direzioni. Prima fra tutte, il consolidamento degli
strumenti di eProcurement già realizzati e la sperimentazione
di nuove iniziative, nell’ottica di una maggiore
differenziazione dell’“offerta” in base alle
diverse esigenze di acquisto di soggetti differenti. A questa
si aggiunge l’attività per favorire lo sviluppo
complessivo dell’eProcurement nazionale e la
realizzazione di un sistema a rete degli acquisti pubblici, in
sinergia con le Centrali regionali d’acquisto già
esistenti o in via di costituzione. Infine, importanza
crescente riveste il supporto fornito dall’azienda alle
singole amministrazioni pubbliche per la realizzazione di
iniziative di razionalizzazione dei processi d’acquisto.
Per fare ciò, Consip opera secondo un modello del tutto
peculiare nel panorama della P. A., agendo – con intensità e
modalità diverse – sulle differenti fasi della “catena
del valore” dei processi di acquisto sviluppati con
l’ausilio delle nuove tecnologie. In particolare, nella
progettazione delle iniziative, Consip concentra la sua
attenzione su funzioni fondamentali che sono a
monte del processo di acquisto vero e proprio
– l’analisi dei fabbisogni della P.A., lo studio dei
mercati, la definizione delle strategie di acquisizione dei
beni e servizi, la strutturazione e la realizzazione delle gare
e l’offerta di strumenti infotelematici a supporto degli
acquisti della P.A. – o a valle, ad
esempio il monitoraggio delle forniture. Al mercato della
fornitura, con cui Consip lavora in stretta interazione secondo
logiche di collaborazione continua, è “lasciato”
il momento della fornitura, per cui la conclusione del
contratto d’acquisto vero e proprio avviene in un
rapporto diretto fra amministrazione e fornitore individuato da
Consip.
Quali sono i principali successi fin qui ottenuti
e i principali progetti su cui Consip sta al momento
lavorando?
I risultati sono tanti. Alcuni sono misurabili, ad
esempio i risparmi di prezzo e sui costi di processo
che le pubbliche amministrazioni possono ottenere sugli
acquisti grazie agli strumenti Consip, stimabili in
circa tre miliardi di euro l’anno; oppure il già citato,
notevole incremento nell’utilizzo
dell’e-procurement nella P.A. Altri ancora sono meno
misurabili, ma possono essere riassunti nel
riconoscimento di Consip, a livello nazionale e
internazionale, come centro di competenze e punto di
riferimento per progetti ad alto valore aggiunto
nell’ambito dell’e-government e
dell’eprocurement e nel livello di soddisfazione
degli utenti dei nostri servizi, che è in continua crescita.
Per il futuro, nell’ambito degli acquisti pubblici,
l’attenzione sarà focalizzata specialmente sul
consolidamento dell’utilizzo di nuovi strumenti di
approvvigionamento, in particolare l’Accordo Quadro, in
grado di rispondere in modo ancora più puntuale alle esigenze
specifiche delle amministrazioni. Questo ci consente di avere a
disposizione un ulteriore strumento per poter affrontare al
meglio nuovi mercati e nuove merceologie; penso in particolare
alla spesa specifica del settore sanitario, che finora è stata
affrontata solo in maniera marginale da Consip e che
costituisce un aggregato di notevole entità, in cui i margini
per una razionalizzazione sono ancora molto ampi. Infine,
proseguiremo nel consolidamento del “Sistema a
rete”, con le centrali regionali d’acquisto; finora
abbiamo chiuso accordi di collaborazione per lo sviluppo dei
sistemi locali di e-procurement con quattro regioni (Abruzzo,
Basilicata, Lazio e Toscana), e a breve definiremo intese con
altre regioni.
Il lavoro oggi è sempre più lontano dalle
scrivanie e senza vincoli di luogo e orario, grazie al supporto
delle tecnologie di Mobility che stanno prendendo sempre più
piede. Qual è, a suo modo di vedere, l’applicabilità di
questi nuovi modelli organizzativi nella PA
italiana?
Trascurando le questioni strettamente
“contrattuali”, non proprio chiarissime su questo
tema, a livello tecnologico oggi ci sono tutti gli strumenti
per svolgere il proprio lavoro in modalità differenti rispetto
al passato. Cito un caso su tutti che riguarda direttamente
Consip, quello della videoconferenza. Oggi esistono sistemi
efficaci, che Consip offre alle P.A., da utilizzare per
riunioni, incontri e attività di formazione a distanza. Questa
opportunità ha ricadute positive sia in termini ambientali sia
in termini economici: riduce le emissioni di gas di scarico
legate al trasporto delle persone e quindi contribuisce al
miglioramento della mobilità stradale e della sicurezza di chi
lavora. Tangibili sono poi i benefici sui bilanci delle
amministrazioni – indotti dalla riduzione dei costi di
trasferte – e sulla qualità del lavoro di gruppo
distribuito, grazie alla rapidità e flessibilità
nell’organizzazione di incontri di lavoro, alle
possibilità di costituire gruppi di lavoro fisicamente
distanti e di coinvolgere in tempo reale persone situate in
sedi diverse. Tuttavia sono situazioni che vanno valutate da
caso a caso e questo vale sia per il lavoro delle
amministrazioni, il back-office,
sia per l’offerta di servizi ai cittadini, il
front-office. È chiaro che molti
processi di lavoro e moltissimi servizi possono essere offerti
online o a distanza, ma credo ci metteremo ancora qualche anno
prima di poter davvero dispiegare in tutta la loro
potenzialità le tecnologie di mobility nella P.A.
Naturalmente, come Consip daremo il nostro contributo a questo
ulteriore passaggio culturale della P.A. italiana.