La passeggiata di Sergey Brin nella metro di New York con gli ‘occhiali intelligenti’ Google Glass, ripresa da tutti i principali media, ha risvegliato l’interesse per la realtà aumentata, in particolare per le sempre più numerose applicazioni per smartphone.
L’Italia fino a oggi non appare molto coinvolta, ma la lista dei big che stanno testando questa forma di comunicazione è sempre più lunga. Audi, Ikea, Chanel, Tissot e Lego sono i nomi più importanti di una tecnologia che va oltre la semplice comunicazione pubblicitaria, per sfondare anche in ambito education. Per esempio in una scuola del Texas viene utilizzata un’applicazione che permette di raccontare flora e fauna grazie all’augmented reality.
Non solo consumer
In ambito business, un esempio viene dall’austriaca Knapp, che ha realizzato una soluzione per il picking in magazzino. L’utilizzo di particolari occhiali guida gli addetti verso la merce da ritirare indicando anche dove portarla. Si tratta, in pratica, di una soluzione simile al voice picking che utilizza però la realtà aumentata.
Mitsubishi Electric e Metaio, invece, hanno sviluppato un’applicazione che funge da assistente di manutenzione, mediante il riconoscimento ottico di oggetti e la tecnologia della realtà aumentata. In questo caso l’App per iPad si sovrappone alla visione in tempo reale della fotocamera, fornendo le indicazioni per la manutenzione delle macchine. E il manuale di istruzioni finisce nel cestino.
Un mercato che sta per esplodere
Il cammino della tecnologia va di pari passo con la presenza sul mercato di smartphone abilitati. Un’indagine di Juniper Research stima che nel 2012 il valore del mercato sia arrivato a 82 milioni di dollari, che dovrebbero ‘esplodere’ a 5,2 miliardi nel 2017. Per quella data enterprise, multimedia & entertainment e i giochi saranno i settori più significativi di un mercato (location based, social networking, lifestyle & healthcare sono gli altri) che per svilupparsi deve però superare una serie di barriere che secondo Juniper riguardano la conoscenza da parte del pubblico, la realizzazione di user interface facilmente utilizzabili, e l’individuazione di mercati indirizzabili per questo tipo di tecnologia che si presta comunque a molti utilizzi.
Lavori in corso
Oltre a questo, è naturalmente necessario offrire valore ai consumatori, oltre a sicurezza e garanzia della privacy, e superare i limiti tecnologici approfittando del forte sviluppo delle connessioni mobili. Si tratta di ostacoli non insormontabili, ai quali si affianca la definizione di un valido modello di business. Incrementare la focalizzazione sui mercati verticali è il primo consiglio di Juniper. “Specializzarsi in un mercato – scrive il report – significa sviluppare funzionalità aggiuntive utili per quel particolare settore”. Altra possibilità di diversificazione arriva dal licensing della tecnologia per gli sviluppatori che potrebbero così arricchire il parco soluzioni a disposizione. Infine, c’è la strada seguita da Qualcomm, che ha migliorato decisamente il suo Sdk lavorando con key player di questa industria. L’obiettivo è di allargare i prodotti esistenti.
I ‘glass’ italiani
Nel frattempo si attende l’arrivo dei Google Glass che entro il 2015 dovrebbero generare il 3% dei ricavi della società, e si spera possa battere un colpo GlassUp, il progetto di Francesco Giartosio che a differenza di Google punta su una app del telefonino che passa i dati a una periferica, gli occhiali. L’obiettivo è di arrivare nei negozi a luglio 2013 con un prodotto da 350 euro.