Pontremoli, Dallara: la vera innovazione nell’IoT e nell’Industria 4.0? Impossibile se non si coltiva l’eccellenza del territorio

La strategia di Andrea Pontremoli, CEO e General Manager di Dallara Automobili, per costruire un ecosistema capace di competere a livello globale. “Dobbiamo puntare sulle nuove competenze, perché l’Industry 4.0 mette a nudo prima di tutto i gap formativi”

Pubblicato il 05 Gen 2017

Andrea Pontremoli, CEO, Dallara
Andrea Pontremoli, CEO, Dallara
Andrea Pontremoli, CEO, Dallara

L’innovazione è nulla senza forti radici nel territorio, che deve saper crescere di pari passo con le imprese che ospita. Non c’è organizzazione che possa crescere e prosperare se non strettamente connessa all’ecosistema in cui è inserita. Il marketing, negli anni, ha incanalato questa necessità nelle iniziative di Social Corporate Responsibility. Ma ci sono anche imprese che invece l’hanno impostata come filosofia fondante della propria attività. Dallara Automobili è una di queste aziende, e specialmente sotto la guida di Andrea Pontremoliche come il gruppo di Varano de’ Melegari (PR) è nato in Val di Ceno – sta scommettendo sulla costruzione di competenze e collaborazioni sul territorio per esaltarne le eccellenze a livello internazionale e trasformare la Motor Valley emiliana in un punto di riferimento per l’automobilismo mondiale. In questo movimento, le tecnologie digitali e soprattutto le applicazioni Internet of Things declinate sul piano dello smart manufacturing rappresentano il mezzo e l’orizzonte su cui sviluppare qualsiasi progetto  imprenditoriale e formativo.

L’Innovazione nasce dall’errore

L’innovazione nasce dall’errore: più posso sbagliare più sono innovativo. E il digitale ci permette di realizzare e utilizzare macchine per sbagliare a basso costo”, ha spiegato Pontremoli in occasione dell’evento ‘La via italiana all’Industry 4.0‘. L’evento, organizzato da Cisco in collaborazione con Internet4Things.it ed EconomyUp.it in qualità di media partner, si è tenuto proprio nella sede di Dallara Automobili. “Ho lavorato 27 anni in IBM per prepararmi a fare il lavoro di oggi, per riportare nel mio territorio quello che avevo imparato girando per il mondo”, ha detto Pontremoli. “La globalizzazione che tutti stiamo sperimentando forza a questa riflessione: da soli non si va da nessuna parte, ed essere competitivi sul piano globale significa valorizzare anche il territorio in cui si è inseriti. E lo si valorizza a partire dalle persone, attraverso la formazione”. Secondo Pontremoli, infatti, “l’Industry 4.0 mette a nudo prima di ogni altra cosa i gap formativi. Se non facciamo qualcosa per ridurli avremo molte meno possibilità di usare le nuove tecnologie al loro massimo potenziale. Perché le tecnologie vanno utilizzate dopo aver definito il proprio modello di business e che tipo di attività si vuole portare avanti. Le soluzioni digitali hanno infatti una caratteristica che rappresenta per le imprese un’arma a doppio taglio: accelerando grandemente il business, nel momento in cui il modello è fallimentare, portano le imprese a fallire prima”.

L’importanza della formazione

Andrea Pontremoli, CEO, Dallara
Andrea Pontremoli

Passando dalla teoria alla pratica, Pontremoli ha spiegato in che modo Dallara sta contribuendo a portare questa consapevolezza sul territorio. Sette anni fa, per esempio è partito un progetto di formazione da remoto per le scuole superiori che ha coinvolto 250 ragazzi della valle. “E abbiamo dimostrato che non è vero che studiare a distanza offre meno opportunità del frequentare fisicamente una struttura: agli esami chi ha partecipato al programma ha ottenuto mediamente un punteggio superiore rispetto a chi ha ricevuto una formazione frontale tradizionale”. È stata poi creata una classe ad hoc dedicata ai software CAD per formare 25 disoccupati in possesso di diploma. “Terminato il corso, tutti hanno trovato lavoro, e senza doversi spostare”, ha commentato Pontremoli”.

E il tema della formazione è al centro del programma Digitaliani di Cisco che ha fatto partire una importante collaborazione con il MIUR e che si colloca nel solco delle iniziative volte a favorire lo sviluppo delle competenze del Piano Industria 4.0 sia sotto il profilo della formazione didattica sia come sviluppo e promozione di case history.

Ora si sta venendo a formare un polo che esprime un sempre più forte impegno sulla formazione e sullo sviluppo di competenze, un polo che vede l’impegno anche di altre aziende della MotorValley emiliana dove operano marchi come Lamborghini, Ducati, Ferrari, Toro Rosso e Maserati. Un impegno questo che parte dalla consapevolezza che la concorrenza non è tra le imprese automobilistiche dell’Emilia Romagna o dell’Italia, ma la concorrenza è nel mondo, nelle aree di eccellenza motoristica come l’Oxfordshire in Gran Bretagna e della Baviera in Germania. E, come conclude Pontremoli, “il confronto tra le imprese a questo livello di innovazione si disputa ormai a livello di sistemi territoriali“.

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