Mobile marketing

Le best practice per far usare le App in negozio: da McDonald’s a Sephora

La Top 10 delle iniziative più riuscite, dal retail all’alimentare alla ristorazione, secondo il sito specializzato Mobile Commerce Daily. Vince chi crea connessioni con l’attualità, tra eventi sportivi ed entertainment, abbattendo le barriere tra digitale e fisico

Pubblicato il 08 Apr 2015

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Coinvolgimento del cliente senza l’inibizione dei distinguo tra barriere fisiche e digitali, e invito all’azione su iniziative specifiche, con un tocco di creatività. Sono questi i comuni denominatori che contraddistinguono la Top 10 delle attività di mobile marketing stilata dal sito specializzato Mobile Commerce Daily, che ha passato in rassegna in casi più interessanti – prevalentemente americani – del primo trimestre 2015. A cavallo tra ristorazione e retail, l’importante è creare connessioni con l’attualità, eventi sportivi e di entertainment in primis, oppure con esigenze specifiche dei clienti.

L’acqua minerale Perrier, per esempio, ha scelto di allearsi con Blippar, Tumblr e Ibotta per integrare contenuti brandizzati con attività all’interno dei negozi. Attraverso la app di Ibotta, i consumatori di Stop and Shop, per esempio, dopo aver partecipato a giochi, quiz o aver visto video promozionali sui prodotti, ricevono un coupon.

Brown-Forman invece, uno dei più importanti produttori americani di vino e liquori, si è focalizzata sul mondo search, intercettando le ricerche sulla celebre App Foursquare degli appassionati a caccia di locali dove assistere alle partite. In questo modo il gruppo, a cui fanno capo brand del calibro di Jack Daniels e Southern Comfort, è riuscito a posizionare messaggi specifici sui propri prodotti in relazione al tipo di esperienza offerta dalla location.

Passando all’ambito sportivo e più precisamente al basket, la catena di ristoranti Buffalo Wild Wings ha invitato le famiglie americane ad assistere ai match della lega NCAA, il torneo dedicato alle squadre universitarie, con attività social e” trivia” a cui è stato possibile accedere semplicemente digitando l’hashtag #WingsWidsom. L’intera campagna si è svolta in parallelo alle iniziative di comunicazione tradizionale in TV e sulle piattaforme digitali.

Anche Reese’s, brand del produttore di caramelle Hershey’s Company, ha creato engagement sulle semifinali dello stesso campionato di basket sia proponendosi come snack da sgranocchiare durante i match, con la pubblicazione di contenuti a tema su Facebook, sia chiedendo ai consumatori di comporre, sempre sul social network, un astuccio virtuale con i propri dolcetti preferiti, che avrebbe dato loro diritto a un buono del valore di 2 dollari.

Per entrare nel Guinness dei primati, Jack in the Box non ha invece avuto bisogno di performance atletiche. La catena di fast food ha infatti emesso il coupon più grande del mondo, uno striscione di 610 mq appeso a un palazzo di Los Angeles, che i passanti potevano fotografare per ottenere uno sconto presso uno dei qualsiasi ristoranti sparsi per la nazione, rigorosamente mostrando la foto sul proprio smartphone. Oltre a promuovere il nuovo panino Buttery Jacks Burger, l’operazione ha innescato un discreto “buzz” online, catturando anche l’attenzione di altri media.

Più prosaicamente, McDonald’s nel Regno Unito ha scelto di attrarre potenziali avventori (e prolungarne la permanenza nei locali) offrendo loro la possibilità di ricaricare le batterie dello smartphone attraverso la tecnologia wireless Aircharge. L’astuzia dell’operazione sta tutta nel non rivelare quali ristoranti sono abilitati, in modo da spingere i curiosi ad avvicinarsi e provare a caricare il telefono.

Sul fronte retail, gli store di abbigliamento e arredamento JC Penney hanno puntato sul nuovo film Disney, il live action di Cenerentola, per spingere i clienti a raccogliere punti per buoni sconto attraverso la scansione via telefono di codici a barre contenuti in speciali etichette a forma di scarpetta di cristallo sparse per tutto il negozio.

La seconda catena di grandi magazzini USA invece, e cioè Target, ha sperimentato in North Carolina la nuova piattaforma di loyalty, Redperks, con la quale i clienti guadagnano punti ogni volta che scansionano con l’apposita App un codice a barre all’uscita del negozio. Un meccanismo bidirezionale che permette al retailer di profilare gli acquisti.

Viggle e InMarket (rispettivamente attive negli ambiti delle raccolte premi e delle piattaforme beacon) hanno invece dato vita a una collaborazione che ha aiutato catene come Best Buy, Gap e Foot Locker a mettere in evidenza le promozioni facendo impennare l’utilizzo delle App per smartphone all’interno dei negozi, e soprattutto convincendo i clienti a non disinstallarle una volta usciti.

A proposito di beacon, infine, anche Sephora, la nota catena di profumerie, ha introdotto i beacon nei propri store per amplificare l’esperienza d’acquisto e sfruttare feste e ricorrenze per attivare offerte speciali personalizzate. Ma la App di Sephora agisce pure sul piano della realtà aumentata, per estendere la narrazione di alcuni brand (da Kat Von D a Laura Mercier) con video, GIF animate e recensioni di prodotti, tutti contenuti attivabili semplicemente posizionando lo smartphone vicino ai dispenser.

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