Da fenomeni come Industry 4.0, Open banking, Smart city, Smart home e Smart building, arrivano continue conferme alla tesi di chi sostiene che i dati sono il “nuovo petrolio“. «La vera ricchezza delle imprese è nella capacità di sviluppare conoscenza, di metterla in continua relazione con altro fonti, per valorizzarla e sfruttarla, sia per rendere più efficienti le attività di business “convenzionali“, sia per accelerare i processi di innovazione ed esplorare nuove forme di business». Per Marco Pozzoni, Country Sales Manager di NetApp Italia, quella dei dati è una sfida che le imprese devono vincere, a prescindere dalle dimensioni e dai settori, prima di tutto predisponendo delle soluzioni in grado di gestire questa nuova forma di ricchezza.
In concreto stiamo parlando di usare i dati per guadagnare vantaggio competitivo, ovvero di uno degli obiettivi primari per le aziende che affrontano con consapevolezza un percorso di digital transformation.
IoT, mobile, wearable, analytics e real time
Ma appare innanzitutto evidente che il punto di partenza è comunque complesso, a causa di alcun fattori che stanno cambiando radicalmente l’approccio alla gestione dei dati stessi. Innanzitutto con la diffusione sempre più ampia dell’Internet of Things, dei wearable, con i continui sviluppi del fenomeno Mobile e Social media la crescita nella produzione di volumi di dati è esponenziale e si salda con altri fattori come la necessità del real time (ad esempio sempre più importante nel mondo delle banche e del retail, ma adesso centrale anche nell’ambito delle imprese grazie all’Industria 4.0). I dati crescono poi non solo in volumi, ma anche in qualità e crescono le aspettative e le esigenze delle imprese che su quei dati stanno edificando il loro valore. Ecco che si arriva alla necessità di una risposta sempre più mirata e sempre più vicina ad esigenze che cambiano in funzione delle tipologie di creazione e di utilizzo dei dati stessi.
Superare la logica del silos per seguire le logiche IoT
«Occorre avere un approccio sempre più distribuito – osserva Pozzoni -, ed è necessario disporre di infrastrutture in grado di superare quando serve la logica dei “silos” che “vincola” i dati a un determinato contesto». E importante cercare di guardare al mondo datacenter con una prospettiva che NetApp ha denominato come Data Fabric e che è da intendere come lettura di tutto il tessuto connettivo per i dati che popolano i datacenter.
Per NetApp, dunque, la gestione del dato, il data management, è da considerare fattore di successo di un progetto IoT ed è supportata in questa convinzione dai risultati di una ricerca commissionata ad IDC proprio sul ruolo dei dati nei progetti IoT. Anche se il numero di piattaforme IoT implementate è ancora piuttosto contenuto, la stragrande maggioranza delle aziende interpellate (88% del campione) è consapevole che il data management è un fattore di successo determinante in un progetto IoT.
Un progetto IoT che richiede metodo e che, nella vision di NetApp, è suddivisibile in 4 fasi ben precise:
- il crossi linking, vale a dire il collegamento dei dispositivi,
- il monitoring,
- l’ottimizzazione,
- la nascita di nuovi servizi.
In questo momento, sulla base della visione di NetApp, la maggior parte dei progetti in corso è ferma al cross linking o al massimo arriva fino al monitoring, vale a dire alla parte “facile” del progetto. Più delicate sono le fasi di ottimizzazione, mentre la vera sfida inizia quando si tratta di sviluppare nuovi servizi, soprattutto perché entrano in gioco anche ulteriori elementi come il design thinking.
E se ci vuole metodo per la messa in opera di progetti IoT, metodo ci vuole anche nella raccolta dei dati, che poi è l’area focus di NetApp, che ha sviluppato un modello in 5 step:
- Collect/Raccolta
- Transport/Trasporto
- Store
- Analyze
- Archive
Queste fasi si muovono dall’IoT al Data Center, in una logica di Interconnessione, anche perché non si può non considerare che alcune analisi avvengono ad esempio a livello di Fog computing.
C’è un punto sul quale NetApp è chiara: l’IoT non è un “gioco da single player”. Nessuno è in grado di sviluppare e arrivare alla delivery di un progetto da solo.
Questo spiega la logica delle alleanze, dai cloud provider a chi sviluppa soluzioni e piattaforme ERP, nella quali la società è da tempo impegnata, indirizzando, in particolare, progettualità per i settori automotive, healthcare e manufacturing sia nelle fasi di ottimizzazione dei processi, sia in quelle di sviluppo di nuovi servizi, naturalmente partendo dai dati.
Il ruolo dell’hybrid cloud sul data management
Quanto alle soluzioni, NetApp si è focalizzata sul data management per il mondo dell’hybrid cloud con una proposition che semplifica la migrazione dei dati da e verso il cloud pubblico e consente di unificare i dati stessi attraverso ambienti on-premise e in cloud, liberandosi dalle logiche di silos.
L’approccio di NetApp è pragmatico e si fonda su alcuni asset chiave: in primis una forte convinzione dell’importanza del cloud ibrido, una strategia indirizzata sui Data Center di nuova generazione e una proposta software, oggi sostenuta anche da un approccio all-flash che sembra superare alcuni “limiti” del passato.
Nella gestione del dato, NetApp si focalizza sul concetto di Data Fabric, nella quale il data management avviene secondo logiche di sicurezza, usabilità, condivisibilità e possibilità di distribuzione in cloud.
Scalabilità e modularità con iperconvergenza
Una delle novità più recenti da parte di NetApp è rappresentata da HCI, un sistema iperconvergente di seconda generazione, pensato per essere scalabile e modulare e dunque in grado di aumentare capacità computazionali e di storage in base al bisogno. Si tratta di soluzioni all-flash, progettate sullo storage all-flash SolidFire così da offrire performance garantite, automazione, replica, data protection e servizi di alta disponibilità, disponibile in tre taglie: integrabile nella Data Fabric, che consente di consolidare i carichi di lavoro, scalare in modo da non sprecare risorse e di garantire le performance richieste dalle applicazioni di prossima generazione.
Con gli ultimi annunci, la società adotta modelli pay-as-you-go grazie all’implementazione di OnDemand Consumption Models, che consente sia una gestione in autonomia, sia affidando il data management direttamente a NetApp in una logica completamente as a service.